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«Studi Cassinati», anno 2021, n. 4
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di Francesco Di Giorgio
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Nel 1901 nasce, su iniziativa della Federazione del Partito socialista di Terra di Lavoro, il giornale «La Luce». Dopo alterne vicende, tra chiusure e riaperture a causa di censure, nel 1906 ne assume la direzione il cassinate avv. Bernardo Nardone1 nativo di Arce ma residente in Cassino per ragioni legate alla sua attività forense. Attorno al foglio si svilupparono intense iniziative politiche e sindacali tutte tese a rafforzare le idee socialiste che, in quegli anni, si andavano propagando nelle campagne e nelle fabbriche di tutta Italia. A partire dal 3 marzo 1904 a «La Luce» si affianca «Il Fuoco», con sottotitolo «giornale del popolo», fondato e diretto dall’avv. Gaetano Di Biasio, futuro sindaco di Cassino, e dal procuratore Ettore Pedron, che aveva la sede redazionale in via Riccardo da San Germano n. 23. Tra i maggiori sostenitori di questi fogli figurano i ferrovieri, soprattutto quelli che si raccoglievano presso il deposito locomotive di Cassino tra i più impegnati sia in politica, sia nelle nascenti organizzazioni sindacali. Tra questi Giovanni Gallozzi di Cassino e Gilberto Saltelli di Roccasecca. Entrambi saranno tra i promotori della cooperativa «Campania».
È in questo clima che nel 1903 viene varata la cosiddetta legge Luzzatti (dal nome del ministro del Tesoro, Luigi Luzzatti, che ne promosse l’approvazione). Con questa legge venne organizzato il settore dell’edilizia pubblica tramite l’introduzione di elementi correttivi del libero mercato delle abitazioni. Ed è nella città di Cassino che, agli inizi del ‘900 si concentrano interessanti iniziative edilizie proprio a cura dei ferrovieri che fanno tesoro della lettera e dello spirito della legge Luzzatti.
Quelli che vanno dal 1908 al 1912 sono gli anni che vedono il dispiegarsi delle forze socialiste in Terra di Lavoro in maniera pressoché generalizzata in tutto il territorio provinciale. Nel 1912 a Cassino si tiene il congresso provinciale del Partito socialista seguendo di pochi mesi quello di Reggio Emilia.
Tra le forze più fortemente organizzate nel portare avanti le idee socialiste e sindacali, oltre che i contadini vi erano i ferrovieri che a Cassino costituivano un elemento di grande vitalità culturale e impegno sociale. In questa città, anche per la presenza di un deposito e officine riparazioni per locomotive, si concentravano ferrovieri provenienti sia del compartimento di Napoli sia del compartimento di Roma ma anche da paesi più lontani. Le Ferrovie dello Stato, ente statale di maggior peso nell’economia del paese, sentì il bisogno di avviare un vasto programma nazionale nel settore dell’edilizia. L’idea faceva seguito a esperienze già concretizzate alla fine del XIX sec. quando imprese di rilievo nazionale sostenute da capitali privati avevano rivolto la loro attenzione nei confronti del mondo del lavoro e dei suoi dipendenti con corposi programmi di edilizia economica e popolare allo scopo di fidelizzare i lavoratori rispetto alle aziende per le quali lavoravano.
L’amministrazione delle Ferrovie adottò varie forme di finanziamento per la costruzione degli alloggi sovvenzionati che in sintesi si possono così evidenziare: 1) alloggi costruiti con fondi patrimoniali che restavano inalienabili; 2) case economiche, costruite con finanziamenti della Cassa depositi e prestiti, gestite dall’Azienda ad uso per alloggi dipendenti delle Ferrovie con amministrazione autonoma; 3) case a proprietà individuale destinate ad essere riscattate dai ferrovieri aventi diritto, costruite da società cooperative edificatrici ferroviarie convenzionate a vario titolo con l’amministrazione delle ferrovie dello Stato.
A Cassino partirono programmi edilizi utilizzando proprio quest’ultima formula. Fu dapprima costituita una cooperativa tra ferrovieri denominata «Cooperativa Campania» per la costruzione di case popolari tra i ferrovieri di Cassino. La costituzione della Cooperativa avvenne pochi giorni prima della inaugurazione della sede della sezione dei sindacati ferrovieri avvenuta il 29 agosto del 1920.
La cronaca del giornale «Terra di Lavoro» così rilevò l’evento: «dopo l’inaugurazione della sede del sindacato ferrovieri, in piazza Umberto alle ore 10 si tenne il comizio conclusivo della cerimonia. Dinanzi ad un imponente numero di lavoratori della terra, di ferrovieri e di operai, aprì il comizio il segretario della sezione Salvatore Pascarella, che con poche parole presentò gli oratori. Parlò Ugo Massimi per il sindacato ferrovieri di Roma, ed espose l’utilità e la necessità dell’organizzazione di classe. Poi ebbero la parola Altieri, la dottoressa Maria Lombardi2 di Sessa, che parlò specialmente del divorzio e del matrimonio, e Bernardino De Dominicis per l’Unione Sindacale Italiana. Il comizio si sciolse con massimo ordine e non vi furono schiamazzi».
