UNA TROUPE TV DELL’UCRAINA A CASSINO PER UN DOCUMENTARIO

«Studi Cassinati», anno 2024, n. 1

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Il 24 gennaio 2024, dopo un viaggio in auto durato tre giorni, è giunta a Cassino una troupe dell’emittente televisiva ucraina «1+1» con sede a Kyiv (il secondo canale ucraino negli ascolti), per la realizzazione di un documentario sulla storia del campo di concentramento di Cassino-Caira nel quale, durante la Prima Guerra Mondiale, vennero internati migliaia di prigionieri austro-ungarici, molti dei quali originari dell’Ucraina e delle regioni storiche della Galizia e della Bucovina.

La troupe televisiva, composta dalla giornalista Tatyana Stan, dall’operatore Ivan e dal loro autista, è stata accolta presso l’ex Campo di concentramento di via Caira da Gaetano de Angelis-Curtis, presidente del Centro Documentazione e Studi Cassinati-Aps, dal consigliere comunale Luca Fardelli, da Nino Rossi dell’Associazione «Cassino città per la Pace», dagli interpreti Eduard Ihnatov e Nataliya Nykyforyak e da Carlo Nardone, socio del CDSC, che da anni conduce le ricerche storiche sul campo di concentramento e che nel 2018 ha pubblicato la prima edizione del libro intitolata Il Campo di concentramento di Cassino-Caira nella Prima guerra mondiale. I prigionieri dell’esercito austro-ungarico tra reduci e caduti, tra filosofi, letterati e artisti. Nel corso della visita gli storici intervenuti hanno illustrato e raccontato la storia del campo e la vita che vi conducevano i prigionieri internati. Infatti nel Campo di Cassino-Caira vennero internati anche i prigionieri ucraini provenienti dalle zone soggette all’Impero austro-ungarico. Essi rappresentarono la comunità più viva culturalmente composta di uomini di alto spessore artistico (pittori, musicisti, artigiani) che mantenevano viva la loro comune appartenenza. Crearono un’associazione chiamata «Comunità Ucraina» che produsse le riviste «Il Prigioniero» e «Lazzaroni» sulle quali venivano riportati avvenimenti culturali, notizie dalla madrepatria, racconti, poesie, lettere, disegni, fumetti e immagini divertenti allo scopo di alleggerire le giornate di prigionia. Organizzarono spettacoli teatrali, nonché raccolte di fondi che inviavano a Kyiv per contribuire al pagamento degli studi dei bambini orfani di guerra.

La troupe prima si è soffermata davanti al cancello del Campo di concentramento, poi ha visitato il Cimitero comunale di Caira all’interno del quale è ubicato il Monumento-ossario dove riposano circa 800 militari austro-ungarici deceduti in prigionia a Cassino dal 1916 al 1920, quindi si è diretta presso il Cimitero militare polacco dove è stata accolta dal direttore del sacrario e dall’arch. Pietro Rogacien, Presidente della Fondazione del Museo Memoriale del 2° Corpo d’Armata Polacco guidandola all’interno del cimitero e raccontando loro la storia e le gesta degli eroici militari polacchi nel corso della battaglia per la conquista di Montecassino. Infine ha visitato l’Abbazia.

Il 25 gennaio la troupe è stata condotta alla pineta di Vallerotonda, un’opera di rimboschimento a fini idrogeologici che fu realizzata anche grazie al lavoro dei prigionieri austro-ungarici internati a Caira. A Vallerotonda sono stati accolti dal sindaco Giovanni Di Meo e dallo storico locale Donato Pirollo che hanno fornito dati, documenti e aneddoti riguardanti la pineta, una delle più grandi in Italia.

Quindi la troupe ha lasciato Cassino ringraziando per l’accoglienza ricevuta. Si è poi diretta in Germania, nella Repubblica Ceca e in Ungheria per effettuare altre riprese e raccogliere testimonianze su altri campi di prigionia della Prima Guerra Mondiale nei quali furono internati i militari ucraini, per far quindi ritorno a Kyiv e realizzare il documentario con tutto il materiale raccolto (Carlo Nardone).

Al centro la giornalista Tatyana Stan mostra una copia di «Studi Cassinati» (a. XXII, n. 1, gennaio-marzo 2022) che riporta la Resurrezione dell’Ucraina del pittore ucraino Vasyl Kasian.

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