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Studi Cassinati, anno 2012, n. 4
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di Antonio Nardone
Mettendo in ordine i documenti del prof. Antonio Nardone, insegnante di Lettere al Liceo Classico «G. Carducci» e venuto a mancare il 26 ottobre 2010, la moglie Ester Azzoli ha rinvenuto tra le sue carte questa relazione. Il documento non è datato, ma dal tenore del contenuto si può arguire che sia stato redatto agli inizi degli anni Settanta. Ci è parsa interessante per la messa a fuoco del livello di scolarizzazione e dei connessi rapporti con l’economia locale negli anni dell’immediato dopoguerra.
Il ventennio 1951-71 è stato un periodo di notevoli progressi non solo in termini strettamente economici, ma anche in termini di generale benessere economico-sociale. Un indice dei progressi compiuti verso un più elevato livello di vita è senza dubbio fornito dall’aumentato livello di istruzione della popolazione del Cassinate come risulta dai censimenti del 1951, del 1961 e del 1971. I progressi compiuti non sono stati comunque tali da far ritenere risolto il problema dell’istruzione. L’esigenza di rendere la scuola sempre più aderente alle necessità della società in rapido sviluppo, soprattutto dal 1970 ad oggi, si fa sentire con tutto il suo peso. C’è ancora molto cammino da fare prima di poter dire di aver vinto la battaglia contro l’ignoranza. L’analfabetismo, nonostante i progressi compiuti, è ancora diffuso non solo nelle borgate e tra le famiglie rurali, ma anche nel centro cittadino. Moralmente è inammissibile l’analfabetismo oggi: oltre a creare disuguaglianze nella ripartizione della società, esso divide in due categorie i cittadini. A tutti è noto il sentimento di inferiorità che tale malanno sociale produce nell’uomo moderno.
Il diffuso analfabetismo e semianalfabetismo nella nostra terra rappresentano certamente uno dei più gravi ostacoli ad un rapido sviluppo economico. Dei tanti stabilimenti industriali sorti nella periferia di Cassino, solo la RIV e la RELAC S.p.a. hanno resistito al catastrofico vento del fallimento che ha colpito inesorabilmente la PLASTOFER e la SILCA. Una volta fu chiesto a Diogene quale fosse il peso più grave che la terra sopportasse e il filosofo rispose che era quello dell’uomo ignorante. Fra le tante cause, quelle del basso livello culturale e della scarsa preparazione professionale hanno fortemente contribuito all’arresto dello sviluppo industriale, che aveva determinato il passaggio di molte forze del lavoro dal settore agricolo a quello industriale. Ora per fortuna si sta riprendendo con l’entrata in attività della fabbrica di auto FIAT a Piedimonte S. Germano. Questo grande complesso industriale è sorto come nucleo di quella industrializzazione cassinate da tempo auspicato e destinato a un fecondo avvenire per la popolazione di Cassino e dei paesi vicini.
Comunque una graduale riduzione dell’analfabetismo ha determinato un migliorato livello d’istruzione della popolazione. Contemporaneamente c’è stato il passaggio, sempre più accentuato, delle forze di lavoro da un settore all’altro, soprattutto dall’agricoltura all’industria e al commercio. Ciò è dimostrato dai risultati dei censimenti della popolazione del 1951, 1961 e 1971. Nel Comune di Cassino si ha il seguente quadro:
Anno Popolazione residente Agricoltura Industria
1951 19.254 4.668 2.121
1961 21.105 2.068 2.650
1971 24.298 1.111 2.622
Nel 1951 gli analfabeti superavano il 15%, nel 1961 costituivano il 12,8% e nel 1971 erano il 10% della popolazione in età da 6 anni in poi. Nella provincia di Frosinone gli analfabeti sono passati dal 22,4%, al 16,1%, al 10,9%. Questi valori sono molto vicini a quelli registrati nel Mezzogiorno: 24,4%, 16,2%, 12% circa. Non bisogna poi dimenticare che l’emigrazione, accentuata nelle categorie dei meno abbienti ove è più grave la miseria culturale e più fertile l’analfabetismo, ha fatto calare abbastanza l’indice degli analfabeti. Il fenomeno è più grave nella popolazione femminile: nel 1961 nella nostra provincia si avevano 23 analfabeti su 100 femmine residenti in età da 6 anni in poi. Le analfabete censite furono 46.715 su 222.755 donne residenti in provincia. Il numero è assai alto quando si considera che nel totale sono comprese moltissime bambine inferiori ai 6 anni di età. Parecchie province del Mezzogiorno hanno un grado di analfabetismo inferiore al nostro.
