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Studi Cassinati, anno 2012, n. 3
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di Giovanna Vacca
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Francesco De Sanctis ne La storia della letteratura italiana scrisse: «La semplicità è la forma della vera grandezza» e quale modo migliore per rendere omaggio a una delle personalità più importanti della cultura mondiale se non quello di seguire i suoi insegnamenti. La sedicesima presentazione de La prudenza e l’audacia, l’ultimo libro di Toni Iermano, docente di Letteratura italiana contemporanea presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, si è svolta così, in un semplice terrazzo del Museo dell’arte orafa, immersi nel verde colle di Cervaro, durante il pomeriggio assolato del 19 luglio scorso, nel corso del quale l’irpino è stato protagonista di una grande riunione tra professionisti e non. L’associazione Pier Paolo Pasolini, sotto l’egida della nuova Amministrazione comunale rappresentata da Fausto Colella e dall’assessore Freddy Gennari, ha promosso un’importante iniziativa culturale che nel territorio cervarese non aveva mai avuto precedenti e lo ha fatto in una maniera singolare, con lo spirito fresco e innovativo che solo i ragazzi possono avere. Accompagnato dalle note degli Ermendada Live, il cospicuo pubblico raccoltosi per l’occasione si è lasciato sedurre dalla parole dei relatori che hanno dipinto la figura ancora oggi moderna di Francesco De Sanctis. A sedersi in cattedra, oltre all’autore Toni Iermano, sono stati la professoressa Costanza D’Elia, il professor Gaetano De Angelis Curtis e il professor Marco De Angelis, moderati poi da Giuseppe Varone il quale ha aperto il convegno incantando la platea con sue le parole e spiegando come nel testo del professor Iermano si intraveda la fisionomia di una delle figure più importanti della letteratura mondiale e cioè appunto quella di Francesco De Sanctis. «Il mio primo contributo a De Sanctis risale a 30 anni fa e da allora è stata una costante per tutta la mia vita». Queste le parole che Toni Iermano sceglie per spiegare la motivazione che lo ha spinto a scrivere questo suo ultimo libro, spiegando come il Professor irpino abbia trasformato il sapere in militanza e come proprio il suo essere antiaccademico lo abbia reso un uomo dalla grande modernità. La professoressa D’Elia ha invece posto l’accento sul discorso desanctisiano La scienza e la vita, inserito dall’Università di Oxford tra i dieci discorsi più importanti per la storia dell’umanità, evidenziando la consapevolezza precoce che ne emerge. «De Sanctis è guerriero delle grandi battaglie», così ha esordito Gaetano De Angelis Curtis, il quale ha brillantemente esposto alla platea l’intero corso storico-politico seguito da De Sanctis durante le sue campagne elettorali, comprese quelle svolte nel nostro territorio. Per ultimo è invece intervenuto il professor Marco De Angelis che, definendo l’irpino come «una delle massime espressioni culturali del Risorgimento», ha poi posto in parallelo il saggio di Luigi Settembrini, La formazione di un patriota. Ascoltando relazioni di così alto calibro intellettuale e assistendo a un pubblico attento che soltanto la notte è riuscito a disperdere, forse Francesco De Sanctis troverebbe una forma concreta alle sue parole: un semplice convegno, un grande esempio morale e culturale.
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