di Emilio Pistilli, Cassino, 1994.
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PRESENTAZIONE
Il libro di Emilio Pistilli vede la luce nel 50° anniversario dei tragici avvenimenti in cui furono coinvolti Cassino, Montecassino e tutta la regione circostante. È frutto di tanto tempo trascorso in vari archivi e biblioteche e di paziente lavoro di “assemblaggio” delle notizie.
Numerosi sono coloro che si sono interessati a Cassino. Potremmo risalire addirittura a 20 secoli or sono, menzionando alcuni scrittori romani come Varrone, Cicerone, Plinio il Vecchio, Tito Livio; ma nelle loro opere troviamo soltanto delle notizie peregrine, sparse qua e là. È soltanto dopo la fondazione del monastero di Montecassino che inizia l’annotazione degli eventi riguardanti la nostra zona, vedi, tra gli altri, Gregorio Magno e Paolo Diacono.
Non possiamo tralasciare di citare gli scrittori del XVIII secolo, a cominciare da Erasmo Gattola, archivista di Montecassino, con le sue “Historia” ed “Accessiones”, il cui gran merito è stato anche quello di pubblicare i documenti originali custoditi nell’archivio di Montecassino.
Venendo verso i nostri tempi, sono da mettere in risalto, tra gli altri, il medico Antonio Cafaro e Flavio Della Marra, nei cui scritti troviamo molte notizie utili anche per uno studio topografico di Cassino. Della prima metà dell’800 è da citare Luigi Tosti con la sua “Storia della Badia di Montecassino”, prima vera importante opera in lingua italiana. Da segnalare, dello stesso secolo, anche Filippo Ponari, sebbene il suo studio si limiti al periodo romano.
Tra gli scrittori più vicini a noi troviamo Tommaso Leccisotti, Angelo Pantoni (per la storia e per l’archeologia), Torquato Vizzaccaro, Antonio Giannetti (per l’archeologia romana), oltre a Luigi Fabiani con il suo: “La Terra di S. Benedetto”.
Coloro che si sono dedicati alla storia di Montecassino, non hanno tralasciato quella di Cassino, segno dell’unione dei due nuclei, quello monastico e quello laico.
E infatti nel libro di Emilio Pistilli non vi è soltanto la storia di Cassino, ma anche quella riguardante Montecassino, a cui la città sottostante è legata da un vincolo millenario e di cui essa è “figlia”. È fuori dubbio che, senza l’Abbazia, la città di Cassino oggi non esisterebbe. Probabilmente si sarebbe sviluppato l’abitato di S. Pietro a Monastero (la Casinum romana, cioè l’odierna zona del Crocifisso), e il luogo in cui sorge oggi la città sarebbe rimasto quello che era all’origine, soltanto campi e corsi d’acqua.
La suddivisione in sezioni diverse della storia di Cassino e di Montecassino in realtà non esiste. Lo stesso autore, quando dice: “La sezione 4a (Montecassino), pur intersecandosi con le precedenti (Cassino) …”, afferma l’unione delle due storie in una sola. E così è da leggersi, fino al 1806, quando, con l’arrivo dei Francesi, furono promulgate le leggi eversive della feudalità. È soltanto da quell’anno che le due storie si scindono, dopo circa un millennio.
Leggendo il libro di Emilio Pistilli, vediamo passare davanti ai nostri occhi secoli di storia nostrana, con i suoi momenti “buoni” e “cattivi”. “Vediamo” battaglie, catastrofi naturali, ricostruzioni e vicende umane. Notizie, purtroppo, che non tutti conoscono ed è bene che vengano divulgate, in quanto è la nostra storia, la storia della nostra terra, la storia dei nostri diretti antenati.
Con questa pubblicazione, l’autore, mettendo in evidenza anche ciò che resta della Cassino romana (e non è poco), fornisce al turista una guida idonea alla conoscenza ed alla scoperta di luoghi interessanti della città e, in ultima analisi, costituisce un aiuto per ulteriori approfondimenti o continuazione delle ricerche storiche riguardanti la zona.
Prof. Gaetano Lena
PREFAZIONE
Montecassino e Cassino, un binomio da sempre inscindibile: una sola storia, un comune destino. Ma la fama della celebre abbazia ha finito sempre per accentrare su di sé l’attenzione degli studiosi di ogni tempo; inevitabile.
Così le biblioteche di tutto il mondo sono piene di “storie” di Montecassino, mentre la sottostante città, dapprima Casinum, poi S. Germano e infine Cassino, non ha mai avuto una propria storia autonoma, se si eccettuano quelle di Filippo Ponari, di Gianfilippo Carettoni e Gaetano Lena, limitate, però, all’archeologia del periodo romano.
Neppure la “breve monografia” di Torquato Vizzaccaro ha saputo soddisfare pienamente la voglia dei Cassinati (forse meglio “Cassinesi”) di conoscere il passato della propria città: vi figurano errori ed una inutile polemica nei confronti dell’abbazia, mentre lascia aperti alcuni vuoti secolari.
Di Vizzaccaro tuttavia è importante la poderosa opera “Cassino dall’Ottocento al Novecento” che fornisce abbondante materiale per ricostruire quel periodo storico della città.
Questo mio lavoro non ha pretesa di delineare definitivamente la storia di Cassino: ben altro spazio e ben altro impegno ci vorrebbe. Tuttavia vuole costituirne il canovaccio, vuole tracciarne le grandi linee su cui muoversi; vuole, soprattutto, mostrare che Cassino, pur essendo strettamente legata a Montecassino, può avere una propria fisionomia, una propria individualità, una propria rilevanza nella storia d’Italia, ben oltre quella che le ha conferito tragicamente la seconda guerra mondiale.
Questo mio breve lavoro, inoltre, è solo un manualetto divulgativo, ad uso del forestiero che visita la città e degli studenti che, nelle loro ricerche scolastiche, sono spesso costretti a ricorrere alle frettolose e spesso imprecise note delle pubblicazioni turistiche.
Per questa ragione, ma anche per una più veloce consultazione, sono state omesse le note bibliografiche: i lettori non me ne vorranno.
Cassino, marzo 1994
Emilio Pistilli
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