Rileggiamo …: Bradford A. Evans, Il bombardamento di Montecassino.

Print Friendly, PDF & Email

.

«Studi Cassinati», anno 2022, n. 1
> Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf
> Scarica l’articolo in pdf

.

di Bradford A. Evans*

.

Per ricapitolare la serie degli eventi che si verificarono nel prendere la decisione di bombardare il Monastero, era stato il Generale Maggiore Francis Tucker, comandante generale della IV Divisione Indiana, a richiedere il bombardamento aereo del Monastero. Egli pensava, dal momento che su di lui sarebbe ricaduta la responsabilità di un assalto terrestre sull’abbazia, sarebbe stato opportuno portare dapprima un attacco aereo.

Il memorandum del Generale Tucker con cui richiedeva il bombardamento è il seguente:

1) Dopo un considerevole lavoro ed avendo fatto ricerche in molte librerie di Napoli, ho trovato un libro, datato 1879, che fornisce alcuni dettagli sulla costruzione del Monastero di Montecassino**.

.

[memorandum gen. Tucker]

«Il Monastero fu trasformato in una fortezza nel 19° secolo. L’ingresso principale, di legni massicci, è sotto un arco di grandi blocchi di pietra da 9 a 10 metri di lunghezza. Questa porta è l’unica entrata del Monastero»

«Le mura, alte circa (150 piedi) 4,50 metri, sono di muratura solida e di spessore alla base di almeno 10 piedi. Dal momento che l’edificio fu costruito come una fortezza alla fine del 19° secolo, fa pensare che le mura possano essere state perforate, per farci delle feritoie e posizionarvi le armi»

«Montecassino dunque è una fortezza moderna e deve essere abbattuta con mezzi moderni. Noi non abbiamo a disposizione nessun mezzo adatto che possa lottare con successo contro questo posto. Può essere soltanto abbattuto con lancio di bombe aeree di grosso calibro, squarcianti. sperando così di rendere la difesa militare incapace a resistere. Le bombe da 1.000 libbre sarebbero quasi inutili»

«Sia ora il Monastero occupato da una guarnigione tedesca o meno, sarà di certo tenuto dagli ultimi residui di soldati tedeschi»

«È essenziale perciò che l’edificio sia anche demolito al punto da non essere più buono a nulla. Chiedo, che voi mi diate subito precise informazioni, sul modo come questa fortezza sarà distrutta, dato che i mezzi di questa divisione sono inadeguati»

.

I fatti [Bradford A. Evans]:

«la natura fisica del Monastero. prima del bombardamento del 1944, era la stessa di quando fu ricostruito all’inizio dcll’800, in seguito alla parziale distruzione da parte dell’esercito di Napoleone nel 1799. È per pura coincidenza che l’edificio abbia l’apparenza di una fortezza. Era consuetudine in Europa, nei secoli precedenti, costruire edifici su luoghi più alti con proporzioni massicce, per la difesa contro orde predatrici che erano frequenti in quei tempi»

«non esistono feritoie sulle mura. Esistono alcune finestre strette nella parte esterna delle mura, ma non certo con le caratteristiche di feritoie. Un bastione, per definizione, è un muro basso formato da una serie di parti sporgenti, separate da aperture per sparare. Nel Monastero attuale che è perfettamente uguale a quello precedente il bombardamento, non vi è nessuna feritoia»

«la struttura del 14 Febbraio 1944, era la stessa di quella dell’inizio del 1800, che era una evoluzione di quella dei secoli precedenti»

«non c’era nessun soldato tedesco, appostato nel Monastero. Ci furono soltanto visite occasionali, da parte di ufficiali tedeschi che agivano in qualità di emissari. Questi fatti sono documentati dai 12 monaci, che erano nel Monastero prima e durante il bombardamento. Ne hanno dato testimonianza anche i 700 profughi civili sopravvissuti, che erano nel Monastero prima e durante il bombardamento. Né sono stati ritrovati corpi di soldati tedeschi tra le macerie in seguito al bombardamento»

«è ben noto, attraverso la storia di tattica militare, che la creazione di macerie in seguito alla distruzione di una struttura nemica di solito fornisce una posizione di per sé più difensiva che la struttura, stessa. Sia il Generale Clark che il Generale Eaker, comandante delle forze alleate nel Mediterraneo, fecero questa considerazione nell’esprimere il loro dissenso al bombardamento»

.

