INTERAMNA LIRENAS: IL SANTUARIO EXTRAURBANO

«Studi Cassinati», anno 2024, n. 2

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Angelo Darini

Ripresa fotografica satellitare dell’area urbana d’Interamna Lirenas: 1 Santuario extraurbano; 2, 3, 4 rinvenimenti di ex-voto in area urbana (DARINI 2016, p. 46).

Il sito del Santuario extraurbano1 di Interamna Lirenas è localizzato lungo la strada provinciale 152 al Km 7,800 per Aquino, circa 200 metri a nord-ovest dell’antica area urbana2 (Fig. 1). A seguito delle reiterate attività agricole ed in coincidenza dell’utilizzo di macchine agricole non più tradizionali, dagli anni Ottanta si assiste al continuo rinvenimento di ex voto3, antefisse4, oltre a statuine fittili antropomorfe e zoomorfe. In associazione a un obolo di bronzo coniato ad Aesernia5, monete campane, romano-campane e romano-repubblicane si evidenzia la marcata valenza commerciale del Santuario6. Tra il materiale più interessante e già noto vanno menzionate tre laminette antropomorfe in lamina di bronzo ritagliata7, una piccola statuina8 e alcuni vasi miniaturistici d’impasto9. In uno studio recente di ricognizioni archeologiche, lungo l’asse stradale tra Aquinum e Interamna Lirenas (lungo la via Latina Vetus), nell’attività di ricognizione concentrata in contrada Ruscito (Piedimonte San Germano), si sono rivenuti diversi frammenti di ceramica a vernice nera, alcuni frammenti di lucerne, frammenti di marmo e terrecotte votive. Si segnala, in particolare, un frammento marmoreo relativo al panneggio di una statua e un frammento di statuetta femminile in terracotta, di cui si conserva il busto con le braccia conserte (Fig. 2). I materiali rinvenuti suggeriscono la possibile presenza di una stipe votiva relativa ad un piccolo Santuario situato lungo l’antico percorso stradale.

Frammento di statuetta femminile (CAPOZZELLA 2007, p. 181).

L’attività di ricognizione condottanei pressi del Santuario extraubano, oltre a frequenti frammenti di ceramica a vernice nera e di ceramica in argilla sabbiosa, sono stati rinvenuti alcuni frammenti di terrecotte votive, tra cui un frammento di volto, di cui si conservano la parte inferiore degli occhi, il naso e le labbra (Fig. 3) e un’anforetta miniaturistica in bronzo alta qualche centimetro (Fig. 4), ricollegabile anch’essa ad un ex voto10.

Il materiale rinvenuto è la conferma di una importante frequentazione del pianoro di Interamna già prima della fondazione della colonia romana11. Di fatto ad Interamna Lirenas, come ad Aquinum, a Casinum, a Minturnae e a Fregellae, le prime attestazioni dirette di frequentazione antropica vanno ricondotte alla sfera del sacro. La presenza umana, soprattutto lungo gli assi viari principali, è di per sé motivata e sottolineata da tracce residuali riconducibili a luoghi di devozione12. Il luogo dove si rinvengono gli ex voto, doveva essere lo stesso in cui molto probabilmente nel IV secolo a.C. circa, fu impiantato il tempio costituito da strutture a secco pietra o tufo e legno che andò a sostituire la struttura lignea, impiantata nel VII secolo a.C. circa, che scomparve quasi definitivamente e probabilmente ne rimasero solo le travi del tetto coperto di tegole13. Infatti, nel luogo s’incontrano frammenti di tegoloni, pietre calcaree e travertino di vario genere, che potevano far parte del tempio; e da quello che sembra, non doveva essere di grandissime dimensioni14.

Frammento di volto (CAPOZZELLA 2007, p. 182).

Gli ex voto costituiscono un campione significativo del materiale proveniente dall’area del Santuario extraurbano, che testimonia un continuo di frequentazione del sito almeno dal VII a.C. al V d.C. Si rinvengono prese a lingua, a bugna, laminette antropomorfe, vasetti miniaturistici, i cosiddetti «pupazzetti» plasmatici a mano diffusi in zona laziale, frammenti di statuine a matrice, ampiamente attestate nel settore del medio Liri. Per gli ex voto anatomici e zoomorfi si rinvengono teste (Fig. 5), arti superiori, arti inferiori, occhi, elementi di fecondità, statuine fittili, bovini, cavalli e suini.

