Studi Cassinati, anno 2012, n. 3
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di Bruno Congiustì
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Non siamo qui a narrare le vicende dell’ultima guerra che richiederebbero ben altro impegno e comunque tale compito esulerebbe da uno spazio ridotto qual è il nostro. Comunque, senza ambizioni di essere esaustivi, abbiamo voluto sottoporre all’attenzione dei nostri lettori e degli studiosi attenti, una inedita, quanto interessante, pagina di solidarietà, che merita di essere conosciuta ed aggiunta alla più vasta letteratura storica del nostro paese.
Dopo 1’8 Settembre 1943, conquistata la Sicilia dopo lo sbarco del 10 Luglio, l’ 8° Armata degli Alleati, al comando del Generale Montgomery, arrivò in Calabria mentre i Tedeschi cercavano di ritardarne l’avanzata con ogni mezzo. Gli Alleati, comunque, sbarcarono a Termoli ma incontrarono notevoli difficoltà ad avanzare verso il Nord a causa della resistenza dei tedeschi che avevano realizzato, nei pressi di Cassino, una linea difensiva ricorrendo alla triste tecnica della “terra bruciata”. A Settembre 1943 Cassino aveva subìto già i primi bombardamenti ed ai primi di Febbraio 1944 era in corso la 2ª Battaglia di Cassino. Il 15 di Febbraio venne bombardata l’Abbazia benedettina di Montecassino con ben 236 apparecchi americani che avevano lanciato 576 tonnellate di bombe sul Monastero. Gli sfollati ricevettero l’avviso di prepararsi a partire per zone più sicure. La maggior parte di essi, col passare dei giorni, fu caricata su convogli ferroviari e dalla stazione di Caianello fu portata in paesi della Calabria e della Basilicata.
Al 22 Febbraio 1944, si riscontra da una Circolare prefettizia, era già iniziato l’arrivo dei profughi nella provincia di Catanzaro tant’è che il Prefetto emanò le prime direttive. In ogni Comune viene istituito un Comitato di Assistenza presieduto dal Sindaco e composto dall’Ufficiale Sanitario, dal Parroco, da due o quattro persone attive e capaci, competenti in materia assistenziale e da un rappresentante dei profughi. I profughi giungevano nel Centro di smistamento di Catanzaro e, dopo un controllo sanitario, venivano avviati alle singole destinazioni. Dopo i primi tre giorni in cui veniva erogato un sussidio forfettario di lire 28 a persona, la liquidazione successiva ai tre giorni era: lire 12 per ogni persona senza nucleo, lire 10 per ogni componente del nucleo superiore agli anni 15 e lire 8 per ogni componente inferiore agli anni 15. Il sussidio citato era comprensivo delle spese di vitto, alloggio e di ogni altro bisogno del profugo.
Il Prof. Vincenzo Squillacioti, in una sua interessante ricerca apparsa sul Periodico “La Radice” di Badolato, che ci è servita da stimolo per approfondire anche nel nostro paese la vicenda degli Sfollati, parla di circa 7.000 sfollati arrivati dal Marzo 1944 in tutta la ex Provincia di Catanzaro. In San Nicola da Crissa le persone anziane raccontano ancora i loro scarni ricordi dei cosiddetti Sfollati di Montecassino, ma gli storici del luogo non hanno raccolto e riportato materiale di ricerca su quella vicenda umana che ha visto un povero paesino delle Pre Serre distinguersi per accoglienza e solidarietà verso le popolazioni sbandate e bisognose, vittime della guerra. I nostri paesi, va ricordato, hanno saputo esprimere valori alti soprattutto in momenti difficili, in cui l’essenziale mancava in quasi tutte le nostre famiglie. Lo abbiamo visto con la vicenda dei confinati politici durante il fascismo, di cui abbiamo scritto su “La Barcunata” di Agosto 2010 e lo ribadiamo in queste pagine a proposito degli Sfollati di Montecassino, anche se nel nostro paese vi sono altre storie di sfollati come quelli, numerosi del 1943, che ricorderemo in altri numeri del nostro Periodico.
“La Barcunata” ha cercato di ricostruire in qualche modo anche questa bella pagina di storia, continuando così ad aggiungere tasselli alla “missione” del Periodico, continuando ad immergerci nell’ affascinante mondo della ricerca fatta con passione e disinteresse. È giusto sottolineare che nel nostro lavoro siamo stati supportati principalmente dall’Archivio Comunale al quale, pure nelle angustie, abbiamo potuto accedere grazie alla sensibilità della Amministrazione e degli Uffici comunali. È in queste polverose carte d’archivio che abbiamo potuto rinvenire qua e là appunti, lettere, circolari e nomi che vogliamo riportare, a costo di essere prolissi, sia per un doveroso omaggio verso le persone e sia per la speranza che qualcuno possa e voglia colmare le lacune della nostra ricerca.