Volendo valutare meglio l’insufficiente grado d’istruzione di una popolazione, occorre considerare anche l’insufficiente preparazione scolastica desumibile dalla percentuale dei censiti alfabetizzati che risultano essere sprovvisti di un titolo di studio. Nel 1961 nella nostra provincia 62.936 alfabetizzati risultavano privi di titolo di studio. Essi rappresentavano il 18,5% della popolazione residente in età da 6 anni in poi. È di scarso rilievo il numero di coloro che, superata l’età giovanile, acquisiscono un titolo di studio attraverso la frequenza di appositi corsi di istruzione sia pure a livello elementare. Le cosiddette “scuole popolari” sono in diminuzione, soprattutto per la ormai diffusa convinzione errata, secondo cui gli analfabeti adulti sono finiti. Perciò i censiti che hanno superato l’età scolastica privi di un titolo di studio non saranno più riguadagnati. Facilmente si verifica il contrario, cioè il passaggio dalla categoria di analfabeta privo di titolo di studio a quella di analfabeta vero e proprio: ciò in particolare per coloro che in età scolastica hanno frequentato soltanto le prime classi della scuola elementare. In ogni modo è certo che, nella moderna società tecnologica, il livello culturale, sia dell’analfabeta “assoluto”, sia dell’analfabeta privo di titolo di studio, risulta del tutto inadeguato alle esigenze della vita e del lavoro che si stanno configurando nella provincia e nel Cassinate. Lascia sperare in un miglioramento della situazione il fatto che l’analfabetismo nella nostra provincia è più alto nelle classi di età media e vecchia e più basso in quella di età giovane. Ciò è molto interessante non solo perché rappresenta un indice dei grandi sforzi e dei notevoli risultati conseguiti nel campo dell’istruzione nel ventennio indicato, ma soprattutto perché può rappresentare un fattore di grande importanza per il futuro sviluppo economico della provincia e del Cassinate. Nel 1951 gli analfabeti in età fra i 6 e i 14 anni rappresentavano il 5,4% dei censiti in tale età; nel 1961 tale valore si ridusse al 2,3%; nel 1971 la riduzione è contenuta facendo scendere tale indice. Miglioramenti più sensibili si sono avuti tra la popolazione femminile, il cui grado di analfabetismo è passato dal 6% del 1951 al 2,4 % del 1961 e intorno all’1% del 1971. Naturalmente, se si considerano dei singoli comuni, tali indici aumentano sensibilmente. Né bisogna ritenere che il fenomeno dell’analfabetismo sia più grave in campagna che non in città. Si verifica proprio il contrario. In città si sono riversate masse di operai attratte dalla facilità di trovare il posto di lavoro e la più sicura possibilità di esistenza e di difesa. Essi vi hanno portato con sé la loro miseria culturale di cui difficilmente riescono a liberarsi perché troppo presi dal bisogno di guadagnarsi la vita e alquanto indifferenti alle forme di emancipazione culturale che richiedono tempo, sacrifici e pazienza. Comunque la non alta percentuale di analfabetismo e di “quasi analfabetismo” esistente nella nostra provincia, per quanto riguarda le classi di età giovane, lascia ben sperare in un futuro recupero delle distanze che ancora separano il Frusinate in generale e il Cassinate in particolare dalle regioni socialmente più evolute dell’Italia centrale e settentrionale.
