In ricordo di Manlio Del Foco

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«Studi Cassinati», anno 2019, n. 1
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Il 24 marzo 2019 è scomparso a 85 anni Manlio Del Foco. Figlio di Biancamaria Baccari e del dott. Ottorino Del Foco, secondo di quattro maschi (Oreste, Erberto e Edoardo), si laureò in Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Non ha mai esercitato la professione di avvocato in quanto si dedicò all’insegnamento. Fu docente di Francese in diverse Scuole medie del Cassinate per poi insegnare Diritto, Economia e Scienza delle finanze presso l’Istituto Tecnico Commerciale (Ragioneria) di Cassino fino al pensionamento. Sposato dal 1973 con Rosalba Di Nucci (conosciuta a scuola a S. Giorgio a Liri) ha avuto tre figlie ed era nonno esemplare di cinque nipoti maschi. Appassionato della lettura, soprattutto di libri storici e gialli, è stato sempre attento e aggiornato sulle vicende di attualità e politica di cui amava discutere nei pochi pomeriggi in cui, libero dagli impegni familiari e professionali, si incontrava con gli amici di gioventù presso la Libreria Ciolfi, in Via Enrico De Nicola.

Sempre sereno e disponibile con tutti, nonostante le atrocità della guerra che ha narrato e raccolto, soltanto molto tempo dopo, in un opuscolo La mia … la nostra guerra che «Studi Cassinati» ha inteso riproporre in questo numero alle pp. 31-40 a ricordo dell’autore e come esempio delle vicende subite dalla famiglia Del Foco.

Manlio è stato uno di quei cassinati che, privato dell’adolescenza a causa delle vicende belliche, è passato direttamente dall’infanzia all’età adulta. Aveva una decina d’anni quando la guerra con il suo carico di distruzione e morte si affacciò a Cassino e nel Cassinate per stabilirvisi per nove lunghi mesi. Tutta la sua famiglia fu coinvolta, pesantemente coinvolta, dalle dolorose vicende di quel tempo. Il 10 settembre 1943, nel corso del primo bombardamento della città di Cassino, andò distrutta anche la villetta in cui viveva il nonno materno, l’avv. Carlo Baccari, stimato professionista dell’epoca, che perì (in ricordo del nonno e di tutti gli altri abitanti di Cassino, Manlio non faceva mai mancare la sua presenza alla Santa Messa che il Cdsc-Onlus fa celebrare il 10 settembre di ogni anno in memoria dei morti a causa della guerra). Quindi il trasferimento a Terelle quando il 24 febbraio 1944 un ennesimo bombardamento provocò la morte del padre Ottorino e il ferimento grave del fratello Oreste, poi fortunatamente sopravvissuto. La madre Biancamaria scampò allora e anche in seguito alla morte e il suo istinto materno, la sua forza di volontà, la sua tenacia consentirono di porre in salvo i suoi quattro figli e, nel dopoguerra, di riavviarli agli studi e a una vita ‘normale’.

Le sofferenze patite comunque non hanno mutato l’animo buono di Manlio che amava vivere in semplicità, circondato dai suoi affetti più cari ed era sempre grato alla vita per tutto quello che gli aveva riservato, nonostante tutto.

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