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«Studi Cassinati», anno 2022, n. 3
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Sabato 6 agosto 2022, a Castelforte, Piazza Capo di Ripa, si è svolta la terza serata della XV edizione 2022 di «Diamo voce agli autori locali». Davanti a un folto e attento pubblico, nella suggestiva cornice del centro storico di Castelforte, in una incantevole serata d’estate allietata dalla musica del m° Gianni Mastromanno (pianoforte) e del m° Maria Civita Marrocco (flauto traverso e voce soprano), si è svolta una piacevole manifestazione culturale organizzata dal Sistema Bibliotecario del Sud Pontino. Nel corso dell’evento, che è stato aperto dai saluti dell’Amministrazione Comunale locale portati dell’assessora alla Cultura Angela Iannotta, si sono succeduti tre autori che, con la moderazione di Gaetano de Angelis-Curtis presidente del Centro documentazione e studi cassinati-Aps, hanno presentato i loro rispettivi lavori editoriali. Il primo è stato Giuseppe Caucci con la sua Guida War Museum Gustav Line Garigliano Front, quindi Erasmo Di Vito, che ha curato il volume di Mariano Di Vito La luce del focolare spento. Diari di guerra 8 settembre 1943-29 maggio 1944, infine è intervenuto Bruno Zama per il suo libro Smalti tedeschi WWII. Dalla collezione di riutilizzi bellici Zama.
Giuseppe Caucci, appassionato ricercatore, fondatore e anima pulsante del «War Museum Gustav Line Garigliano Front» ha ripercorso, non senza momenti d’emozione, le fasi salienti della realizzazione di quello che è stato definito il «fiore all’occhiello del Sud Pontino». Il Museo è diventato, per merito di Caucci e dei suoi collaboratori, un preciso, accurato, specifico punto di riferimento per la storia del territorio e per lo studio dell’andamento della guerra nell’area di Castelforte. Negli ambienti e nelle teche sono esposti migliaia di reperti rintracciati con certosina ricerca nelle montagne e nelle campagne circostanti. Ma in più il Museo raccoglie anche materiali donati dai discendenti di quei militari che combatterono sul fronte occidentale della Linea Gustav e che dopo averlo visitato li hanno offerti spontaneamente. Allora il Museo assolve in pieno alla sua funzione espositiva in cui sono in mostra armi, mezzi di distruzione, divise ma, allo stesso tempo, ha assunto un aspetto suo originale diventando anche un Museo che racconta la storia personale di quei soldati mandati a combattere a migliaia di chilometri di distanza da casa. La città di Castelforte deve così essere orgogliosa di ospitare tale Museo, frutto della dedizione di persone come Giuseppe Caucci che gratuitamente mettono a disposizione le proprie competenze, le proprie conoscenze senza nulla chiedere in cambio e, dunque, alle Amministrazioni locali il compito di supportarlo.
Erasmo Di Vito ha illustrato le vicende di vita del padre Mariano che durante il divampare degli eventi bellici ha peregrinato tra la sua Coreno Ausonio e le zone circostanti (comprese le aree a ridosso di Castelforte), raccolte nei suoi Diari di guerra (già trattati in «Studi Cassinati», a. XXII, n. 2, aprile-giugno 2022, pp. 135-136, cui si rinvia).
Infine Bruno Zama, proveniente da Lugo di Romagna, ha presentato il catalogo della sua peculiare e particolare collezione. Si tratta di materiali costruiti in Germania a scopi bellici ma poi con la fine della guerra divenuti inerti in quanto trasformati per usi civili. Se in Italia tali oggetti sono stati forzatamente riutilizzati essendo andato quasi tutto distrutto per cui l’ingegno italico li ha adattati ai più svariati riusi (gli esempi più classici sono rappresentati dagli elmetti adoperati per la raccolta di acqua piovana per abbeverare gli animali, oppure le cassette di munizioni adattate come banchi per gli scolari), diversamente in Germania i materiali sono stati riconvertiti a livello industriale impiegando come materia prima direttamente tutti quegli oggetti bellici che si trovavano in giacenza nei magazzini a fine guerra. Per scongiurare la chiusura definitiva della fabbrica, titolari e maestranze hanno provveduto a modificare a uso civile quegli oggetti sottoponendoli anche a un processo di smaltatura. La collezione di Bruno Zama, formata da pezzi raccolti da una quindicina di anni, è per la maggior parte in esposizione nel Museo della Guerra di Castel del Rio a Bologna (ed è attualmente la più grande in Italia in tale particolare settore) ma anche il «War Museum Gustav Line Garigliano Front» di Castelforte ne ha in mostra in alcune teche una corposa selezione (gdac).
Giuseppe Caucci, Guida War Museum Gustav Line Garigliano Front. Le storie, le ricerche, la nascita del Museo, Edizioni Emmegi, pagg. 192, illustr. col. e b./n.; f.to cm. 22×21,5, (testo in italiano e lingua inglese), ISBN 979-12-208-20431
Jean Pascal Marcacci, Bruno Zama, Smalti tedeschi WWW2. Dalla collezione di riutilizzi bellici Zama, GRB-Aner 2020, pagg. 31, illustr. col. e b./n.; f.to cm. 22×15, ISBN 978-88-943365-2-8, € 10,00
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