Nel 1951 in provincia 1’86,1% dei censiti forniti di titolo di studio era in possesso della sola licenza elementare. Oggi la situazione è sensibilmente migliorata. Si sono avuti infatti grandi incrementi per quanto riguarda sia i titoli di istruzione universitaria sia quelli di istruzione media inferiore e superiore. C’è stato un grande aumento della percentuale di quelli forniti di abilitazione tecnica rispetto a quelli forniti di diploma di maturità classica e scientifica. Si è passati dal 29% del 1951 al 23% del 1961 per la maturità classica e scientifica, dal 50% del 1951 al 48% del 1961 per l’abilitazione magistrale; dal 21% del 1951 al 26% del 1961 per l’abilitazione tecnica. Il restante 3% del 1961 è costituito da altri titoli non specificati. I dati relativi al censimento del 1971 non sono ancora conosciuti con precisione, ma si ha motivo di ritenere che i diplomi degli istituti tecnici e professionali sono aumentati notevolmente. Infatti in quest’ultimo decennio c’è stato un progresso particolarmente rilevante nell’istruzione tecnica e professionale. È interessante questo fenomeno perché esso sta ad indicare che anche qui da noi la scuola si sta strutturando in maniera più idonea a far fronte alle richieste del mercato del lavoro di una società ormai tecnicamente avviata. L’alta percentuale di iscritti agli istituti tecnici industriali, agli istituti tecnici per geometri e ragionieri e agli istituti professionali costituisce un dato molto importante.
La diffusione delle scuole sul territorio della provincia e particolarmente a Cassino può ritenersi soddisfacente. Ormai abbiamo quasi tutti i tipi di scuola e di istituti. A Cassino sono attivi un Istituto Superiore di Magistero e la Facoltà di Economia e Commercio, mentre a Sora è aperta quella di Medicina. Ciò che non soddisfa affatto è la penuria di edifici scolastici, è lo scarso numero di aule, è la mancanza di attrezzature necessarie per il regolare funzionamento e soprattutto l’inefficienza dell’assistenza scolastica che in alcune scuole non esiste proprio se non a livello elementare, ove del resto si concretizza nella semplice fornitura del libro di lettura e del sussidiario. Tralasciando le scuole materne presenti in diversi posti da quando è entrata in vigore la legge istitutiva 18.3.1968 n. 444 e limitando l’esame alle scuole elementari, medie inferiori e superiori, si ha il seguente quadro nella nostra provincia:Scuole Elementari: N. 357 di cui 37 a Cassino
Scuole Medie Statali: N. 59 di cui 3 a Cassino
sezioni staccate: N. 29
Licei Ginnasi: N. 6 di cui 1 a Cassino
sezioni staccate: N. 3
Licei Scientifici: N. 3 di cui 1 a Cassino
sezioni staccate: N. 2
Istituti Magistrali: N. 7 di cui 1 a Cassino
Istituti Tecnici Comm. e per Geometri: N. 4 di cui 1 a Cassino
Istituti Tecnici Industriali: N. 6 di cui 1 a Cassino
Istituti Artistici: N. 4 (una sezione staccata a Cassino)
Istituti Professionali per l’industria
e l’artigianato: N. 8 di cui 1 a Cassino
Istituti Tecnici femminili: N. 13 di cui 1 a Cassino
Scuole coordinate: N. ———
Istituti Professionali per il commercio: N. 4 di cui 1 a Cassino
Istituto Professionale Alberghiero: N. 1 (una Sezione coordinata a Cassino)
Centri di lettura e di Formazione
funzionanti nell’anno 1971-’72: N. 90 di cui 5 a Cassino
Il diffuso analfabetismo e semianalfabetismo nella nostra terra rappresentano certamente uno dei più gravi ostacoli ad un rapido sviluppo economico. Dei tanti stabilimenti industriali sorti nella periferia di Cassino, solo la RIV e la RELAC S.p.a. hanno resistito al catastrofico vento del fallimento che ha colpito inesorabilmente la PLASTOFER e la SILCA. Una volta fu chiesto a Diogene quale fosse il peso più grave che la terra sopportasse e il filosofo rispose che era quello dell’uomo ignorante. Fra le tante cause, quelle del basso livello culturale e della scarsa preparazione professionale hanno fortemente contribuito all’arresto dello sviluppo industriale, che aveva determinato il passaggio di molte forze del lavoro dal settore agricolo a quello industriale. Ora per fortuna si sta riprendendo con l’entrata in attività della fabbrica di auto FIAT a Piedimonte S. Germano. Questo grande complesso industriale è sorto come nucleo di quella industrializzazione cassinate da tempo auspicato e destinato a un fecondo avvenire per la popolazione di Cassino e dei paesi vicini.
