Chiesa di S. Benedetto in Piscinula a Roma

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«Studi Cassinati», anno 2019, n. 3
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di Mariella Tomasso

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10Tomasso1Intorno al 495, S. Benedetto, ancora adolescente, come tutti i giovani appartenenti a famiglie agiate, fu mandato a studiare a Roma dalla natìa Norcia.

Poche sono le notizie del soggiorno del giovane Benedetto a Roma, città che abbandonò prima di terminare gli studi, nauseato dai costumi dissoluti dei suoi abitanti. Le poche notizie si apprendono in piazza in Piscinula, nel cuore di Trastevere, dove sorge la chiesa di S. Benedetto in Piscinula. La chiesa è sorta lì dove prima c’era il palazzo della gens Anicia, la nobile famiglia cui apparteneva S. Benedetto. Nel periodo che trascorse a Roma, il Santo risiedette in quell’edificio che, tuttavia, oggi non esiste più e al suo posto c’è la suddetta chiesina situata in piazza in Piscinula di fronte alle Case Mattei. Ma perché in Piscinula? Le spiegazioni sono varie, tra le più accreditate ci sono: quella che la piazza sorge sull’impluvium di una antica abitazione romana, oppure su bagni termali (piscinulae) da tempo in disuso o che fosse, un tempo, sede di un mercato del pesce.

La piccola chiesa è stata più volte rimaneggiata nel corso dei secoli, nonostante ciò il suo aspetto è veramente gradevole agli occhi del visitatore. La facciata della Chiesa fu progettata da Pietro Camporese il Giovane durante la prima metà del XIX secolo. Dietro la chiesa sorge un piccolo campanile del XII secolo, «er campaniletto», come è chiamato dagli abitanti di Trastevere, a forma quadrata con la campana più antica di Roma. L’interno ha una pianta a tre navate, come le tipiche chiese medievali, con le colonne a destra dell’altare che probabilmente erano appartenenti alla chiesa di S. Lorenzo oggigiorno non più esistente. Infatti dietro dette colonne compare un affresco in cui sono raffigurati, ai piedi della Madonna col Bambino, S. Benedetto e S. Lorenzo.

10Tomasso2Entrando nella chiesa (che risulta ben più ampia rispetto alla facciata), sulla sinistra si accede ad una piccola cappella dedicata alla Madonna della Misericordia, raffigurata in un’icona (copia di una copia dell’originale, scomparsa ormai da secoli, dicono, portata via ad opera di monaci benedettini romani). A destra dell’altare dedicato alla Vergine vi è un angolo dove il giovane Benedetto pregava e faceva penitenza, anche se va ricordato che solo il muro di sinistra, di questo sacro speco, è originale. Nella chiesa ci sono tre raffigurazioni di S. Benedetto: la prima rappresenta il Santo ancora giovane, la seconda, sull’altare maggiore, rappresenta S. Benedetto con la Regola ed è databile intorno al XIII secolo, la terza è quella che si trova di fianco all’altare e rappresenta il Santo, ormai vecchio, in compagnia di S. Lorenzo e di cui abbiamo già parlato.

Le origini di questo sacro luogo risalgono all’VIII secolo quando la chiesa ancora non c’era, qui sorgeva l’oratorio di S. Benedetto,10Tomasso4 successivamente, nel XII secolo diventò chiesa di S. Benedetto «de piscina». Nel XV secolo si intervenne con restauri importanti del tetto e del campanile. Nel XVII secolo nuove modifiche alla facciata mentre nel secolo successivo vennero eretti gli altari di S. Benedetto e S. Lorenzo ed effettuati altri restauri. Nel 1849 nuovi lavori finanziati da Pio IX. Poi nel 1939 la Chiesa fu affidata alle suore carmelitane, quindi tra il 2004 e il 2008, dopo accurati rifacimenti, la chiesa di S. Benedetto in Piscinula fu consegnata all’Associazione internazionale degli Araldi del Vangelo, movimento cattolico giovane, riconosciuto dalla Santa Sede nel 2001, da San Giovanni Paolo II, come Associazione Privata di Fedeli di Diritto Pontificio.

La deliziosa chiesetta di S. Benedetto in Piscinula è poco conosciuta anche dagli stessi romani, da tempo non è più parrocchia ma vi si dice messa e vi viene celebrato qualche matrimonio. Solo per pochi anni fu affidata a monaci benedettini. Nonostante il 21 marzo vi venga festeggiato, la chiesa non viene mai coinvolta nelle odierne commemorazioni nazionali e internazionali del Santo della Regola. Di là non passa mai la fiaccola di S. Benedetto, questa chiesa resta fuori da quelli che vengono indicati come i luoghi del Santo. Se si parla del soggiorno a Roma del giovane Benedetto, non si precisa dove abitasse, né si mette in evidenza come da Roma sia partita la sua vocazione monacale che lo portò prima nella Valle dell’Aniene, poi a Subiaco e finalmente a Montecassino.

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