«Studi Cassinati», anno 2023, nn. 2-3
> Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf
> Scarica l’articolo in pdf
di
Alfredo Incollingo
Il più antico Stato delle Anime di Colli a Volturno (Is) era stato redatto dall’arciprete don Pietro Cimorelli «sotto il primo maggio» 1706, come si legge dal frontespizio del censimento1. Successivamente, il documento era stato inviato all’abate di Montecassino, sotto la cui giurisdizione rientravano le diocesi dell’antica abbazia di San Vincenzo a Volturno a partire dal 17022.
Lo Stato delle Anime collese del 1706 rispetta in parte le norme redazionali stabilite nel Rituale Romanum (1614) di papa Paolo V, con il quale erano stati istituiti gli Status Animarum3.
Ogni parrocchia era obbligata a censire i fedeli e le loro famiglie in questi documenti a cadenza regolare4 e prima della Pasqua per appurare l’adempimento al sacramento eucaristico e a quello della confermazione. L’arciprete scriveva per chiudere lo Stato delle Anime collese del 1706 che «l’anime di communione ascendono al numero di quattrocentonovanta», quelle «de cresimati a duecentoquarantaquattro» e, infine le anime «de cresimandi il numero di trentadue»5.
Sul lato sinistro di ogni singolo nome trascritto appaiono inseriti gli acronimi «CR» (per cresimati) e «C» (per comunicati) al fine di distinguere chi avesse avuto uno dei due sacramenti o entrambi. Accanto a queste lettere si segnava una croce nel caso in cui la persona censita fosse nel frattempo deceduta6.
«C. CR. Lonardo Visco figlio delli quondam Benedictto e Lorenza Siravo d’Anni 47»7
«+ C. CR. Margherita Siravo vedova giusta la morte del quondam Antonio di Sandro figlia delli quondam Giovanni, e Gregorio Fantaozzo d’Anni 34»8.
I sacerdoti utilizzavano gli Stati delle Anime anche per il calcolo delle decime da destinare alle chiese locali9. Durante il giro per la benedizione delle case nel periodo pasquale, i sacerdoti erano tenuti a censire le famiglie dei parrocchiani registrando i nomi e i cognomi, l’età, le professioni, i luoghi di residenza e le eventuali località d’origine. I bambini erano trascritti in ordine decrescente, in base agli anni e al sesso: prima i maschi e poi le femmine, a prescindere dall’età10.
Per cause ignote, lo Stato delle Anime di Colli del 1706 era stato compilato dopo la Pasqua (4 aprile), censendo 766 abitanti (398 donne e 367 uomini), compresi otto sacerdoti, otto chierici, ventotto vedove e dieci vedovi.
Si riscontrano nel testo molte indicazioni toponomastiche sui luoghi d’origine di alcune famiglie o di singole persone residenti a Colli. I «de Leva» (o «Leva», nella variante attuale del cognome), per esempio, sono originari di Napoli e discendono da «Andrea de Leva napolitano», censito con il suo nucleo familiare nello Stato delle Anime11.
In generale, la maggior parte dei cognomi forestieri erano di donne che, per ragioni matrimoniali, si erano trasferite a Colli da Santa Maria Oliveto, attuale frazione del comune di Pozzilli, Rocchetta a Volturno, Scapoli, Longano e Isernia12.
È possibile individuare nel censimento alcune espressioni particolari, ovvero «Domenica moglie di casa Raniero», «Maria moglie di casa Siravo» e «Cecilia moglie di casa Di Lisi»13, utilizzate probabilmente per sottolineare il prestigio sociale familiare di queste donne.
Non si specificano i mestieri né le contrade dove abitassero i collesi. Sono da segnalare, tuttavia, due eccezioni. «Francesca di Tore della città d’Isernia» era censita come «serva» della famiglia di Giulio Padula14. L’unico riferimento toponomastico che contestualizza un’abitazione nel tessuto urbano collese riguarda la famiglia del defunto «Antonio di Marco», che viveva in «contrada della Piazza»15, identificabile con lo slargo antistante la Chiesa Madre di Colli a Volturno intitolata a Santa Maria Assunta. Si fa anche menzione nel censimento di un’abitazione di proprietà del luogo pio laicale di San Leonardo che era stata data in affitto a «Bernardino di Lisi»16.
I collesi erano divisi tra coloro che abitavano nel borgo (110 case), l’attuale centro storico di Colli, e quelli, invece, che vivevano nel rione «detto fuori la Porta San Giovanni» (31 case).