Comunque una graduale riduzione dell’analfabetismo ha determinato un migliorato livello d’istruzione della popolazione. Contemporaneamente c’è stato il passaggio, sempre più accentuato, delle forze di lavoro da un settore all’altro, soprattutto dall’agricoltura all’industria e al commercio. Ciò è dimostrato dai risultati dei censimenti della popolazione del 1951, 1961 e 1971. Nel Comune di Cassino si ha il seguente quadro:
Anno Popolazione residente Agricoltura Industria
1951 19.254 4.668 2.121
1961 21.105 2.068 2.650
1971 24.298 1.111 2.622
Nel 1951 gli analfabeti superavano il 15%, nel 1961 costituivano il 12,8% e nel 1971 erano il 10% della popolazione in età da 6 anni in poi. Nella provincia di Frosinone gli analfabeti sono passati dal 22,4%, al 16,1%, al 10,9%. Questi valori sono molto vicini a quelli registrati nel Mezzogiorno: 24,4%, 16,2%, 12% circa. Non bisogna poi dimenticare che l’emigrazione, accentuata nelle categorie dei meno abbienti ove è più grave la miseria culturale e più fertile l’analfabetismo, ha fatto calare abbastanza l’indice degli analfabeti. Il fenomeno è più grave nella popolazione femminile: nel 1961 nella nostra provincia si avevano 23 analfabeti su 100 femmine residenti in età da 6 anni in poi. Le analfabete censite furono 46.715 su 222.755 donne residenti in provincia. Il numero è assai alto quando si considera che nel totale sono comprese moltissime bambine inferiori ai 6 anni di età. Parecchie province del Mezzogiorno hanno un grado di analfabetismo inferiore al nostro.
Volendo valutare meglio l’insufficiente grado d’istruzione di una popolazione, occorre considerare anche l’insufficiente preparazione scolastica desumibile dalla percentuale dei censiti alfabetizzati che risultano essere sprovvisti di un titolo di studio. Nel 1961 nella nostra provincia 62.936 alfabetizzati risultavano privi di titolo di studio. Essi rappresentavano il 18,5% della popolazione residente in età da 6 anni in poi. È di scarso rilievo il numero di coloro che, superata l’età giovanile, acquisiscono un titolo di studio attraverso la frequenza di appositi corsi di istruzione sia pure a livello elementare. Le cosiddette “scuole popolari” sono in diminuzione, soprattutto per la ormai diffusa convinzione errata, secondo cui gli analfabeti adulti sono finiti. Perciò i censiti che hanno superato l’età scolastica privi di un titolo di studio non saranno più riguadagnati. Facilmente si verifica il contrario, cioè il passaggio dalla categoria di analfabeta privo di titolo di studio a quella di analfabeta vero e proprio: ciò in particolare per coloro che in età scolastica hanno frequentato soltanto le prime classi della scuola elementare. In ogni modo è certo che, nella moderna società tecnologica, il livello culturale, sia dell’analfabeta “assoluto”, sia dell’analfabeta privo di titolo di studio, risulta del tutto inadeguato alle esigenze della vita e del lavoro che si stanno configurando nella provincia e nel Cassinate. Lascia sperare in un miglioramento della situazione il fatto che l’analfabetismo nella nostra provincia è più alto nelle classi di età media e vecchia e più basso in quella di età giovane. Ciò è molto interessante non solo perché rappresenta un indice dei grandi sforzi e dei notevoli risultati conseguiti nel campo dell’istruzione nel ventennio indicato, ma soprattutto perché può rappresentare un fattore di grande importanza per il futuro sviluppo economico della provincia e del Cassinate. Nel 1951 gli analfabeti in età fra i 6 e i 14 anni rappresentavano il 5,4% dei censiti in tale età; nel 1961 tale valore si ridusse al 2,3%; nel 1971 la riduzione è contenuta facendo scendere tale indice. Miglioramenti più sensibili si sono avuti tra la popolazione femminile, il cui grado di analfabetismo è passato dal 6% del 1951 al 2,4 % del 1961 e intorno all’1% del 1971. Naturalmente, se si considerano dei singoli comuni, tali indici aumentano sensibilmente. Né bisogna ritenere che il fenomeno dell’analfabetismo sia più grave in campagna che non in città. Si verifica proprio il contrario. In città si sono riversate masse di operai attratte dalla facilità di trovare il posto di lavoro e la più sicura possibilità di esistenza e di difesa. Essi vi hanno portato con sé la loro miseria culturale di cui difficilmente riescono a liberarsi perché troppo presi dal bisogno di guadagnarsi la vita e alquanto indifferenti alle forme di emancipazione culturale che richiedono tempo, sacrifici e pazienza. Comunque la non alta percentuale di analfabetismo e di “quasi analfabetismo” esistente nella nostra provincia, per quanto riguarda le classi di età giovane, lascia ben sperare in un futuro recupero delle distanze che ancora separano il Frusinate in generale e il Cassinate in particolare dalle regioni socialmente più evolute dell’Italia centrale e settentrionale.
