Il ricordo del 10 settembre 1943 a Cassino

.

«Studi Cassinati», anno 2018, n. 3
> Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf
> Scarica l’articolo in pdf

.

di Adriana Letta

E’ proprio vero che la Storia, con la S maiuscola, non è sufficiente a capire davvero il passato. Essa dà le linee generali portanti, basate su piani, strategie, tattiche, accordi, alleanze, che hanno determinato i fatti… tutte cose che bisogna conoscere, certo, ma è come la struttura in cemento armato di un palazzo. Solo entrando in quel palazzo abitato, pieno di vita, di storie, di persone, entrando cioè nelle pieghe della grande Storia, si comincia a capire quanto è successo e a scoprire sempre nuove storie, individuali e comunitarie, perché non si tratta di materiale inerte, ma di tessuto vivo e pulsante, intriso di sentimenti, di vita, di dolore e, purtroppo, di morte. Allora si hanno gli strumenti per cominciare ad elaborare un proprio giudizio critico.

Io, cassinate di adozione, giunta a Cassino all’inizio degli anni ‘70, posso dire di aver imparato a conoscere e a scoprire progressivamente la storia di Cassino e a nutrire grande rispetto e ammirazione sia per chi ha vissuto le tragiche esperienze di quello che giustamente è stato chiamato il «Calvario di Cassino», sia per chi ha dedicato la sua vita allo studio di questa storia e alla memoria da tramandare alle nuove generazioni. Provo una profonda gratitudine per l’amico e grande maestro Emilio Pistilli (con cui ho condiviso l’avventura quasi venticinquennale di «Presenza xna», il mensile diocesano della fu Abbazia Territoriale Diocesi di Montecassino) e per tutti quelli che come lui (non li nomino solo per timore di dimenticarne qualcuno) si sono dedicati, prima singolarmente e poi uniti nel CDSC, e sono 20 anni!, alla storia locale perché niente vada perduto. Grazie a persone così si è ripristinata e consolidata come tradizione, la commemorazione del 10 settembre 1943, data del primo bombardamento della città avvenuto ad opera degli anglo-americani, che fu «il più cruento per numero di vittime civili in un sol giorno e che segnò l’inizio del lungo martirio». Emilio Pistilli in un articolo su «Presenza xna» nel 2007 denunciava incuria e dimenticanza da parte delle istituzioni riguardo alla data del 10 settembre e alla morte di tantissimi civili. Fu lui con gli amici del CDSC a lavorare per anni per stilare un elenco delle vittime della guerra su questo territorio e a darci il Martirologio; furono loro a favorire la commemorazione annuale del 10 settembre con una significativa e sobria cerimonia civile al mattino e, al pomeriggio, con una Messa di suffragio per tutte le vittime di guerra.

Tale Messa è un momento particolare di raccoglimento e di preghiera per coloro che non ci sono più, di memoria, di fratellanza e solidarietà. Vi partecipano i cassinati veri (io vi sono entrata in punta di piedi), accomunati dai ricordi di quelle esperienze terribili, da legami di parentela o amicizia, dalla condivisione del dolore e del desiderio di tenere ancora in vita il ricordo di quelle persone innocenti, le prime a morire a Cassino. Per questo, ormai da più di dieci anni, viene letto ogni volta l’elenco – incompleto – delle 67 vittime accertate, con la dolente consapevolezza che di almeno altre quaranta il nome non tornerà a risuonare, perché non è stata più possibile l’identificazione. Ogni volta quella specie di appello fa venire i brividi: cognome, nome, paternità, età-anni. Intere famiglie spazzate via in un attimo. Personalmente sono sempre stata toccata nel profondo nel leggere alcune serie di fratelli, come i sei fratellini De Cesare, da 1 a 10 anni, morti tutti sotto le macerie di quel bombardamento, o come i quattro fratelli, da 6 a 17 anni, della famiglia Panaccione, o i tre, dai 2 ai 12 anni, della famiglia Rossi, del bambino di appena un giorno di vita, Antimo Luciano, morto insieme al papà. Altri casi il CDSC ha messo in luce: Ferdinando Soave, non cassinate ma di Cervaro, classe 1909, ferroviere (frenatore), padre di tre figli che fu colpito da una scheggia in località «quinto ponte» mentre in bicicletta si dirigeva verso la stazione ferroviaria. Molto toccante è la storia di un’altra vittima, non morta sotto le bombe del 10 settembre, ma rimasta da allora invalida, la sig.na Immacolata Bianchi, allora 22enne, che ha trascorso il resto della sua lunga vita (è andata in paradiso nel novembre dello scorso anno a 96 anni) su una sedia a rotelle presso l’Istituto Don Guanella a Roma, sempre ricordando Cassino e Montecassino.

