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«Studi Cassinati», anno 2018, n. 4
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di Francesco Di Giorgio
Il 13 e 14 ottobre 2018 si sono svolte le iniziative legate alle «giornate FAI d’Autunno» in 250 città di tutta Italia.
Come da tradizione, il FAI (Fondo Ambiente Italiano) periodicamente apre le porte alle bellezze italiane accompagnando i visitatori con esperte guide. Quest’anno, per la seconda volta, tra le dimore visitabili è stato inserito il Palazzo dell’Aeronautica Militare in Roma, cuore pulsante ancora oggi delle attività dell’Arma Azzurra in Italia e all’estero e il Centro Documentazione e Studi Cassinati è stato partecipe di questa importante iniziativa.
La struttura fa parte di un più vasto complesso che comprende oltre al palazzo sede dello Stato Maggiore dell’aeronautica, anche la caserma «Romagnoli», l’Istituto medico legale e la scuola di guerra aerea (oggi archivio storico). Una vera e propria città della “azzurra” nel cuore di Roma adiacente alla Università degli Studi «La Sapienza».
L’intero complesso fu realizzato tenendo conto delle esigenze dell’arma azzurra che, costituita come forza armata autonoma nel 1923, aveva bisogno di raccogliere in una unica sede gli innumerevoli organismi disseminati in differenti ubicazioni nell’ambito dell’area metropolitana.
A realizzare tale intendimento fu il maresciallo dell’Aria Italo Balbo1, astro ed asso dell’aviazione italiana che fu ministro dell’Aeronautica dal 1929 al 1933. Fu lo stesso Balbo a scegliere l’architetto-ingegnere preposto alla costruzione. Si trattava di un giovane professionista, Roberto Marino, che realizzò l’opera in tempi brevissimi inimmaginabili nell’epoca di oggi. I lavori iniziarono il 2 agosto del 1929 e terminarono poco prima della cerimonia ufficiale di inaugurazione dell’intero complesso, il 28 ottobre 1931.
Le linee ispiratrici del progettista tennero presente il dibattito artistico che si andò sviluppando negli anni ‘20 teso soprattutto a recuperare il ruolo dell’architettura italiana che per secoli era stata presa a modello a livello mondiale e che, soprattutto agli inizi del ‘900, aveva perso completamente questo primato.
Negli anni ‘20 ci fu un risveglio da questo torpore attraverso un intenso dibattito che vedeva contrapporsi da una parte i tradizionalisti che cercavano nel passato i valori immutabili dell’arte, dall’altra gli innovatori che proponevano una maggiore adesione alle istanze internazionali.
Il palazzo dell’Aeronautica raccoglie in un virtuoso processo di sintesi queste istanze contrapposte:
la forma esteriore dell’edificio, nelle linee semplificate ed essenziali esalta la sua immagine rappresentativa; l’organizzazione interna è concepita con criteri moderni e avveniristici. Tutto è progettato con particolare pignoleria all’insegna di una funzionalità tesa ad una casa avente come motto «una macchina per lavorare».
È così che si celebra in questo complesso il mito dell’efficienza attraverso innovative distribuzioni degli spazi interni magnificati da una cura meticolosa dei particolari (davanzali, parapetti, cornici, scalini ecc.) e dalla scelta dei materiali rigorosamente di provenienza italiana.
In questi spazi trovano collocazione i rivoluzionari ascensori cosiddetti «Paternoster»; un’efficiente rete di posta pneumatica che collegava tra loro ogni postazione di lavoro sita nel palazzo; un’aeromensa in grado di soddisfare in maniera completa ed autonoma l’intera comunità di lavoro della “cittadella”; le tipografie; le sale delle telescriventi ecc.
I visitatori sono stati accompagnati in primo luogo nei cosiddetti “appartamenti nobili” del Palazzo a partire dalla zona dei «Tre Archi» che costituisce l’ingresso principale del Palazzo. Da qui si accede all’area del «Lapidario» considerato il Monumento ai Caduti dell’Aeronautica Militare che, in tale suggestivo contesto, ne onora la Memoria in occasione degli anniversari più importanti della Forza Armata. Tra le migliaia di nomi di caduti dell’Aria scolpiti nel marmo del lapidario, figurano anche gli Ufficiali piloti Secondino Pagano2 di Cassino e Alberto Testa3 di Pignataro Interamna.
Quindi si accede – attraverso lo scalone d’onore abbellito da pregiate ringhiere metalliche – alle sale di rappresentanza. È possibile ammirare lungo il percorso le decorazioni frutto di ricerca continua, attenta, accurata, ricche di soluzioni funzionali e allo stesso tempo sofisticate.
Lo scalone d’onore è rivestito di marmi nazionali quali il reppen nero di Villacarnia per i sottogradini, i pilastri e la zoccolatura; il cipollino apuano per i gradini ed i corrimano; marmi policromi in schema geometrico per il pavimento.