Nel 1951 in provincia 1’86,1% dei censiti forniti di titolo di studio era in possesso della sola licenza elementare. Oggi la situazione è sensibilmente migliorata. Si sono avuti infatti grandi incrementi per quanto riguarda sia i titoli di istruzione universitaria sia quelli di istruzione media inferiore e superiore. C’è stato un grande aumento della percentuale di quelli forniti di abilitazione tecnica rispetto a quelli forniti di diploma di maturità classica e scientifica. Si è passati dal 29% del 1951 al 23% del 1961 per la maturità classica e scientifica, dal 50% del 1951 al 48% del 1961 per l’abilitazione magistrale; dal 21% del 1951 al 26% del 1961 per l’abilitazione tecnica. Il restante 3% del 1961 è costituito da altri titoli non specificati. I dati relativi al censimento del 1971 non sono ancora conosciuti con precisione, ma si ha motivo di ritenere che i diplomi degli istituti tecnici e professionali sono aumentati notevolmente. Infatti in quest’ultimo decennio c’è stato un progresso particolarmente rilevante nell’istruzione tecnica e professionale. È interessante questo fenomeno perché esso sta ad indicare che anche qui da noi la scuola si sta strutturando in maniera più idonea a far fronte alle richieste del mercato del lavoro di una società ormai tecnicamente avviata. L’alta percentuale di iscritti agli istituti tecnici industriali, agli istituti tecnici per geometri e ragionieri e agli istituti professionali costituisce un dato molto importante.
La diffusione delle scuole sul territorio della provincia e particolarmente a Cassino può ritenersi soddisfacente. Ormai abbiamo quasi tutti i tipi di scuola e di istituti. A Cassino sono attivi un Istituto Superiore di Magistero e la Facoltà di Economia e Commercio, mentre a Sora è aperta quella di Medicina. Ciò che non soddisfa affatto è la penuria di edifici scolastici, è lo scarso numero di aule, è la mancanza di attrezzature necessarie per il regolare funzionamento e soprattutto l’inefficienza dell’assistenza scolastica che in alcune scuole non esiste proprio se non a livello elementare, ove del resto si concretizza nella semplice fornitura del libro di lettura e del sussidiario. Tralasciando le scuole materne presenti in diversi posti da quando è entrata in vigore la legge istitutiva 18.3.1968 n. 444 e limitando l’esame alle scuole elementari, medie inferiori e superiori, si ha il seguente quadro nella nostra provincia:Scuole Elementari: N. 357 di cui 37 a Cassino
Scuole Medie Statali: N. 59 di cui 3 a Cassino
sezioni staccate: N. 29
Licei Ginnasi: N. 6 di cui 1 a Cassino
sezioni staccate: N. 3
Licei Scientifici: N. 3 di cui 1 a Cassino
sezioni staccate: N. 2
Istituti Magistrali: N. 7 di cui 1 a Cassino
Istituti Tecnici Comm. e per Geometri: N. 4 di cui 1 a Cassino
Istituti Tecnici Industriali: N. 6 di cui 1 a Cassino
Istituti Artistici: N. 4 (una sezione staccata a Cassino)
Istituti Professionali per l’industria
e l’artigianato: N. 8 di cui 1 a Cassino
Istituti Tecnici femminili: N. 13 di cui 1 a Cassino
Scuole coordinate: N. ———
Istituti Professionali per il commercio: N. 4 di cui 1 a Cassino
Istituto Professionale Alberghiero: N. 1 (una Sezione coordinata a Cassino)
Centri di lettura e di Formazione
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