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«Studi Cassinati», anno 2019, n. 4
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Nel corso dei tragici e luttuosi eventi della Seconda guerra mondiale Piedimonte San Germano fu distrutta, al pari delle limitrofe città di Cassino, Villa S. Lucia e Pontecorvo, al 100% . Piedimonte fu liberata il 25 maggio 1944 dai soldati del II Corpo d’armata polacco del gen. Wladislaw Anders, i quali rinvennero, nella distrutta Chiesa Parrocchiale, la statua di Santa Lucia. La ritrovarono integra ancora all’interno dell’armadio dove era stata nascosta prima dell’evacuazione del paese, con ai piedi la statua di Gesù Bambino. Dopo averla recuperata, la portarono nella chiesa di san Nicola in piazza Vittorio Veneto che aveva avuto il tetto sfondato a causa dei bombardamenti e lì fu esposta rivestita degli abiti sacri della Madonna probabilmente perché scambiata per una statua di Maria Santissima. Tuttavia nella chiesa di San Nicola si trovava un’altra statua della Madonna, quella del Sacro Cuore di Maria. Anch’essa, secondo la tradizione orale, si salvò dalla distruzione e fu rinvenuta dai soldati polacchi che la tolsero dalla nicchia in alto dove era ubicata e la poggiarono sul pavimento.
Come suggerisce l’odierno, dinamico, attento, parroco di Piedimonte San Germano, d. Tonino Martini, la questione che si pone scaturisce dalla comparazione delle due eccezionali fotografie scattate dai soldati polacchi. Se nella prima è riconoscibile la statua di S. Lucia al momento del ritrovamento all’interno dell’armadio, mentre nell’altra è visibile una statua da taluni ritenuta quella di S. Lucia rivestita con gli abiti della Madonna quando in realtà è quella del Sacro Cuore di Maria, allora dove è andata a finire quest’ultima statua considerato che quella odierna non è quella originale ma è un’altra?
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