[Tucker continuava:]

Voglio far rilevare, che è stato soltanto attraverso ricerche da parte di questa divisione, senza aiuti di informazioni da parte di spie, che noi abbiano avuto l’idea di ciò che questa fortezza contiene, sebbene la fortezza fosse stata una spina al nostro fianco per molte settimane. [Quindi] passò la sua richiesta al Generale Freyberg, comandante dell’esercito della Nuova Zelanda, di cui la divisione Indiana era una parte. Freyberg approvò la richiesta e la spedì al Generale Mark Clark, comandante della V armata, il quale la disapprovò, argomentando che il bombardamento non era necessario [tuttavia] contro i suoi migliori desideri, passò la richiesta ai quartieri generali delle forze alleate che, a loro volta, ordinavano alle forze alleate del Mediterraneo di disporre la missione, aumentando il numero di aerei da 36 cacciabombardieri ad una forza mista di oltre 240 bombardieri fra medi e pesanti! 

 

«… un bombardamento che si rivelerà il più grande diretto ad
un solo edificio nella II guerra mondiale» (Bradford A. Evans).

 

«… Da un punto di vista militare il giorno fu di grande successo: nessun aereo perduto,
nessun danno, nessuna ferita all’equipaggio e il bersaglio distrutto» (Bradford A. Evans).

NOTE

* Bradford A. Evans, generale americano d’aviazione, nel corso della campagna d’Italia era al comando, con il grado di maggiore, della 96a squadriglia «Red Devils» che il 15 febbraio 1944 distrusse l’abbazia di Montecassino. Il primo piano di attacco prevedeva l’utilizzo di 36 cacciabombardieri aumentati immediatamente dopo a 244 velivoli fra medi e pesanti, tutti quadrimotori (di cui 144 bombardieri pesanti B17, e poi 88 aerei medi fra Mitchell B25 e Marauder B26) che partirono da Foggia ognuno con un carico di «12 bombe da demolizione di 500 libbre [circa 250 kg ndr], ciascuna con un naso ed una spoletta di coda per una esplosione ritardata» in modo che le bombe potessero penetrare nel bersaglio «quanto più profondamente possibile, prima di esplodere e causare la massima distruzione». Bradford A. Evans ha pubblicato le sue memorie in un volume intitolato The bombing of Monte Cassino, Pubblicazioni cassinesi, Monte Cassino 1988. Il testo qui riportato è tratto dal periodico «Spazio Aperto» 1990, con traduzione di Arcangelo Evangelista che ha poi curato la versione italiana dal titolo L’abbazia indistruttibile, Tip. Pontone, Cassino 1994 (si ringrazia Maurizio Zambardi). I brani sono proposti fedelmente, senza nessuna aggiunta ma solo con una disposizione leggermente differente nella sequenza testuale rispetto all’originale al fine di offrire una maggiore fruibilità dei contenuti (gdac).

** Si tratta della Descrizione storica e artistica di Montecassino, un libricino di 284 pagine scritto da d. Paolo Guillame, stampato dalla Tipografia di Montecassino nel 1879, che riporta pure un breve saggio storico su Casinum e notizie su S. Germano e Cassino (D. Sacco, Il 15 febbraio del 1944 Montecassino fu distrutta: un libro suggerì il bombardamento, in «L’Inchiesta», 15 febbraio 2019).

.

(148 Visualizzazioni)