I profughi sono arrivati nel nostro paese il 12 Giugno 1944 (Commissario Prefettizio Dott. Tommaso Tromby) e nella seconda metà d’Agosto erano già tutti andati via, anche se a fine Luglio erano già ridotti a 22 persone in 5 nuclei: (Pardi – Neri – Pacitto – Del Maestro – Della Guardia) perché gli altri si erano allontanati per raggiungere clandestinamente i loro paesi di origine.
Nella seconda quindicina di Giugno 1944 erano assistiti dall’ E.C.A. ben 13 nuclei familiari per un totale di 59 persone e tra questi ben 13 bambini sotto i dieci anni.
Solo in data 25/09/1945 il Prefetto, con sua circolare telegrafica, comunicava ai Comuni che era stato deciso il rimpatrio dei profughi a data riservata, senza ulteriore preavviso. Ai profughi andavano anticipati, al momento della partenza, generi tesserati per almeno 15 giorni e corrisposto il sussidio fino all’ultimo giorno di permanenza.
ELENCO FAMIGLIE SFOLLATE
l) Sambucci Benedetto 18/02/1887, sposato Mattia Maria, Piedimonte S. Germano (FR) – 11 componenti
2) Di Vetta Giovanni – Cassino (FR) – 5 componenti
3) D’Aquanno Orazia – Arpino (FR) – 4 componenti
4) Evangelista Francesca – Pignataro Interemna (FR) – 2 componenti
5) D’Aquanno Francesca – Villa S. Lucia (FR) – 2 componenti. Morta il 14/07/1944 a 75 anni
6) Pardi Roberto sposato Roscia Colomba – Pontecorvo (FR) – 3 componenti
7) Della Guardia Giovanni, sposato Capezzone Maria – Fontana Liri (FR) – 6 componenti
8) Ventre Aurelio sposato Marandolo Ernesta – Monte S. Giovanni Camp (FR). – 3 componenti
9) Neri Roberto sposato Assante Matilde – Arnara (FR) – 5 componenti
10) Pacitto Maria Teresa – Arnara (FR) – 1 componente
11) Del Maestro Giuseppe sposato Panaccione Francesca – Monte S. Giovanni (FR) – 8 componenti
12) Spiridigliozzi Francesco sposato Derzi Francesca Arce (FR) – 6 componenti
13) Capraro Maria Grazia – Cassino (FR) – 4 componenti
ALLOGGI, ALCUNI DEI QUALI REQUISITI:
Cilurzo Agata due stanze in via Roma per 3 persone – Forte Filippo due stanze in vico IV Roma per 5 persone – La Parrocchia mise a disposizione due vani – Galati Rosa fu Stefano due vani – Martino Raffaela fu Giovambattista due vani – Marchese Elisabetta fu Rocco due vani – La Confraternita del Rosario ospitò 8 persone (Sambucci) – La Confraternita del Crocifisso 2 persone (D’Aquanno) – Mannacio Francesco 20 persone (Di Vetta, D’Aquanno Orazia, Capraro, Della Guardia) – Iori Maddalena 8 persone – Riccio Costantino 2 persone – Condello Antonio 1 persona – Marchese Rosa 4 persone e pagliericci (Evangelista) – Durante Giovanna 5 persone – Marchese Marta 5 persone – Casa del Comune in via Alighieri 3 persone – Durante Grazia 6 persone – Corrado Giuseppe 8 persone – Galati Giuseppe fu Bruno 4 persone – Congiustì Marta 7 persone – Don Domenico Durante 5 persone – Bosco Emanuela 4 persone – Albergo 3 persone (Pardi)
HANNO FORNITO INDUMENTI PER DORMIRE:
Montagnese Teresa di Francesco – Un pagliericcio vuoto
Martino Lelio di Francesco – Una coperta
Scorcia Giovanna fu Vito – Un pagliericcio vuoto
Dott. Tromby Vincenzo di Tommaso – Un pagliericcio pieno di paglia
Malfarà Vincenzo fu Vito – Un pagliericcio di tela di sacco ed una coperta
Mannacio Rosina fu Pasquale – Una coperta
Furlano Concetta fu Tommaso – Un pagliericcio vuoto
Mazzè Rosario fu Francesco – Un pagliericcio vuoto
Carnovale Giovanna Rosa fu Antonio – Un pagliericcio vuoto
Marchese Giovambattista fu Francesco – Un pagliericcio ed una coperta
Cina Domenico fu Gregorio – Una coperta
Marchese Vitantonio fu Giuseppe – Un pagliericcio vuoto ed una coperta
Marchese Marianna di Paolo – Una coperta
Dott. Tromby Tommaso fu Pietro – Un pagliericcio vuoto