Mediamente, ogni famiglia era composta da sei o sette componenti e comprendeva il capofamiglia, la moglie e i figli. Erano state censite molte famiglie allargate, che riunivano più nuclei familiari per ragioni economiche e per i legami di consanguineità, specificando tutti i gradi di parentela (figlio/a, moglie, madre…).
Esempio di famiglia censita nello Stato delle Anime di Colli del 1706:
«C. CR. Berardino Siravo figlio delli quondam Filippo e Camilla d’Angelone d’Anni 40
C. CR. Margarita di Lisi moglie figlia di Pace e della quondam Oratia d’Angelone d’Anni 37
CR. Vittoria figlia delli detti d’Anni 12
CR. Anna Camilla figlia delli detti d’Anni 10 CR. Liberata figlia delli detti d’Anni 5
CR. Domenica figlia delli detti d’Anni 2 Giovanna Antonia figlia delli detti di mesi 4»17
Esempio di famiglia allargata censita nello Stato delle Anime di Colli del 1706
«C. CR. Giulio di Iorio figlio delli quondam Giacomo e Lucia di Lisi d’Anni 44
C. CR. Santa d’Andreuccio moglie e figlia delli quondam Giuseppe e Lucretia Nardone d’Anni 44
CR. Anna figlia d’Anni 12 CR. Isabella figlia d’Anni 6 CR. Antonia figlia d’Anni 4
C. CR. Giuseppe figlio delli detti quondam Giacomo e Lucretia d’Anni 38
C. CR. Margarita Liberatore moglie e figlio delli quondam Isabella Tagliente e Domenico d’Anni 32
CR. Chiara figlia delli detti d’Anni 2»18
Nella maggior parte dei casi, infatti, insieme ai genitori anziani, abitavano i figli con le rispettive famiglie, garantendosi così maggiori possibilità di sopravvivenza.
Per quanto riguarda l’onomastica collese, infine, i cognomi più diffusi agli inizi del Settecento erano «di Sandro» o «di Santro», «Campellone», «Siravo», «di Lisi» e «Lombardo».
1 Archivio dell’Abbazia di Montecassino (da ora in avanti AAM), Colli, b. 2, Stato delle Anime, anno 1706.
2 F. Marazzi, San Vincenzo a Volturno. L’abbazia e il suo territorium fra VIII e XII secolo, Montecassino, Pubblicazioni Cassinesi, 2012, p. 10.
3 Per la storia della chiesa di Bari. Le fonti archivistiche, a cura di S. Palese, Bari, Edipuglia, 1985, p. 17.
4 A Colli a Volturno gli Stati delle Anime erano stati redatti ogni cinque anni circa. Presso l’Archivio dell’Abbazia di Montecassino si conservano i censimenti ecclesiastici dal 1706 alla fine del XIX secolo. Tuttavia, fino al 1754 i sacerdoti avevano censito i parrocchiani e le loro famiglie, mentre per quelli successivi si limitarono ad annotare il numero degli abitanti di Colli divisi in base al sesso e ai sacramenti ricevuti.
5 AAM, Colli, b. 2, Stato delle Anime, anno 1706, f. 30r.
6 Paolo V, Rituale Romanum, Castel San Michele, Typographia Vicariatus Apostolici Buscoducensis, 1849, p. 418.
7 AAM, Colli, b. 2, Stato delle Anime, anno 1706, f. 9v.
8 Ivi, f. 5v.
9 L. Russo, Gli Stati delle Anime nel Catasto onciario di Recale del 1753, in «Rivista di Terra di Lavoro. Bollettino online dell’Archivio di Stato di Caserta», anno XV (2020), n. 2, p. 126.
10 Paolo V, Rituale Romanum, cit., p. 418.
11 AAM, Colli, b. 2, Stato delle Anime, anno 1706, f. 21r.
12 Ivi, ff. 10r, 13r, 16v-r, 17r, 18r, 19v-r, 21r, 28r.
13 Ivi, ff. 7v, 8v.
14 Ivi, f. 10r.
15 Ivi I, f. 2v.
16 Ivi, f. 7r. Per approfondire la storia del luogo pio di San Leonardo a Colli a Volturno si rimanda a A. Incollingo, Il luogo pio di San Leonardo a Colli a Volturno, in «Studi Cassinati», anno XXII, n. 1, gennaio-marzo 2022, pp. 37-46.
17 AAM, Colli, b. 2, Stato delle Anime, anno 1706, f. 11v.
18 IVI, f. 24v.
(16 Visualizzazioni)