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«Studi Cassinati», anno 2018, n. 1
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Riportiamo un polemico articolo sulla destinazione da dare alle strutture del Campo di concentramento nell’immediato primo dopoguerra.
La questione del Campo di Concentramento cui abbiamo accennato parecchie volte interessa ormai così vivamente l’opinione pubblica da indurci a richiamare su di essa l’attenzione del comm. Pinchera il quale, nella sua qualità di sindaco, volle assolutamente che il Campo di Concentramento dei prigionieri di guerra venisse impiantato a Cassino.
Quando perfino il rappresentante politico del Collegio On. Visocchi, allora sottosegretario di Stato, era riluttante a seguire il disegno del comm. Pinchera, questi si ostinò ed ottenne il suo intento. Fu così che parecchi milioni erogò lo Stato per l’erezione del Campo di Concentramento la cui mole enorme sta ora vigile e solitaria a pochi passi dal nostro Comune. Ebbene, oggi che i prigionieri non vi sono più né altri se ne attendono almeno per ora, che cosa si aspetta per tradurre in atto quello che fu il sogno del comm. Pinchera, e cioè di trasformare tanti locali ormai deserti in opifici e scuole industriali?
Se finora lo Stato ha dovuto profondere tanti milioni e se noi stessi abbiamo dovuto correre tanti pericoli e soffrire i più gravi disagi per l’ammassarsi di migliaia di prigionieri alle porte della nostra città, perché finalmente non si pensa a fertilizzare le ingenti spese sostenute dallo Stato e il nostro sacrificio durato cinque anni? Noi non sappiamo fino a qual punto il comm. Pinchera avrebbe realizzato il suo grandioso progetto se lo scioglimento dell’Amministrazione comunale non fosse venuto con tanta precipitazione quanta ne imposero le necessità delle famose elezioni del novembre 1919, ma quello che resta indiscusso ed indiscutibile è il dovere che ha tutt’ora il comm. Pinchera di risolvere il caso da lui stesso e da lui solo voluto. Nella relazione a stampa di una importante seduta consiliare egli già fa cenno del modo migliore di utilizzare il nostro Campo di concentramento e noi ne prendiamo atto volentieri augurandoci che gli uomini e gli eventi permettano a lui ed a noi di veder realizzata un’opera che insieme con quella del piano regolatore costituirà benefici inestimabili alla nostra contrada. Ciò che urge però subito ed in maniera perentoria è che la nostra cittadinanza, o per essa il commissario regio cav. De Geronimo e gli esponenti dei sodalizi locali, levi alta la sua voce presso le autorità competenti perché i locali dell’ex Campo di Concentramento non debbano servire ancora a scopo di caserma e siano anzi adibiti a scuole ed officine. Ritorneremo se occorre, su tale gravissima questione che già appassiona vivamente il pubblico e per cui siamo lieti di vedere schierato al nostro fianco il neo confratello “Giornale della Campania”. Avanti dunque sulla buona via e voi, comm. Pinchera, compiete tutto ed intero il vostro dovere!
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