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Il Centro Documentazione e Studi Cassinati porge sentite e sincere condoglianze alla signora Flora, socia del Cdsc, e a tutta la famiglia Gargano per la scomparsa del socio comm. Domenico. Una grave perdita che addolora tutto il Cdsc, Cassino e il Cassinate in genere. «Studi Cassinati» lo ricorda con una nota di Erasmo Di Vito che lo ha frequentato assiduamente in questi ultimi anni curando ricerche e pubblicazione de Per la mia gente e la mia gente, il suo libro testamento.
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Il 22 giugno scorso è scomparso Domenico Gargano, per decenni figura storica e carismatica della vita politica ed amministrativa; più volte sindaco di Cassino, presidente dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone, consigliere della Regione Lazio. Da qualche tempo, la sua forte fibra si era indebolita, fino a quando il suo cuore ha smesso di battere, circondato dall’affetto della moglie Flora e dei figli Giulio, Giacomo e Iole. Domenico Gargano, nel corso della sua lunga vita politica ed amministrativa, ha dato tutto alla sua città e alla sua provincia. A lui si deve il completamento dell’opera di Ricostruzione della città di Cassino, nel solco dei predecessori Di Biasio, Malatesta e Restagno, e l’avvio del rilancio economico, sociale e culturale della città e del territorio. Il suo più grande traguardo, del quale è andato sempre fiero, è stata l’istituzione dell’Università degli Studi di Cassino, sposando la causa della signora Jué Palmieri, direttrice dell’istituto privato Ansi di Cassino, che è stato il “grimaldello” utilizzato per ottenere, attraverso la sua parificazione e statalizzazione, il riconoscimento universitario. Un progetto al quale nessuno credeva e contro il quale in molti si sono prodigati per farlo naufragare, anche esponenti politici di Cassino e del suo stesso partito, la Democrazia Cristiana. Proprio alla fine del mese di maggio, il rettore dell’Università Betta ed il direttore generale Capparelli, hanno voluto premiare il suo decisivo impegno per l’istituzione dell’ateneo con un riconoscimento ufficiale ed una targa ricordo, la stessa consegnata anche al presidente della Repubblica Mattarella, in occasione del Quarantennale dell’Università. E con orgoglio, Domenico Gargano, che all’epoca era sindaco per la seconda volta, il 7 aprile del 1979, fece affiggere un manifesto nel quale, a caratteri cubitali, informava la popolazione che “La Commissione Pubblica Istruzione del Senato ha approvato il testo definitivo del D.d.L. n. 852 di iniziativa governativa concludendo l’iter legislativo del provvedimento. Con questo atto l’Università di Cassino è Università di Stato”. Un suo cruccio è stato la mancata istituzione a Cassino anche di una facoltà di Medicina, attraverso la quale puntava a far divenire l’allora ospedale De Bosis un polo medico di eccellenza. Dinanzi alle continue migrazioni politiche che caratterizzano gli esponenti politici dei giorni nostri, e non solo, amava ricordare orgogliosamente di essere stato tra i pochi, se non l’unico, sempre e solo al servizio del vessillo Scudo-Crociato e dei suoi valori ideali. L’impegno di Gargano, dal 1954 agli anni ’80, si è concretizzato in particolare nei settori dell’industrializzazione, delle infrastrutture, dei servizi, dell’ammodernamento della macchina burocratica ed amministrativa, della cultura. Nel corso della sua lunga militanza politica ed amministrativa, grazie al sostegno di personaggi politici come il sen. Restagno ed il presidente Andreotti, è stato il punto di riferimento tra le esigenze di un popolo distrutto e martoriato, bisognoso di rinascere in fretta, e le istituzioni e la politica che decideva le sorti del Paese. Il suo impegno è stato determinante per gli insediamenti industriali nel territorio, avviato da Restagno ed Andreotti con lo stabilimento Riv (ora Skf), passato attraverso l’arrivo di fabbriche come la Relac, completato con l’insediamento, quello più ambizioso e determinante per l’economia del territorio, dello stabilimento Fiat di Piedimonte S. Germano e di tutte le fabbriche del suo indotto, che hanno portato benessere, sviluppo e innovazione. Ha sviluppato la grande viabilità (superstrada Sora-Cassino-Mare), come quella più periferica, rendendo più facili e veloci i collegamenti territoriali, a beneficio della sicurezza e dello sviluppo economico. Ha affiancato gli abati Rea prima e Matronola dopo nell’opera di ricostruzione del monastero. Fu protagonista anche di un disegno di legge per l’istituzione della provincia di Cassino, un sogno cittadino mai concretizzato, e della realizzazione del centro sportivo di via Appia, avveniristico per quei tempi. Uno dei suoi più grandi pregi umani ed amministrativi è stato certamente quello di saper interpretare i bisogni della gente; non dimenticava mai le sue umili origini ed aiutava sempre chi aveva bisogno: a lui si deve anche l’eliminazione delle cosiddette “baracche svizzere”, che dopo la guerra si trascinavano per decenni dopo la Ricostruzione. Un sindaco del Popolo per il Popolo; non a caso lui stesso ricordava di aver vissuto “Per la mia terra e la mia gente”, proprio come il suo libro testamento attraverso il quale ha ripercorso la sua storia di uomo delle istituzioni e che ho avuto l’onore di curare. Conosco la famiglia Gargano da bambino, le nostre case sono una vicino all’altra. Un’amicizia nata prima con i figli Giacomo e Giulio, poi passata anche con la scomparsa Silvia, con Iole e con i genitori Domenico e Flora. Questi ultimi anni accanto a Domenico sono stati per me intensi e riflessivi. Mi mancherà il suo sorriso, con il quale mi ha sempre accolto in casa, le sue riflessioni, i suoi consigli, il suo evidente affetto; una persona che è stato come un secondo padre; che non dimenticherò mai. Tre parole possono definire il percorso di vita di Domenico Gargano: Fede, Famiglia, Istituzioni. Valori che lo hanno guidato nel suo quotidiano e che, non a caso, lo hanno accompagnato anche nel suo ultimo viaggio terreno, il giorno dei suoi funerali: la gremita Concattedrale, i vessilli di Comune, Provincia e Regione Lazio, la sua famiglia (Erasmo Di Vito).
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