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«Studi Cassinati», anno 2022, n. 2
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di Maurizio Zambardi
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Oggi chi passa la guarda spesso distrattamente, anche perché o è concentrato al volante di un’auto o è intento ad entrare nell’antico borgo distrutto di San Pietro Infine, ora noto come Parco della Memoria Storica. Mi riferisco alla Croce in ferro che si trova posizionata sul lato a valle della Strada Provinciale Annunziata Lunga, quella, per intenderci, che porta al valico delle Tre Torri1. La croce si trova in asse a Via San Nicola, la stradina che si imbocca dalla Provinciale per entrare al vecchio paese. È posizionata su un piedistallo posto al di là del muretto in pietra che delimita la Provinciale Annunziata Lunga.
Una volta la Croce costituiva un topos molto importante. Oltre al suo alto valore simbolico (non vi era sampietrese che non si facesse il segno di croce nell’incrociarla, sia nell’entrare che nell’uscire dal paese) fungeva anche da segnacolo per la fermata dalla corriera che dal limitrofo Molise portava a Cassino e oltre. Il muretto in pietra permetteva, grazie al suo bauletto-cordolo in calcestruzzo, una comoda seduta in attesa del passaggio della corriera. La Croce è posta su un piedistallo composto dalla sovrapposizione di tre elementi architettonici e cioè da un dado di base in calcestruzzo, da una ruota in pietra lavica, probabilmente un riutilizzo di una vecchia macina da grano, e da una sorta di dado allungato, rastremato nella parte superiore.
Una prima Croce venne posizionata nel mese di aprile del 1916 (Domenica di Pasqua capitò il 23 aprile), in occasione del Precetto Pasquale, per volere del padre passionista Emidio, rettore del Ritiro di San Sosio. Il padre passionista era stato invitato dall’arciprete don Aristide Masia a San Pietro Infine proprio per le festività pasquali. In quell’occasione padre Emidio organizzò un breve corso di predicazione, che tenne nei giorni precedenti la Comunione generale. Dopo la predica di passione e il discorso sul Cristo morto, tenuti in Piazza di S. Nicola, padre Emidio aiutò gli operai a posizionare la Croce. Nei giorni precedenti fu riattata anche un pezzo della strada che portava alla Fonte Maria SS. dell’Acqua dal popolo di San Pietro.
In occasione dell’Anno Santo del 1925, venne a San Pietro Infine, dopo 17 anni, una seconda Missione dei Padri Passionisti di S. Sosio. La Missione arrivò al paese alle ore tre del pomeriggio di domenica 11 gennaio, accolta solennemente sia dal popolo che dalle autorità locali, nonché dalle associazioni religiose e civili. Il parroco don Aristide Masia rivolse ai «messi del Signore» parole di omaggio a nome di tutto il popolo. Poi, tutti insieme, in processione, si recarono nella chiesa di San Michele Arcangelo, dove ci fu la prima predica missionaria.
La Missione era formata da tre padri passionisti, e cioè padre Ludovico, che era il superiore, padre Salvatore e padre Grimualdo, nonché da un novizio. I tre si alternavano nei vari compiti religiosi nelle diverse ore del giorno. Nel periodo di permanenza dei Missionari, l’abate mons. Gregorio Diamare, sempre premuroso e attento verso il popolo di San Petro Infine, si recò per ben due volte a far visita al paese. Il 25 gennaio 1925, prima che i Padri Passionisti andassero via, a ricordo della Missione, compiuta nell’Anno Santo, si sostituì, all’ingresso del paese, la Croce messa nel 1916, con un’altra, sempre in ferro ma più articolata, recante l’iscrizione: «Gli abitanti di S. Pietro Infine, grati al Signore per la S. Missione dei PP. Passionisti nell’anno giubilare eressero 25-1-1925» (Fig. 1).
Fig. 2. A sinistra la Croce originale (particolare da Fig. 1), a destra particolare della Croce come si presenta oggi. . . . . |
Oggi quella Croce, a causa dei danni subiti durante la guerra, si presenta meno articolata rispetto all’originale (Fig. 2). Non contiene più le decorazioni in ferro battuto, che sono andate perse, al suo posto sono state sistemate delle decorazioni più semplici solo nell’immediato incrocio dei bracci della croce. Rimangono originali, comunque, la lancia e il bastone (utilizzato per porgere la spugna imbevuta di aceto), il cuore, tipico dei Padri Passionisti, e la scritta INRI, spostata nella parte più estrema del braccio verticale.
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NOTE
1 A quel tempo la strada era brecciata. L’asfalto fu posto solo nel dopo guerra.
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