Tutto l’ambiente è corredato da giochi di luce con ampie finestrature e nicchie che rendono tutto l’insieme imponente, elegantissimo e al tempo stesso semplice e reale oltre che austero e luminoso.
Lungo lo scalone è possibile ammirare un dipinto di Giacomo Balla4, mentre sull’ultimo ballatoio troneggiano i busti di Francesco Baracca5 e Alessandro Guidoni6.
Le sale di rappresentanza sono, a sinistra, «Sala degli Eroi», «Sala delle Nuvole»; a destra «Sala Italia», «Sala carte geografiche moderne», «Sala Madonna di Loreto», «Sala della I Crociera atlantica», «Sala della II Crociera atlantica».
La prima sala a sinistra del «Corridoio d’Onore» è la «Sala degli Eroi», così chiamata perché vi sono dipinti raffiguranti gli eroi dell’Aeronautica militare. Oggi tutte queste pitture risultano trasferite al Museo dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle. Gli autori dei dipinti furono: Francesco Trombadori, Carlo Socrate, Ercole Drei, Amedeo Bocchi, Antonio Barrera, Amerigo Bortoli.
La «Sala delle nuvole», originariamente concepita come sala d’attesa, è il luogo dove più si respira l’enfasi del volo: l’aria. Le pitture di questa sala, infatti, hanno tutte un soggetto comune: le nuvole.
La prima a destra del «Corridoio d’Onore» è la «Sala Italia», così chiamata perché ospita le pitture che hanno come soggetto le carte geografiche della penisola italiana. Tutte le sale sono arredate da apparecchi di illuminazione a soffitto aventi la forma caratteristica della ruota che veniva ripetuta a seconda della potenza di luce richiesta. In questa sala abbiamo il modello intermedio a due ruote.
La seconda sala sulla destra del «Corridoio d’Onore» detta «Sala delle carte geografiche moderne», è arredata con pitture aventi per soggetto le carte geografiche di tutto il mondo.
La «Sala Madonna di Loreto» (protettrice degli Aviatori) occupa la parte centrale del piano nobile. Originariamente concepita come Ufficio del Ministro, è l’ambiente più grande di tutte le sale. Al suo interno si possono ammirare il dipinto ovale della Traslazione della Santa Casa opera di Carlo Maratta7, nonché una targa in bronzo su cui è incisa la versione originale della preghiera dell’aviatore di Vittorio Malpassuti8. Tutti i dipinti alle pareti sono ispirati alla Roma antica.
La quarta sala sulla destra del «Corridoio d’Onore» denominata «Sala della I crociera», raccoglie le pitture aventi per soggetto mappe e paesaggi dei luoghi visitati nel corso della prima trasvolata atlantica compiuta da Italo Balbo a cavallo fra il 1930 e il 1931.
In questa sala sono ospitati vari oggetti tra cui la campana della Chiesa di San Francesco a Tobruk, luogo del tragico incidente aereo in cui perse la vita Italo Balbo e l’intero equipaggio del velivolo SM 79 su cui volava. Si trovano qui anche i pannelli su ognuno dei quali è inciso un motto:
Altam supra vola ardea nubem
Viterius sit iter
Sufficit animus
Ti con nu nu con ti;
Memento ardere semper
Semper adamas
Oltre il destino
E misi me per l’alto mare aperto
Sino alla meta
Coelum non animum mutant qui trans mare currunt
Chi vola vale, chi non vola non vale,chi vale e non vola è vile
Tentamusque viam et velo rum pandimus alas
La «Sala della II crociera» ospita le pitture aventi come soggetto le mappe e i paesaggi riferiti a luoghi visitati nel corso della seconda trasvolata atlantica del 1933. All’interno di questo ambiente trovano posto, su dei cavalletti, diverse foto inerenti la storia del Palazzo.
Nel tratto di corridoio opposto, quello che da sempre è riservato ai vertici della Forza Armata e ai rispettivi staff personali, sono particolarmente degne di nota la «Sala delle Costellazioni», quella dei «Pianeti» ed infine quella delle «Costellazioni Minori».
Come già detto, la costruzione del Palazzo dell’Aeronautica si caratterizzò per la modernità delle soluzioni costruttive, a cui fece riscontro una altrettanto avveniristica progettualità per quanto connesso agli allestimenti ed ai servizi interni. Dodici grandi ascensori «Stigler», all’epoca i più tecnologicamente avanzati, e quattro ascensori veloci «Paternoster» a cabine aperte che, susseguendosi uno dopo l’altro in salita e in discesa, senza fermarsi mai, costituivano una sorta di scala mobile verticale. Tra i futuristici impianti che colpirono la curiosità dei visitatori dell’epoca c’era la posta pneumatica, un capillare sistema capace di smistare 6.000 astucci l’ora, le cui tubazioni in ottone si diramavano con una rete di 34 chilometri e 110 stazioni intermedie, attraverso tutti gli uffici. Questo singolare impianto, fiore all’occhiello del Palazzo, venne completamente asportato durante il saccheggio subito in occasione delle tragiche giornate che seguirono
l’armistizio dell’8 settembre 1943.
