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«Studi Cassinati», anno 2018, n. 3
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di Gabriele Bagnoli**
Su segnalazione del socio Gaspare Biagiotti, pubblichiamo, con autorizzazione, l’articolo rintracciabile sul sito del blog «Segretidellastoria» che si ringrazia per la disponibilità.
Quando iniziarono le grandi emigrazioni di Italiani in cerca di fortuna nel Nuovo Modo, molti si arruolarono volontari nelle forze armate americane, arrivando a combattere sui teatri di guerra europei nel corso delle due guerre mondiali: il servizio militare, infatti, era uno dei requisiti essenziali per poter ottenere la cittadinanza, sebbene comportasse elevati rischi per la propria incolumità. Di Italiani che combatterono per gli Stati Uniti ce ne furono anche nella Guerra di Secessione tra l’Unione e la Confederazione: due soldati nordisti, Luigi Palma di Cesnola, già combattente nella Prima guerra di indipendenza italiana e poi nella Guerra di Crimea con il Regno di Sardegna, e Thomas Hyde, originario della città di Firenze, ricevettero per le loro azioni in battaglia la massima onorificenza concessa dal Governo americano, la Medaglia d’Onore del Congresso. Dopo di loro, solo altri due cittadini di origine italiana riceveranno la massima onorificenza al valore: George Ferrari, per le tristemente famose guerre indiane tra nativi e coloni, e Frank Fournia, nella guerra tra Stati Uniti e Spagna per il controllo dell’Isola di Cuba. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale, gli Stati Uniti non possedevano ancora un vero e proprio esercito terrestre, contando molto sul fatto di essere un continente “oceanico”, sviluppando inizialmente solo una potente flotta da guerra: fu solo dopo la dichiarazione della guerra sottomarina indiscriminata da parte dei Tedeschi, che il Governo americano predispose dei piani di reclutamento più ingenti. Il corpo di spedizione, che mise piede in Europa solo nel 1917, fu posto agli ordini del Generale John Pershing: tra questi, vi era anche il soldato Michael Valente.
Michele Valente era nato a Cassino, comune laziale del frusinate, il 5 febbraio 1895, e, ancora giovane, emigrò con la propria famiglia in America e più precisamente a Ogdensburg, nello stato di New York. Così, come tanti altri stranieri che raggiunsero il nuovo mondo in cerca di fortuna, si arruolò volontario nello United States Army, venendo assegnato al 107° Reggimento Fanteria, in partenza per il fronte francese con la 27ª Divisione. Sbarcato sul continente, Valente seguì il proprio reparto nella regione della Piccardia, nelle vicinanze della cittadina di Ronssoy, dove passava lo schieramento noto come «Linea Hindenburg», un vasto sistema difensivo che correva nel nord-ovest della Francia per quasi 160 km, da Lens vicino Arras, fino al Fiume Aisne nei pressi di Soissons. La «Linea Hindenburg», costruita durante l’inverno 1916-1917, fu spezzata solo a fine guerra dagli eserciti dell’Intesa, in quella che è passata alla storia come l’offensiva dei cento giorni (8 agosto-11 novembre 1918), e costata oltre 1.855.300 caduti, tra morti, feriti e dispersi. Durante uno dei continui scontri a ridosso della Linea, il 29 settembre 1918, il reparto del soldato Valente venne improvvisamente attaccato da un reparto tedesco: assieme a un altro militare, il soldato Frank Gaffney, balzò fuori dalla sua postazione e, correndo allo scoperto sotto il fuoco nemico, riuscì a mettere fuori combattimento una mitragliatrice che aveva inchiodato la sua unità. Cosa straordinaria, durante l’assalto, oltre ad uccidere i cinque serventi, i due soldati riuscirono a fare anche ventuno prigionieri. Terminata la guerra, Michael Valente tornò nella sua casa a New York venendo, solo più di dieci anni dopo le sue azioni, nel 1929, decorato con la Medaglia d’Onore del Congresso [«Medal of Honor», la più alta onorificenza militare concessa dagli Stati Uniti] per il coraggio dimostrato in battaglia.
Morì il 10 gennaio 1976, venendo poi sepolto con tutti gli onori militari nel Cimitero Nazionale di Long Island [Farmingdale, New York], assieme ad altri 329.000 soldati americani caduti sui fronti di battaglia degli ultimi cento anni.
Motivazione della «Medal of Honor»:
«For conspicuous gallantry and intrepidity above and beyond the call of duty in action with the enemy during the operations against the Hindenburg line, east of Ronssoy, France, 29 September 1918. Finding the advance of his organization held up by a withering enemy machinegun fire, Private Valente volunteered to go forward. With utter disregard of his own personal danger, accompanied by another soldier, Private Valente rushed forward through an intense machinegun fire directly upon the enemy nest, killing two and capturing five of the enemy and silencing the gun. Discovering another machinegun nest close by which was pouring a deadly fire on the American forces, preventing their advance, Private Valente and his companion charged upon this strong point, killing the gunner and putting this machinegun out of action. Without hesitation they jumped into the enemy’s trench, killed two and captured six-teen German soldiers. Private Valente was later wounded and sent to the rear».
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* https://segretidellastoria.wordpress.com/2014/07/09/michael-valente-litaliano-decorato-con-la-medaglia-donore -nella-grande-guerra/. Sulla figura di Michael (Michele) Valente, cfr., anche, https://it.wikipedia.org/wiki/Micheal_Valente.
** Gabriele Bagnoli, fiorentino, autore di varie pubblicazioni di carattere storico (Fiamme Gialle in guerra, 2013, un saggio storico sul contributo quasi sconosciuto della Guardia di Finanza al secondo conflitto mondiale), vincitore di vari premi letterari (XIV Edizione del «Premio Letterario d’Arte e Cultura» 2013, dedicato alla nobildonna Maria Santoro con lo scritto Al servizio degli ultimi; XVIII Edizione del «Premio Nazionale Mario Dell’Arco» 2014, con l’articolo Morire di uranio) è curatore del blog «Segretidellastoria», che «nasce da un’idea, a inizio luglio 2013, di conoscere e studiare a fondo i retroscena più nascosti della nostra storia recente dell’ultimo secolo».
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