Tromby Domenico fu Pietro – Una coperta
Marchese Marta fu Giuseppe – Un pagliericcio nuovo a strisce azzurre
Spanò Giuseppe Maria – Una coperta
Merincola Giovanni fu Francesco – Un pagliericcio
Mazzè Virginia fu Raffaele – Una coperta di lana
Prof. Mannacio Nicola fu Vincenzo – Un pagliericcio pieno di crine
Iori Giuseppe fu Domenico – Una coperta
Pirone Felicia fu Antonio – Un pagliericcio di tela di sacco ed una coperta
Iozzo Antonio fu Antonio – Una coperta
Farm. Teti Francesco – Un pagliericcio pieno di paglia
Durante Vito fu Bruno – Una coperta
Santarzeri Rosina fu Bruno – Un pagliericcio pieno di paglia
Galati Maria Rosa di Francesco – Una coperta
Fera Giovanna fu Giuseppe – Una napre
Malfarà Vincenza di Nicola – Un pagliericcio vuoto
Boragina Macrina di Giuseppe – Una napre
Martino Rosaria fu Antonio – Un pagliericcio vuoto
Dott. Galati Gaspare – Una coperta
Telesa Vincenza fu Nicola – Una coperta
Galati Bruno fu Vincenzo – Un pagliericcio pieno di paglia
Martino Caterina “Posterara” – Una napre
Macri Giuseppe di Francesco – Un pagliericcio vuoto ed una coperta
Marchese Vito (Ufficiale Postale) – Un pagliericcio vuoto
Don Peppino Martino – Un pagliericcio pieno
Don Vito Mannacio – Un pagliericcio vuoto
Ferrotto Maria fu Nicola – Due pagliericci di cui uno pieno di paglia
Dott. Tromby Tommaso fu Marino – Un pagliericcio pieno di crine
Macrì Mariangela – Una coperta
Questi elenchi, pazientemente ricostruiti, sostanziano una vicenda umana vissuta dalla nostra Comunità ed è davvero impossibile riportare tutti i ricordi della nostra gente sempre prodiga di ospitalità, amicizia non separati da un po’ di umorismo e allegria. Non a caso, quando s’incontravano gruppi di sfollati per le vie, c’era chi li salutava con un sorriso intonando una strofetta che ancora oggi in paese si ricorda: Li sfollati de Cassinu / a S. Nicola vinneru a stare / nci passamu casu, pane e vinu / a li sfollati de Cassinu. Ai profughi venivano assegnate razioni di farina, grano, legumi, formaggio, olio, vino, sale ecc. ma i vicini di casa non mancavano di regalare i loro prodotti della terra ed indumenti vari per mostrare la loro vicinanza a chi in quel momento era più sfortunato.
Purtroppo, alla tristezza si aggiunse un evento luttuoso: il 14 Luglio morì la sfollata più anziana: Francesca D’Aquanno di anni 75, che alloggiava nella casa della Confraternita del Crocifisso ed è stata tumulata nel nostro Cimitero. La vicenda degli sfollati di Cassino, pur dolorosa, dimostra, ancora una volta, che la solidarietà alberga più fra i poveri che non tra i popoli ricchi. Inoltre constatiamo che essa è il più formidabile elemento di unità per la nazione. Solidarietà a tutti gli sfollati del mondo.
Note:
– Ringraziamo il Sito web “Cassino 2000” ed il CDSC, Centro Documentazione e Studi Cassinati, Onlus di Cassino per averci consentito la preziosa consultazione.
– La famiglia Sambucci era composta anche dalla nuora Sacco Anna e da 6 nipoti.
– La famiglia di Del Maestro Giuseppe è stata ad Agosto richiamata dal padre Gerardo che si trovava a S. Apollinare.
– La famiglia di Neri Roberto è stata richiamata ad Agosto dal fratello Francesco a S. Apollinare.
– Con la famiglia Della Guardia c ‘era anche il nipote Della Guardia Mario di Amedeo e la nuora Trelle Raffaella giunti il 15 Giugno 1944. Il figlio Alberto era Guardia di Pubblica Sicurezza.
– Evangelista Francesca era insieme alla nipote Fortuna Elisa.
*da “La Barcunata”, periodico di Storia, Antropologia e Tradizioni – fondato nel 1995 da Bruno Congiustì. Con autorizzazione dell’Editore e dell’Autore.
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