Altra novità di rilievo era costituita dall’Aeromensa, precorritrice ante litteram degli attuali fast food. I locali, dove potevano consumare i pasti contemporaneamente fino a 1500 persone, erano allestiti con banconi in alluminio e vetro, da dieci posti, dotati di contenitori per mantenere caldo il pasto preconfezionato che i commensali trovavano già in loco per evitare perdite di tempo, servendo anche menu vegetariani).
Anche l’allestimento degli uffici fu progettato con estrema cura e tutti i materiali impiegati vennero forniti esclusivamente da ditte nazionali fra cui Magazzini Generali Vetri, Cristalli e Specchi di Roma, Consorzio Romagnolo Ebanisti Artigiani di Ravenna.
Il Palazzo dell’Aeronautica Militare si caratterizzò come una struttura speciale per ospitare gente speciale quali erano e sono ancora oggi gli aviatori.
Le tecniche e le soluzioni costruttive lasciano il fiato sospeso ancora oggi. Per questo la visita a questo sito è stata una delle più belle mete scelte dal FAI.
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NOTE
1 Italo Balbo, (Quartesana 6 giugno 1896 – Tobruk 28 giugno 1940), iscritto al Partito nazionale fascista, fu uno dei quadrumviri della marcia su Roma. Nel 1929 fu nominato ministro dell’Aeronautica e in tale veste promosse e guidò diverse crociere aeree come la «crociera aerea atlantica Italia -Brasile» e la «crociera aerea del Decennale Italia-Stati Uniti d’America». Nel 1934 fu nominato governatore della Libia e in questa Nazione, nei cieli di Tobruk, trovò la morte mentre con il suo velivolo si apprestava ad atterrare alla base aerea della città.
2 Secondino Pagano (Cassino 11 febbraio 1918 – Lanzada, Sondrio, 28 aprile 1957) maggiore pilota dell’Aeronautica militare italiana, partecipò al Secondo conflitto mondiale su vari fronti di guerra; nel dopoguerra fu istruttore di volo per i giovani allievi piloti dell’Accademia; destinato al Centro elicotteri di Frosinone, fu da qui comandato per una missione di volo in occasione del Rally internazionale sciistico alla guida di un elicottero Augusta Bell 47 G2 Samba 23. Proprio in tale occasione trovò la morte in volo a causa di un improvviso precipitare delle condizioni meteorologiche.
3 Alberto Testa (Pignataro Interamna 29 agosto 1923 – Galatina, Lecce, 8 febbraio 1950) tenente dell’Aeronautica militare italiana, dopo una breve parentesi come studente alla Facoltà di medicina di Napoli, entra all’Accademia aeronautica dove completa gli studi di rito e consegue il brevetto di pilota militare; dopo la parentesi del Secondo conflitto mondiale, viene assegnato all’aeroporto di Galatina al fine di completare la formazione d’addestramento quale pilota di caccia. Qui, a causa di velivoli poco sicuri frutto delle conseguenze della guerra, trova la morte durante una esercitazione in volo.
4 Giacomo Balla (Torino 18 luglio 1871 – Roma 1 marzo 1958), pittore, scultore, scenografo, fu uno dei principali esponenti delle nuove tecniche pittoriche della nuova corrente culturale conosciuta come il Divisionismo italiano. Esponente di spicco del Futurismo, firmò con Marinetti, i manifesti che sancivano gli aspetti teorici del movimento.
5 Francesco Baracca (Lugo di Romagna 9 maggio 1888 – Nervesa della Battaglia 19 giugno 1918) è stato il principale asso dell’aviazione italiana e Medaglia d’oro al valore militare nella Prima guerra mondiale.
6 Alessandro Guidoni (Torino 15 luglio 1880 – Montecelio 27 aprile 1928) fu ingegnere industriale e generale della Regia Aeronautica. A lui nel 1937 fu intitolata la città di Guidonia – Montecelio ai confini con Roma e sorta nel luogo in cui Guidoni aveva trovato la morte nel corso di un test per sperimentare un nuovo tipo di paracadute.
7 Carlo Maratta (Camerano 15 maggio 1625 – Roma 15 dicembre 1713) fu pittore e restauratore italiano. La sua opera è caratterizzata dall’impegno a conciliare due opposte tendenze presenti nella pittura romana del seicento e settecento: classicismo e barocco. È seppellito nella basilica di Santa Maria degli Angeli in Roma dove in suo onore fu costruito un monumento funebre.
8 Vittorio Malpassuti (Carbonara Scrivia 22 settembre 1889 – Roma 30 agosto 1944) caro amico di Gabriele D’Annunzio, è stato scrittore, poeta, sceneggiatore, drammaturgo.
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