Anforetta miniaturistica in bronzo (CAPOZZELLA 2007, p. 182).

Riconducibile alle decorazioni architettoniche degli edifici sacri sono le terrecotte con la Potnia Theròn. La tipologia ceramica riscontrata è comune anche in tutto il pianoro dell’area urbana dove spiccano frammenti significativi di ceramica aretina, di vernice nera, di ceramica africana oltre ai pesi da telaio e tessere di mosaico, spesso associati a monete del periodo romano-campano, imperiali e barbariche15. In mancanza di testi epigrafici, e solo con gli elementi che abbiamo a disposizione è difficile identificare la divinità epicoria o eventuali altre divinità venerate nel Santuario extraurbano. Possiamo proporre delle ipotesi in riferimento agli altri santuari della Media Valle del Liri. È evidente come tra il IV e il I secolo a.C. ci sia stata una intensa frequentazione del Santuario extraurbano. In relazione agli ex voto riscontrati, riferibili a questo periodo, potremmo definirlo un Santuario della Sanatio e con ogni probabilità la divinità epicoria venerata potrebbe essere identificata con culti legati al ciclo dei lavori agricoli. Cerere era una divinità a carattere agricolo-pastorale, dea delle messi e del frumento, collegata direttamente con la fecondità. I reperti di tipo anatomico come gli uteri e i falli si riferiscono alla sfera della fecondità umana (intercessioni contro la sterilità e per un esito favorevole dei parti o per i successivi ringraziamenti); i bovini sottolineano la sfera agricolo-pastorale ed indizierebbero anche dei legami con i culti di Ercole16 da connettere alle stagionali attività di transumanza. Da notare che nei depositi votivi dove era venerata Cerere nella Media Valle del Liri è costante la presenza di votivi anatomici. Anche Artemide Persica, la Signora degli animali (la Potnia Theròn), è attestata qui a Interamna17. Sembra comunque che anche antecedentemente a questo periodo, almeno quello compreso tra il VII e il IV a.C., il nostro Santuario extraurbano fosse ugualmente abbastanza frequentato, come pure appare dai materiali rinvenuti18, e la divinità preromana a cui i fedeli si rivolgevano soprattutto in quel periodo doveva essere la Mater Matuta poi associata a culti ctoni di tipo Demetriaco, legati alla terra e alla fertilità. Si potrebbe pensare a Demetra per il nostro Santuario extraurbano; da intendere come divinità “metapoliteista”, cioè sia come Dea Madre, che come dea di molte altre divinità. In riferimento al nome della città (Inter-amnes, ossia tra i fiumi) si potrebbe pensare, alla divinità legata alle acque, Mefite, invocata per la fertilità dei campi e per la fecondità femminile. Caratterizzata dalla presenza delle acque fluviali del Liri situato a sud, del rio Spalla Bassa (rio Marozza) a nord, del rio Le Sogne (le Forme d’Aquino) a est, anche se sicuramente altri dovevano essere i corsi d’acqua che circondavano l’antica colonia (gli attuali fosso della Volpe e rio Lago Descito) e di tutti gli altri corsi d’acqua; sorgenti o acque stagnanti, che essa doveva impedire, o comunque a luoghi contrassegnati da fenomeni naturali come le esondazioni (specie del Liri) da cui dipendeva la transumanza, che costituiva il passaggio delle greggi ai nuovi pascoli stagionali. Ad esempio, riguardo ai culti legati alla riconosciuta fertilità del territorio, nella vicina Aquinum è attestato il culto di Cerere che, chissà, se in seguito possa essere stato assimilato in parte o del tutto a quello di Iside, pure ricordato in questa città19.

Tanagrina proveniente dal Santuario extraurbano.

Bibliografia

BELLINI-MURRO-TRIGONA 2016

Giovanna Rita Bellini – Giovanni Murro – Simon Luca Trigona, Santuari delle acque nel Latium adiectum: il ruolo dei culti salutari nella strutturazione del territorio e della viabilità attraverso i casi di Satricum Volscorum, Aquinum, Interamna Lirenas, Atina, in Santuari Mediterranei tra Oriente e Occidente, interazioni e contatti culturali, Alfonsina Russo Tagliente e Francesca Guarneri (a cura di). Grafica Nappa s.r.l., Industria Poligrafica – Aversa (CE) 2016.

