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Studi Cassinati, anno 2011, n. 4
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di Giovanni Petrucci
Dalla lettura dell’interessante articolo del prof. Gaetano De Angelis Curtis Le variazioni della denominazione di alcuni comuni dell’alta Terra di Lavoro1 e da un discorso che egli tenne a S. Vittore del Lazio, in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, siamo stati stimolati a ricercare la deliberazione originale relativa alla scelta del nome di Sant’Elia Fiumerapido.
L’abbiamo trovata nell’Archivio di Stato di Caserta e ci piace trascriverla integralmente2:
«Provincia di Terra di Lavoro
Circondario di Sora
Mandamento di S. Germano
Comune di Sant’Elia
Circondario di Sora
Mandamento di S. Germano
Comune di Sant’Elia
Verbale di Deliberazione del
Consiglio Comunale di Sant’Elia.
Adunanza straordinaria.
Consiglio Comunale di Sant’Elia.
Adunanza straordinaria.
L’anno 18sessantadue, ed al dì primo agosto in Sant’Elia, e presso la casa della Giunta Municipale, essendosi convocati i Consiglieri Comunali a domicilio, e per avviso scritto loro recato da Tommaso Pirolli, Servente Comunale, e sotto la Presidenza del Sindaco, Signor Francesco De Aureliis.
Presenti i Signori: 1 Benedetto Iucci, 2 Giuseppe Riga, 3 Pietro Cacchione, 4 Giuseppe delli Colli, 5 Michele Polini, 6 Francesco Arciero, 7 Costantino Soave, 8 Luigi De Maria, 9 Cesare Lanni, 10 Francesco Caspoli, 11 Andrea Secondini, 12 Michelangelo Caracciolo, 13 Michele Iucci, ed a questi i Signori Michele Picano, Filippo Lanni, Palmerino Figliolini, Pasquale Lanni e Giosuè Secondini. Con l’intervento del Segretario Signor Nicola Caspoli.
Il Sindaco Presidente, aperta la seduta, ha fatto estensivo un personal Foglio del Signor Prefetto della Provincia del 14 luglio (1862) n° 6645 col quale invita il Consiglio Municipale a deliberare sull’aggiunta a farsi al nome di questo paese identico con altri nomi di altri paesi del Regno d’Italia, onde così evitare gli equivoci, ed imbarazzi così dei privati che delle pubbliche amministrazioni, potendosi desumere dalla speciale situazione topografica, secondo che si trova in monte, o nel piano, al mare, o sovra un fiume o rasente.
Ed il Consiglio,
Presenti i Signori: 1 Benedetto Iucci, 2 Giuseppe Riga, 3 Pietro Cacchione, 4 Giuseppe delli Colli, 5 Michele Polini, 6 Francesco Arciero, 7 Costantino Soave, 8 Luigi De Maria, 9 Cesare Lanni, 10 Francesco Caspoli, 11 Andrea Secondini, 12 Michelangelo Caracciolo, 13 Michele Iucci, ed a questi i Signori Michele Picano, Filippo Lanni, Palmerino Figliolini, Pasquale Lanni e Giosuè Secondini. Con l’intervento del Segretario Signor Nicola Caspoli.
Il Sindaco Presidente, aperta la seduta, ha fatto estensivo un personal Foglio del Signor Prefetto della Provincia del 14 luglio (1862) n° 6645 col quale invita il Consiglio Municipale a deliberare sull’aggiunta a farsi al nome di questo paese identico con altri nomi di altri paesi del Regno d’Italia, onde così evitare gli equivoci, ed imbarazzi così dei privati che delle pubbliche amministrazioni, potendosi desumere dalla speciale situazione topografica, secondo che si trova in monte, o nel piano, al mare, o sovra un fiume o rasente.
Ed il Consiglio,
esaminata la proposta,
ritenuto che l’aggiunta a farsi al nome di questo paese non potrebbe essere migliore che quella del nome del Fiume che anima le diverse macchine idrauliche qui esistenti,
all’unanimità ha deliberato di aggiungere al nome di Sant’Elia il nome di Sant’Elia sul Fiume Rapido.
Datasi poscia lettura del presente verbale venne approvato, mandando il medesimo pubblicarsi e quindi trasmettersene copia al Signor Sottoprefetto del Circondario.
Il Presidente Francesco De Aureliis; il Consigliere Anziano Michele Iucci, il Segretario Nicola Caspoli.
La presente deliberazione è stata affissa e pubblicata all’albo pretorio il giorno di domenica tre corrente agosto.
Il Segretario Nicola Caspoli; visto il Sindaco Francesco De Aureliis.
Visto Per estratto conforme
Il Sindaco Il Segretario Municipale
Francesco De Aureliis (Firma autografa) Nicola Caspoli (Firma autografa)».
