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«Studi Cassinati», anno 2019, n. 1
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La signora Alba Colacicco Di Placido è nota ai lettori di «Studi Cassinati» per aver voluto contribuire ad un progetto promosso dal Cdsc-Onlus (v. «Studi Cassinati» n. 3, luglio-settembre 2016, pp. 232-235).
Ma andiamo con ordine. Nel gennaio 2016 il nostro presidente onorario Emilio Pistilli, tramite il quotidiano «L’Inchiesta», lanciò l’idea di un monumento alla donna protagonista della rinascita del Cassinate. Il Cdsc la fece propria. L’idea piacque molto ed ebbe numerosi consensi. Ma grazie ad internet la notizia giunse anche oltre oceano. La comunità cassinate in Canada, in particolare, ne rimase entusiasta. Grazie all’interessamento del socio Guido Vettese, la signora Alba Colacicco, coadiuvata dal marito Alvaro Di Placido, entrambi originari della città martire, in una sola serata raccolse tra le donne della sua comunità la somma di 5.000 dollari canadesi, cui si aggiunsero, poi, altri 1.000 dalla associazione culturale cervarese residente in Richmond Hill (Ontario).
Nel settembre dello stesso anno la signora Alba ed il marito Alvaro vennero a Cassino per consegnare la somma di danaro raccolta. L’incontro con i responsabili del Centro Documentazione e Studi Cassinati avvenne presso l’hotel «La Pace», ospiti del socio Cdsc Pino Valente. Parteciparono in forma ufficiale anche il sindaco Carlo Maria D’Alessandro e l’assessore alla Cultura Nora Noury, ai quali fu illustrato il progetto per il monumento, che gli amministratori comunali decisero di far propri.
Da quella sera purtroppo non si è mosso più nulla dalla parte istituzionale, nonostante gli svariati interventi di Emilio Pistilli volti alla formazione di un apposito comitato cittadino.
Intanto le somme raccolte erano conservate nelle casse del Cdsc in attesa di essere utilizzate per lo scopo prefisso; nel frattempo Guido Vettese mostrava preoccupazione e angoscia per l’immobilismo, preoccupato com’era, per l’impegno da lui personalmente preso, che non vedeva (e non vede tutt’ora) prospettiva di attuazione.
Tuttavia i rapporti con la signora Alba Colacicco sono stati tenuti vivi dallo stesso Vettese. Rapporti che sono poi sfociati in una iniziativa di altro genere.
La signora Alba, desiderosa di conoscere notizie sui suoi antenati cassinati aveva invitato Guido a fare ricerche, soprattutto sulla nonna paterna di cui non ricordava nulla tranne che si chiamava Serafina Tedesco.
La ricerca si era subito presentata ardua per via della documentazione scarsa e – poi lo si è scoperto – talvolta errata.
Ma la pervicacia e tenacia di Guido Vettese, che tutti gli riconosciamo – coadiuvato dall’arch. Gabriella Fuoco e dalla prof. Carol Russo –, è riuscita a venire a capo dei trascorsi familiari della signora Alba.
Si è così appurato che in realtà la nonna della signora Alba si chiamava sì Serafina ma il suo cognome era Lanni e non Tedesco. Era stata registrata nel distretto inglese di Banbury, contea Oxfordshire nel 1905, sposata poi con Giovanni Colacicco, nato a Cassino nel 1885 da Antonio Marino e Maria Tedesco, tutti provenienti dalla contrada S. Antonino di Cassino.
Da Serafina Lanni e Giovanni Colacicco nacque nel 1919 Antonio Marino, padre della signora Alba.
Tutto questo riassunto molto sinteticamente, ma dietro tali informazioni c’è il gran lavoro di Guido Vettese condotto con acribia e precisione scrupolosa. Non è mancata infine la soddisfazione di Alba Colacicco nonché la sua gratitudine verso il nostro Guido.
Forse vale la pena di riportare la cronaca del matrimonio di Serafina Lanni e Giovanni Colacicco nella chiesa di St. Jhon a Banbury, è un’interessante nota di colore di quel periodo di italiani in Inghilterra:
«Un matrimonio italiano (An Italian Wedding) – Abbiamo spesso sentito, sia a Banbury che nei paesi vicini, i canti degli italiani che sono venuti dal sole del sud per guadagnarsi da vivere in modo precario in Inghilterra, ma giovedì scorso abbiamo avuto uno scorcio della vita sociale interiore di questi italiani. Da dodici mesi, i membri di due famiglie provenienti dalla valle ai piedi di Monte Cassino risiedono in Calthorpe Street, facendo le loro escursioni prestabilite ai villaggi vicini settimana dopo settimana. Giovedì il matrimonio di due di questi – Giovanni Colacicco e Serafina Lanni – ha dimostrato come essi avevano guadagnato il rispetto dei loro vicini inglesi. Alle dieci e mezzo la giovane coppia stava presso l’altare della Chiesa di St. John, accompagnati dai loro parenti. La sposa e le sue damigelle erano vestite nel loro costume nazionale modesto e pittoresco. Il Reverendo V. Hornyhold, S.J., è venuto da Oxford per istruire gli sposi sulla sacralità del rito del matrimonio, e la cerimonia stessa è stata celebrata dal Parroco della Chiesa di St. John (Rev. CJ. Bowen). Precedentemente c’era voluta tanta formalità, crediamo, per procurare tutti i documenti necessari dall’Italia, e anche da Londra, affinché il matrimonio, dopo essersi debitamente celebrato, potesse essere riconosciuto onorevolmente quando la coppia sarebbe tornata nella loro casa italiana. Al termine della cerimonia nuziale, eseguita nella loro lingua, Padre Hornyhold si è rivolto agli sposi in modo fluente mentre essi erano inginocchiati alla ringhiera per la comunione, e evidentemente ha fatto una buona impressione per quello che ha detto. Dopo aver espletato questo e le procedure legali, gli invitati sono usciti dalla chiesa, e l’organo suonava la marcia nuziale su richiesta di alcuni membri del Coro St. John che desideravano mostrare il loro rispetto per gli stranieri che avevano frequentato la chiesa così assiduamente. C’era un gran numero di abitanti di Banbury, che evidentemente non erano venuti soltanto per curiosità, ma che desideravano dare i loro auguri agli sposi» (traduzione di Carol Russo).
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