Studi Cassinati, anno 2014, n. 2
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di Mariella Tomasso
Ho conosciuto personalmente una donna splendida: Marisa Errico Catone di cui voglio parlarvi. È una scrittrice, ho fatto la sua conoscenza perché ho scovato un suo libro, dire come, sarebbe troppo lungo. Con grande stupore e compiacimento, ho scoperto che parla delle disavventure di due profughi scampati alla distruzione di Montecassino. La prima cosa che mi ha colpito è stata la conoscenza puntuale dell’Autrice, nativa di Merano, dei fatti storici, dei nostri luoghi e del nostro dialetto.
Il libro intitolato Come la polvere – L’odissea dei profughi di Montecassino, edito da Nuova Dimensione, è appunto della professoressa Marisa Errico Catone che ha personalmente raccolto le testimonianze di una dei protagonisti. L’autrice, docente per molti anni presso l’Istituto Tecnico “Galilei” di Roma, ha redatto un romanzo toccante e amaro.
Molti hanno scritto o riportato memorie di guerra, ma sono persone la cui cultura o formazione oppure esperienza, ha permesso di rendere note le proprie vicende di guerra dolorose e toccanti, ricordi che arrivano fino alla morte di familiari e amici. La peculiarità del romanzo sta nel fatto, invece, che racconta le vicissitudini di due profughi la cui ignoranza, dabbenaggine e ingenuità portano a commettere errori madornali nella loro fuga. Anche tra gli sfortunati che si sono trovati, loro malgrado, sulla linea Gustav ci sono stati i più disgraziati e sfortunati, gli ultimi degli ultimi, e tra questi ci sono i protagonisti della storia di cui ci parla l’Autrice. Fino ad ora di costoro nessuno aveva scritto, almeno in modo completo e puntuale, ora grazie a Marisa Errico Catone ne cominciamo a prendere coscienza.
Il romanzo racconta una storia vera, quella di Mentina e Michele, due sguatteri di una masseria ubicata tra Veroli e Amaseno, lei vittima di uno stupro di gruppo viene cacciata insieme a lui, accusato ingiustamente del fatto. Si rifugiano a Montecassino e dopo il bombardamento la loro ignoranza li porta a rinunciare allo sfollamento poiché sui camion militari non avrebbero fatto salire le capre di loro proprietà. Continua il loro calvario, fatto di mortificazioni, sacrifici e delusioni, nonché dell’avanzare della gravidanza di Mentina, la quale dà alla luce la bimba, Ancilla, che aspetta da Michele (o frutto dello stupro?). L’Autrice ha incontrato i protagonisti a Roccamonfina dove, passato il fronte abitano anche Mentina, Michele e Ancilla. Ironia della sorte Michele e Mentina, che si amano nonostante tutto, si sposano quattro volte (per ogni matrimonio c’era qualcosa che non era regolare, ma Mentina teneva molto ad avere con Michele un vincolo matrimoniale), la prima volta li unisce in matrimonio a Montecassino don Eusebio già molto malato, ma lo fa senza testimoni e poco dopo muore.
L’autrice non ha cambiato il nome dei luoghi e delle persone, tranne quello dei tre protagonisti: Mentina, Michele e Ancilla, poiché qualora quest’ultima fosse ancora viva, non intende renderla riconoscibile. Si troveranno nel romanzo nomi ben noti ai cassinati: l’Abate Diamare, Fra’ Carlomanno, don Agostino e altri nomi. Vi si troveranno espressioni quali “Fuimmecenne”, urlo di una donna durante il bombardamento.
Insomma un libro da leggere.
Marisa Errico Catone, Come la polvere. L’odissea dei profughi di Montecassino, Prefazione di Marida Lombardo Pijola, Nuova Dimensione, Portogruaro 2014, pagg. 315, f.to 17×24, ISBN 978-88-89100-89-9, € 17,00.
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