Dalla lettura della deliberazione su riportata deduciamo che l’aggiunta con il riferimento topografico al nome di Sant’Elia derivava dalla necessità di “evitare gli equivoci, ed imbarazzi così dei privati che delle pubbliche amministrazioni”: questa formula ripeteva sostanzialmente i suggerimenti della circolare del Prefetto di Caserta n. 6645 del 14 luglio 1862. In effetti con l’unificazione dell’Italia si trovarono a far parte del Regno altri territori che portavano lo stesso nome: Sant’Elia in provincia di Ancona, Sant’Elia in provincia di Catanzaro, Sant’Elia in provincia di Palermo, Sant’Elia a Pianisi, in provincia di Campobasso e Castel Sant’Elia in provincia di Viterbo.
Inoltre la deliberazione prevedeva che il nome prendesse il complemento sul Fiume Rapido, quindi venisse meglio determinato così: Sant’Elia sul Fiume Rapido.
Ma già Marco Lanni, una decina di anni dopo, lo semplificava, intitolando la sua monografia Sant’Elia Sul Rapido; raramente abbiamo trovato nei nostri studi la denominazione fissata dalla deliberazione in parola.
Oggi a fianco al nome Sant’Elia si preferisce mettere l’apposizione Fiume, unita a Rapido divenuto aggettivo (Sant’Elia Fiumerapido), o si lasciano i due termini staccati Fiume Rapido (Sant’Elia Fiume Rapido), o addirittura essi si appongono in sigle F. R. (Sant’Elia F. R.). Ciò deriva dal bisogno di sveltezza anche nello scrivere.
Un tempo, dal XIII secolo il castrum, si chiamava Sancto Helia, Sancto Helie, Sancto Elia e successivamente Sant’Elia; dalla deliberazione del 1° agosto 1862 Sant’Elia Sul Fiume Rapido, con l’aggettivo Santo scritto per esteso ed apostrofato.
È opportuno, a questo punto, precisare come esso sorse.
Nel rievocare il saccheggio della prima Chiesa di Sancto Helie da parte del califfo3 di Bari Sedoan, la Cronica di Leone Ostiense per la prima volta usa il termine di Sancti Helie 4.
Tale Chiesa sorgeva nei pressi del ponte degli Sterponi. Fino al 1960, lungo la riva sinistra del Rapido, correva una stradetta che faceva gomito e si slargava dinanzi ad un ponte di epoca romana; in un angolo si ergeva una edicola scalcinata, con all’interno un affresco di S. Michele Arcangelo: si era salvata dai cannoneggiamenti, ma era cadente; comunque costringeva i passanti a sostare e a recitare una preghiera. Nel prosieguo della via, in uno spiazzo piuttosto ampio, si potevano rilevare i resti di due muri paralleli, del tutto demoliti e ridotti al piano stradale: essi dovevano essere gli unici resti della Chiesa di Sancto Helie, danneggiata dai Saraceni nell’867; negli anni successivi, nell’870 e nell’8795, essa probabilmente subì altri guasti in seguito alle continue incursioni dei Saraceni nella Terra di San Benedetto. Da questi rinvenimenti, documentati da una eccezionale fotografia, l’archeologo d. Angelo Pantoni O.S.B. poté intuire che la chiesa era ad una sola navata6.
Probabilmente fu costruita molto prima di tale anno 867, in quanto non è accettabile pensare che le abitazioni dei fedeli fossero sorte improvvisamente con il comparire della Chiesa. Il Fabiani suppone che questa venne edificata forse al tempo dell’abate Apollinare (817-828)7.
E forse da quel tempo esiste il nome di Sant’Elia che la Chiesa, intitolata al Santo Profeta, diede all’agglomerato delle case rurali cresciute all’intorno (oggi Sant’Elia Vecchio) e poi passato all’altro di oggi.
Certo la deliberazione costituisce un fatto storico di eccezionale importanza, in quanto definisce il nome del paese a distanza di nove secoli dal suo sorgere.
all’unanimità ha deliberato di aggiungere al nome di Sant’Elia il nome di Sant’Elia sul Fiume Rapido.
Datasi poscia lettura del presente verbale venne approvato, mandando il medesimo pubblicarsi e quindi trasmettersene copia al Signor Sottoprefetto del Circondario.
Il Presidente Francesco De Aureliis; il Consigliere Anziano Michele Iucci, il Segretario Nicola Caspoli.
La presente deliberazione è stata affissa e pubblicata all’albo pretorio il giorno di domenica tre corrente agosto.
Il Segretario Nicola Caspoli; visto il Sindaco Francesco De Aureliis.
Visto Per estratto conforme
Il Sindaco Il Segretario Municipale
Francesco De Aureliis (Firma autografa) Nicola Caspoli (Firma autografa)».
Dalla lettura della deliberazione su riportata deduciamo che l’aggiunta con il riferimento topografico al nome di Sant’Elia derivava dalla necessità di “evitare gli equivoci, ed imbarazzi così dei privati che delle pubbliche amministrazioni”: questa formula ripeteva sostanzialmente i suggerimenti della circolare del Prefetto di Caserta n. 6645 del 14 luglio 1862. In effetti con l’unificazione dell’Italia si trovarono a far parte del Regno altri territori che portavano lo stesso nome: Sant’Elia in provincia di Ancona, Sant’Elia in provincia di Catanzaro, Sant’Elia in provincia di Palermo, Sant’Elia a Pianisi, in provincia di Campobasso e Castel Sant’Elia in provincia di Viterbo.
