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«Studi Cassinati», anno 2022, n. 1
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di Maurizio Zambardi
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Passando davanti la chiesa della Madonna dell’Acqua di San Pietro Infine si nota, sul pilastrino destro in pietra del cancelletto che consente l’accesso alla chiesetta, una epigrafe in marmo, che raramente ci si sofferma a leggere con attenzione, anche perché alcune lettere sono poco leggibili.
Per questo motivo ho ritenuto che potesse risultare utile dare alcune brevi notizie a riguardo, affinché la lapide possa degnamente ricordare il motivo del suo posizionamento, avvenuto nella prima decade del 1900.
A San Pietro Infine è molto sentita la devozione per la Madonna dell’Acqua, patrona del paese, e a Lei si rivolgevano, prima di partire per le Americhe, i sampietresi che emigravano. Nel 1908 i sampietresi residenti a Pittsburgh1, negli Stati Uniti d’America, in segno di devozione verso la Madonna dell’Acqua, fecero una raccolta in denaro al fine di sistemare, con quelle offerte, lo spiazzale antistante la chiesetta.
L’incarico di far eseguire i lavori fu affidato al medico del paese il dottor Enrico Brunetti, che fece eseguire scrupolosamente, e con coscienza, le opere desiderate dagli emigrati americani. Gli interventi di risistemazione dell’area consistettero nella recinzione con inferriata in ferro, costituita da una sequenza di sbarre a forma di lance, e da un cancelletto, sempre in ferro, delimitato da due pilastrini in pietra viva, sagomati nella parte sommitale con piramide a gradoni. A delimitare l’area recintata fu posto anche un cordolo formato da blocchi parallelepipedi, sempre in pietra viva locale.
Dalla documentazione risulta che i lavori in ferro furono eseguiti da Germano Acciaccarelli, un fabbro di Cassino, mentre quelli in pietra furono eseguiti da due scalpellini del paese e cioè Marco Natale e Domenico Di Zazzo, quest’ultimo originario di Rocca d’Evandro ma residente a San Pietro Infine per aver sposato la sampietrese Pasqualina Zambardi. L’importo complessivo dei lavori risultò pari a 700 lire.
A termine dei lavori venne posizionata la lapide in marmo riportante la seguente scritta:
A DEVOZIONE
DEGLI EMIGRATI
SAMPIETRESI
A
PITTSBURGH – PA
U. A.
D. 1908
Venne anche redatto un elenco degli offerenti statunitensi che fu poi depositato, per essere così conservato, presso gli archivi parrocchiali.
Nel 1950 il parroco don Giustino Masia, in esecuzione del desiderio dello zio arciprete don Aristide Masia, scomparso nel 1943, fece eseguire dei lavori di ampliamento della chiesa nonché di risistemazione dell’intera recinzione. Fu creata la gradinata esterna e spostato il cancelletto d’ingresso, che, dalla posizione laterale fu posto in posizione centrale all’ingresso della chiesa, come tutt’ora è visibile.
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NOTA
1 Pittsburgh è una città ubicata nella parte nord-occidentale dello Stato della Pennsylvania (PA) negli Usa, nella lapide richiamati come S.U.A. [Stati Uniti d’America]. La città, in considerazione della sua posizione geografica, essendo collocata in prossimità di grandi corsi d’acqua e trovandosi a ridosso di importanti giacimenti di carbone, è stata, ed è tutt’ora, un importante centro industriale. Particolarmente sviluppata è l’industria siderurgica che ha funto da volano di attrazione per un forte flusso migratorio e così anche molti sampietresi finirono per inserirsi tra i numerosi lavoratori che vi si stabilirono.
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