CAPOZZELLA 2007

Simone Capozzella, Ricognizioni archeologiche lungo l’asse stradale tra Aquinum e Interamna Lirenas, in Spigolature Aquinati, studi storico-archeologici su Aquino e il suo territorio. Atti della giornata di studio – Aquino 19 maggio 2007. Ager Aquinas, storia e archeologia nella media valle dell’antico Liris II. Philia – Castrocielo 2007.

DARINI 2016

Angelo Darini, Interamna Lirenas. Il Santuario Extraurbano, ex voto e gli spazi di culto, con appendice bibliografica. Idea Stampa – Cassino 2016.

DARINI 2021

Angelo Darini, Santuario Extraurbano d’Interamna Lirenas: una moneta del Dio Vulcano, in «Studi Cassinati», bollettino trimestrale di studi storici del Lazio meridionale, anno XXI – n. 3, Luglio – Settembre 2021, pp.177-182.

DARINI 2022

Angelo Darini, Area urbana d’Interamna Lirenas: una laminetta antropomorfa, in «Studi Cassinati», bollettino trimestrale di studi storici del Lazio meridionale, anno XXII – n. 3, Luglio – Settembre 2022, pp. 184-188

LAUNARO-MILLETT 2023

Alessandro Launaro – Martin Millett, Interamna Lirenas, A Roman town in Central Italy revealed. McDonald Institute for Archaeological Research – Cambridge (UK) 2023.

ORLANDI-MORELLO 2000

Vincenzo Orlandi – Antonio Morello, «EX VOTO». Speranza e sofferenza dagli antichi santuari della Valle di Comino. Centro di Studi Storici “Saturnina” – Atina -. Editrice Diana – Cassino 2000.

SARRACINO 2020

Donata Sarracino, Depositi Votivi del Lazio Meridionale, pratiche religiose e identità culturale tra il IX e il V secolo a.C. Sapienza – Università di Roma, dipartimento di Scienze dell’Antichità, supplementi e monografie della rivista Archeologia classica. «L’Erma» di Bretschneider, Roma-Bristol, centro stampa di Meucci Roberto – Città di Castello (PG) 2020.

1 O meglio suburbano, perché dislocato entro 1 Km dalla cinta muraria della città. DARINI 2016, p. 43.

2 L’area sacra era localizzata all’ingresso dell’area urbana, lungo l’antica direttrice identificata con la cosiddetta Via Latina Vetus, importante percorso di transumanza lungo le valli del Sacco e del Liri afferente le viabilità trasversali tra la costa tirrenica e le aree interne del Lazio meridionale.

3 DARINI 2016, p. 42, fig. 14.

4 DARINI 2016, p. 33, fig. 6.

5 DARINI 2021, p. 177, fig. 2; p. 178 fig. 3.

6 BELLINI-MURRO-TRIGONA 2016, p. 211.

7 Altezze rispettive mm. 10-21-17. Un’ altra proveniente dall’area urbana, con altezza mm. 29 (DARINI 2022, pp. 184-188).

8 Altezza mm. 125. DARINI 2016, p. 40, fig. 12.

9 DARINI 2016, p. 32, fig. 5.

10 CAPOZZELLA 2007, pp. 181-182.

11 Cfr. LAUNARO-MILLETT 2023, pp. 5-6.

12 DARINI 2016, p. 12.

13 ORLANDI-MORELLO 2000, p. 11.

14 L’area di dispersione fittile non è superiore a 50 mq. DARINI 2016, p. 27.

15 DARINI 2016, pp. 17-19.

16 DARINI 2016, pp. 52-56.

17 Lo attestano le statuette e le terracotte architettoniche raffiguranti la divinità, che ci possono far pensare alla persistenza di antichi culti silvani.

18 Prese a lingua, a bugna e vasetti miniaturistici, laminette ritagliate, ecc.

19 DARINI 2016, pp. 21-22.

*Per l’argomento si veda anche il contributo di SARRACINO 2020, pp. 112-117.

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