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Studi Cassinati, anno 2010, n. 4
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di Benedetto Di Mambro
Versa nel degrado più offensivo e disdicevole, a Sant’Elia Fiumerapido, la così detta “Portella”, in fondo al vicolo 22 ottobre lungo la via Angelo Santilli. Erba alta ed incolta, immondizia di ogni genere, rovi che l’avvolgono e neppure la benché minima manutenzione ne fanno uno spettacolo indecoroso. È la porta ovest della Sant’Elia medievale risalente al XIII secolo posta in basso e dirimpetto alla coeva chiesa di Santa Maria la Nova. La si raggiungeva risalendo per circa 100 metri dalla sponda sinistra del fiume Rapido una scoscesa scarpata attraverso uno sconnesso viottolo. Oggi al posto della stradina ci sono delle scalette che fanno lo stesso percorso ma che sono anch’esse tenute nella più totale incuria e preda di rovi e di sporcizia. La Portella, così chiamata perché la più piccola della tre porte di accesso al paese, è ad arco a botte ed alta m. 2,60 e larga m. 1,30. Sul finire degli anni ’60 qualcuno pensò bene di sostituire il suggestivo acciottolato della stradina che da via Santilli, lungo vicolo 22 ottobre, portava alla Portella con un’ orribile e ripida buttata di cemento. Non sarebbe male riportare il tutto allo stato originario. Come già detto, oltre alla Portella, nel Medio Evo e fino agli ultimi anni del XIX secolo, quando furono miseramente smontate per “dare aria al centro del paese”, vi erano altre due porte d’ ingresso a Sant’Elia. La prima era la grandiosa Porta di Napoli o di San Biagio o semplicemente “la Porta” per antonomasia, rivolta a sud e restaurata nel 1600. Era di pietre lisce ben scalpellate e lavorate con in alto al centro “la chiave di volta” con scolpita una mano benedicente ed ora custodita nel Palazzo Municipale di Sant’ Elia. Il resto è stato ricomposto su un prato della Villa Comunale. Era alta sette metri e larga oltre quattro. L’altra porta era rivolta a nord, in fondo a via Angelo Santilli, aveva nome Porta d’Abruzzo o Porta di San Cataldo e doveva essere alta m. 3,80 e larga circa 4 metri. Di essa oggi resta uno stipite con capitello incassati nel muro di una casa privata. Nonostante le cronache dell’ epoca e lo stesso Marco Lanni nella sua “Sant’Elia sul Rapido – Monografia” (Napoli, 1873) ci parlano per l’ appunto di tre porte medievali di accesso a Sant’Elia, qualche anno fa si è voluta scambiare per una quarta porta quella rivolta ad est lungo via delle Torri e che dà tuttora accesso al cortile interno del Portico delle Torri. Dalle fattezze e dalla data 1705 scolpita nel sottarco sappiamo, però, che risale al XVIII secolo, quando il paese già si andava estendendo fuori dalla cinta muraria ben guardata, nel Medio Evo, da dieci torri di cui oggi quattro ancora ben riconoscibili.
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