Inoltre la deliberazione prevedeva che il nome prendesse il complemento sul Fiume Rapido, quindi venisse meglio determinato così: Sant’Elia sul Fiume Rapido.
Ma già Marco Lanni, una decina di anni dopo, lo semplificava, intitolando la sua monografia Sant’Elia Sul Rapido; raramente abbiamo trovato nei nostri studi la denominazione fissata dalla deliberazione in parola.
Oggi a fianco al nome Sant’Elia si preferisce mettere l’apposizione Fiume, unita a Rapido divenuto aggettivo (Sant’Elia Fiumerapido), o si lasciano i due termini staccati Fiume Rapido (Sant’Elia Fiume Rapido), o addirittura essi si appongono in sigle F. R. (Sant’Elia F. R.). Ciò deriva dal bisogno di sveltezza anche nello scrivere.
Un tempo, dal XIII secolo il castrum, si chiamava Sancto Helia, Sancto Helie, Sancto Elia e successivamente Sant’Elia; dalla deliberazione del 1° agosto 1862 Sant’Elia Sul Fiume Rapido, con l’aggettivo Santo scritto per esteso ed apostrofato.
È opportuno, a questo punto, precisare come esso sorse.
Nel rievocare il saccheggio della prima Chiesa di Sancto Helie da parte del califfo3 di Bari Sedoan, la Cronica di Leone Ostiense per la prima volta usa il termine di Sancti Helie 4.
Tale Chiesa sorgeva nei pressi del ponte degli Sterponi. Fino al 1960, lungo la riva sinistra del Rapido, correva una stradetta che faceva gomito e si slargava dinanzi ad un ponte di epoca romana; in un angolo si ergeva una edicola scalcinata, con all’interno un affresco di S. Michele Arcangelo: si era salvata dai cannoneggiamenti, ma era cadente; comunque costringeva i passanti a sostare e a recitare una preghiera. Nel prosieguo della via, in uno spiazzo piuttosto ampio, si potevano rilevare i resti di due muri paralleli, del tutto demoliti e ridotti al piano stradale: essi dovevano essere gli unici resti della Chiesa di Sancto Helie, danneggiata dai Saraceni nell’867; negli anni successivi, nell’870 e nell’8795, essa probabilmente subì altri guasti in seguito alle continue incursioni dei Saraceni nella Terra di San Benedetto. Da questi rinvenimenti, documentati da una eccezionale fotografia, l’archeologo d. Angelo Pantoni O.S.B. poté intuire che la chiesa era ad una sola navata6.
Probabilmente fu costruita molto prima di tale anno 867, in quanto non è accettabile pensare che le abitazioni dei fedeli fossero sorte improvvisamente con il comparire della Chiesa. Il Fabiani suppone che questa venne edificata forse al tempo dell’abate Apollinare (817-828)7.
E forse da quel tempo esiste il nome di Sant’Elia che la Chiesa, intitolata al Santo Profeta, diede all’agglomerato delle case rurali cresciute all’intorno (oggi Sant’Elia Vecchio) e poi passato all’altro di oggi.
Certo la deliberazione costituisce un fatto storico di eccezionale importanza, in quanto definisce il nome del paese a distanza di nove secoli dal suo sorgere.
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1 In Studi Cassinati n. 2, aprile-giugno 2008, p. 93.
2 Archivio di Stato di Caserta, Prefettura, Affari Amministrativi, fascicolo n. 5582.
3 Morra Gennaro, Storia di Venafro dalle origini alla fine del Medioevo, Montecassino 2000, p.248.
4 Leone Ostiense, Chronica Monasterii Casinensis, ibidem, I, 35 CDMS, p. 97 «[…] Cumque in plana venissent, ingressi ecclesiam sancti Helie tulerunt, quod invenerunt».
5 Fabiani L. La Terra di S. Benedetto, V. I, p. 33.
6 Di tale Chiesa trattammo in un altro articolo, Le altre chiese di Sant’ Elia in Studi Cassinati, Anno IV, n. 4 (0ttobre-dicembre 2004), pp. 188-196.
7 Fabiani L., ibidem, p. 60: La chiesa di S. Elia fu «costruita, sembra, al tempo dell’abate Apollinare (817-828)».
2 Archivio di Stato di Caserta, Prefettura, Affari Amministrativi, fascicolo n. 5582.
3 Morra Gennaro, Storia di Venafro dalle origini alla fine del Medioevo, Montecassino 2000, p.248.
4 Leone Ostiense, Chronica Monasterii Casinensis, ibidem, I, 35 CDMS, p. 97 «[…] Cumque in plana venissent, ingressi ecclesiam sancti Helie tulerunt, quod invenerunt».
5 Fabiani L. La Terra di S. Benedetto, V. I, p. 33.
6 Di tale Chiesa trattammo in un altro articolo, Le altre chiese di Sant’ Elia in Studi Cassinati, Anno IV, n. 4 (0ttobre-dicembre 2004), pp. 188-196.
7 Fabiani L., ibidem, p. 60: La chiesa di S. Elia fu «costruita, sembra, al tempo dell’abate Apollinare (817-828)».
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