Ogni volta che viene fuori qualche particolare delle persone di cui si leggono i nomi, sembra di vedere meglio, come attraverso una lente di ingrandimento che mette in evidenza un particolare che dà la misura del tutto, di capire meglio quella pagina di storia, che pure è solo una, tra le tante pagine atroci del martirio di Cassino.

 .

 .

1943 – 10 settembre – 2018

di

Adriana Letta*

15Letta1La città di Cassino non dimentica. Non vuole dimenticare il suo passato e in particolare il dramma della guerra che la vide completamente distrutta. È proprio da quella pagina dolorosa di storia di 75 anni fa che la popolazione di oggi può attingere forza e coraggio nelle difficoltà attuali, prendendo esempio dalla volontà dei padri che avviarono e realizzarono la ricostruzione partendo da un terreno desertificato, ricoperto di macerie e infettato dalla malaria. Quel martirio, che dette poi la spinta a tanto coraggio, iniziò il 10 settembre 1943 con il primo inaspettato e terribile bombardamento della città che provocò oltre un centinaio di morti. Per questo ogni 10 settembre la città ricorda quelle prime vittime innocenti, tra cui molti bambini e giovani. Nella mattina una sobria cerimonia civile organizzata dal Comune si è svolta presso il Monumento ai Caduti e il Muro del Martirologio.

Nel pomeriggio, come ormai da molti anni, nella chiesa di S. Antonio di Padova si è celebrata una Messa di suffragio per tutte le vittime di guerra e sono intervenuti i cassinati più attenti alla custodia della memoria, residenti in città e anche all’estero ma sempre attaccati alle radici, così che davano un’impronta di internazionalità alla celebrazione. Il Parroco Don Benedetto Minchella ha celebrato l’Eucarestia, alla presenza del Sindaco Carlo Maria D’Alessandro, di una rappresentanza dell’Amministrazione e del Gonfalone della Città decorato di Medaglia d’Oro al Valore militare, delle Associazioni combattentistiche e d’arma, sempre presenti in tali circostanze. Il presidente del CDSC (Centro Documentazione e Studi Cassinati) promotore dell’iniziativa, Gaetano de Angelis-Curtis, in un breve e intenso intervento, ha ricordato i personaggi che non mancavano mai a tale celebrazione ed ora scomparsi, come gli ex sindaci di Cassino Antonio Grazio Ferraro, Francesco De Rosa e Mario Alberigo, nonché Immacolata Bianchi, scomparsa nel novembre scorso dopo aver trascorso il resto della vita da invalida, per essere stata colpita in quel triste giorno. Ha poi dato lettura di un toccante ricordo autobiografico di quel giorno scritto da Mario Alberigo e pubblicato qualche anno fa su «L’Inchiesta». Alla voce di Elvira Zambardi, la più giovane socia del Cdsc, è stata poi affidata la lettura dei 67 morti accertati di quel giorno: un elenco che dà i brividi, ancor più se si pensa che mancano oltre 40 caduti non identificati.

15Letta2Dopo la Messa, quest’anno è stata organizzata, in collaborazione con l’«Associazione Battaglia di Cassino», una fiaccolata, in ricordo delle vittime, sul percorso della «Memoria di Pietra». Il corteo, aperto dal Gonfalone della città, seguito dalle bandiere delle Associazioni combattentistiche e d’arma, dal sindaco di Cassino, dagli amministratori comunali e da varie persone ha risalito il Corso della Repubblica per giungere alla prima tappa, quella dell’ingresso della Villa comunale dove c’è la «Pietra XV marzo», per poi proseguire in piazza Corte alla «Pietra Palazzo Corte» e alla «Pietra Torre campanaria» e per finire in Via del foro alla «Pietra della Chiesa del Riparo». Si è fatta così memoria anche della città scomparsa, perché la Cassino ricostruita è completamente diversa dalla «Vecchia Cassino».

 .

* http://www.diocesisora.it/pdigitale/cassino-ricorda-le-vittime-del-1-bombardamento/

.

(116 Visualizzazioni)