Il programma edilizio promosso dalla Cooperativa ferrovieri prese le mosse con la posa della prima pietra il 23 aprile 1922. Fu realizzato con grande attenzione dopo aver ben ponderato anche gli aspetti urbanistici della città.
Alla inaugurazione del cantiere fu realizzata una lapide in pietra che ricordava l’evento. Poi a seguito degli eventi bellici della Seconda guerra mondiale con la distruzione totale di Cassino, della lapide non se ne aveva più traccia.
È nell’anno 2000 che, durante lavori di ristrutturazione dei fabbricati rispunta fuori quella vecchia pietra. Grazie all’attenzione e cura di Emilio Pistilli, presidente del Centro Documentazione e Studi Cassinati, il prezioso reperto venne recuperato e reso visibile nella parete del fabbricato nelle immediate vicinanze del teatro Manzoni.
Sulla pietra è riportato in alto il logo del sindacato ferrovieri italiani3 mentre a seguire in basso sono scolpite le parole:
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COOPERATIVA CAMPANIA PER COSTRUZIONE DI CASE POPO- LARI TRA FER- ROVIERI DI CAS- SINO. AUSPICE S.E. ACHILLE VISOCCHI4 PRESIDENTE ONORARIO QUESTA PRIMA PIETRA POSE 23 APRILE 1922 |
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Con il Secondo conflitto mondiale la guerra arriva a Cassino e determina la distruzione totale della città. Finito il rumore dei cannoni bisognava porre mano alla ricostruzione. Obiettivo primario ridare un tetto ai cassinati sopravvissuti che lentamente rientravano dalle zone di sfollamento. Le Ferrovie dello Stato fu uno dei primi enti nazionali a rispondere all’appello con l’apertura di diversi cantieri per la costruzione di alloggi popolari gestita, questa volta, direttamente dall’amministrazione ferroviaria. Diverse le zone della città oggetto degli interventi: un palazzo in via Bonomi, un intero complesso in via Virgilio, un palazzo di grandi dimensioni (soprannominato «il palazzone») in Via delle terme.
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NOTE
1 Bernardo Nardone, nato ad Arce il 10 febbraio 1867, avvocato. Studia legge all’Università di Napoli dove entra in contatto con i primi gruppi socialisti e inizia la sua attività politica. Si trasferisce a Cassino per ragioni professionali. Nel 1900 al Congresso socialista di Caserta viene nominato membro della Direzione provinciale e direttore del periodico «La Luce». Particolarmente impegnato tra i contadini della piana di Pontecorvo, tra gli operai del polverificio sul Liri e i ferrovieri di Cassino e Roccasecca. Sostenitore delle tesi comuniste, al Congresso provinciale di Roccasecca del 7 novembre 1920, è il promotore della scissione comunista in Terra di Lavoro. Sulla figura cfr. R. Fraioli, Bernardo Nardone: un rivoluzionario di Terra di Lavoro, Arce 1999.
2 Maria Lombardi, nata a Sessa Aurunca il 24 marzo 1882, medico. Nell’immediato dopoguerra è attiva propagandista del Partito socialista e del movimento sindacale in tutto il cassinate e partecipa alle agitazioni contadine per l’assegnazione delle terre demaniali. Segnalata per attività sovversiva, così riporta la sua scheda personale del Casellario politico centrale alla data del 8 gennaio 1921: «essa esercita la professione di medichessa e per tale fatto anche può riuscire ed è riuscita pericolosa in caso di sommosse. È stata perciò iscritta nell’elenco di persone da arrestare in casi di grave turbamento dell’ordine pubblico». Sulla figura cfr. S. Franco, Maria Lombardi: l’impegno politico e sociale, Caramanica Ed., Marina di Minturno 2009.
3 Logo sindacato ferrovieri italiani, costituito da una ruota ferroviaria con le ali laterali. Il logo che viene riportato sulla lapide è lo stesso così come approvato e facente parte integrante dello Statuto del Sindacato ferrovieri italiani nel congresso nazionale dell’organizzazione dell’aprile del 1907. (Statuto del sindacato ferrovieri italiani in «La Tribuna dei ferrovieri»,1 giugno 1907).
4 Achille Visocchi (Atina 1863 – Napoli 1945). Fu deputato, senatore e ministro del Regno d’Italia. Ricoprì la carica di sottosegretario di Stato ai lavori pubblici (1914-1916), al Tesoro (1917-1919); ministro dell’Agricoltura nel governo presieduto da Francesco Saverio Nitti.
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