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«Studi Cassinati», anno 2022, n. 3
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Avevo appena finito di scrivere l’articolo pubblicato alle pp. 202-215 di questo numero quando mi è arrivata, come un fulmine a ciel sereno, la notizia della scomparsa di Maurizio Federico (24 agosto). Che non stesse bene, era noto. Ci eravamo sentiti da non molto, mai pensando, però, che era l’ultima volta.
La sua scomparsa ha beneficiato di un vasto cordoglio e di molta attenzione destando unanime rimpianto fra tutti coloro che lo conoscevano, che lo stimavano al di là della fede politica e che ne apprezzavano la semplicità e la disponibilità. Come politico di razza era arrivato ad essere assessore regionale con la giunta Badaloni per rimettersi in gioco per le elezioni di questo 25 settembre come capolista al Senato per il Partito Comunista nel collegio plurinominale Lazio 2.
L’altra passione è stato il giornalismo: aveva fondato e diretto vari giornali politici locali, era stato corrispondente da Frosinone di quotidiani nazionali, tra cui «L’Unità», che lasciò in eredità a Luciano Fontana, oggi direttore del «Corriere della Sera», e «Paese Sera», ma amò soprattutto la storia del territorio, da quella delle lotte contadine – ha fatto epoca il suo “Biennio rosso” in Ciociaria 1918-1920 – alla Seconda guerra mondiale a Frosinone, sulla quale ci siamo soffermati insieme, non trascurando le vicende intermedie.
Il comune amico Luca Sergio, ci definì «la strana coppia» perché, sebbene «politicamente distanti [e] con percorsi umani e professionali diversi» eravamo però «uniti dalla passione per la storia»1. Era il mese di giugno del 2014 e da qualche tempo era uscita la seconda edizione – la prima era del 2005 – del nostro libro La città è vuota e in rovina! La guerra a Frosinone 1943-1944 cui aveva fatto seguito nel 2009 I Canadesi a Frosinone scritto anche con Paolo Sbarbada.
Non posso dimenticare questa esperienza in comune né, fra l’altro, il suo aiuto, lui che all’Amministrazione provinciale era di casa per esserne stato responsabile dell’Ufficio stampa, quando stavo scrivendo Nascita di una provincia. Né, in ultimo, le telefonate. L’ultima, come ho detto, di una ventina di giorni prima, quando lo contattai per alcune informazioni mentre mi accingevo a scrivere l’articolo che avrei voluto far leggere anche a lui. Ma qualcuno mi ha preceduto. Ciao Maurizio!
Costantino Jadecola
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1 «Qui Magazine», giugno 2014, pp. 90-91.
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Il Centro Documentazione e Studi Cassinati-Aps ricorda con affetto la figura di
Maurizio Federico
per le sue doti umane e scientifiche, per le pregevoli e importanti ricerche storiche punto di riferimento per gli studiosi di questo territorio e porge sentite e sincere condoglianze alla famiglia.
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