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Studi Cassinati, anno 2009, n. 3
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di Piero Ianniello e Laura Di Pofi
« Amo la radio perché arriva dalla gente
entra nelle case e ci parla direttamente
se una radio è libera, ma libera veramente
piace ancor di più perché libera la mente. »
(da La radio di Eugenio Finardi)
La storia della radiofonia in Italia è nota. Nel 1976, grazie ad una sentenza della Corte Costituzionale, vengono liberalizzate le frequenze radiofoniche. Per i giovani dell’epoca fu come trovarsi improvvisamente di fronte ad un terreno ampio e fertile, uno spazio aperto all’iniziativa e alla creatività dei più audaci. Fu così che in quegli anni, in Italia, sorsero migliaia di emittenti radiofoniche locali, tutte molto limitate territorialmente. I costi per metter su una radio non erano impossibili. Bastava comprare un ripetitore e un po’ d’attrezzatura. I dischi? Beh, a quelli ci pensavano gli amici!
Il fenomeno delle radio locali italiane ha avuto effetti incredibilmente positivi. In primo luogo ha dato voce all’estro e all’intraprendenza dei giovani anche nelle province più remote. Da qui sono nati artisti che poi avrebbero fatto la storia della musica. Si pensi a Vasco Rossi, che frequentava gli studi di Punto Radio nel modenese.
L’altro aspetto da non sottovalutare è che, a cavallo degli anni ’70 e ’80, le radio locali costituirono una voce alternativa ad una programmazione ‘ingessata’ come doveva essere quella della Rai in quegli anni. Da qui il nome di “radio libere”, come nella canzone in epigrafe di Eugenio Finardi. Radio in cui non esisteva un palinsesto né una censura, in cui chiunque avesse qualche competenza o qualche interesse e un po’ di tempo da dedicarvi, poteva approfittare per mettere il tutto in condivisione con i radioascoltatori. Una radio in cui si poteva finalmente dire qualcosa che non fosse “standardizzato”, né nella forma1 né nel contenuto. Alcune radio storiche italiane sono nate così: Radio Popolare, Radio Radicale, Radio Aut di Peppino Impastato, Radio Kiss Kiss e così via.
In quegli anni anche la Ciociaria non è rimasta avulsa dall’incredibile proliferare di radio locali. Un calcolo, per forza di cose approssimativo, rileva che in provincia di Frosinone sono state presenti 56 emittenti radiofoniche!2
Ma la libertà durò poco. Successivamente, come spesso accade laddove c’è una qualche possibilità di commercio, sono arrivati i giganti che hanno schiacciato i più piccoli. Ecco allora che il settore è stato regolamentato e le frequenze sono state assegnate alle varie emittenti e in seguito acquistate dai grossi network nazionali che ne hanno precluso l’accesso a chi non usufruiva di grossi mezzi finanziari. È così che oggi in Italia ci ritroviamo ad ascoltare una radio che trasmette le stesse emittenti praticamente in tutto il Paese. Di radio locali ne sono rimaste ormai poche, e quelle che hanno resistito hanno dovuto in qualche modo conformarsi all’imperante dominio delle più grandi in termini di programmazione, pubblicità, non-localizzazione.
Per qualcuno si è trattato di un percorso inevitabile, per altri permane qualche perplessità sull’eticità dell’aiuto dato dallo Stato alle grandi emittenti. Comunque si voglia vedere la cosa, è indiscutibile che la fine delle radio locali sia stata una grossa perdita. Una voce locale, attenta ai problemi territoriali, e che dava spazio e in qualche caso speranza alla popolazione. Oggi questa localizzazione è sempre minore, ed è facile aspettarsi che in un futuro non lontano sarà totalmente cancellata. Sono poi andate perdute esperienze importanti che in qualche modo hanno segnato la storia locale. Si pensi soltanto a Radio Gari, di Cassino, che negli anni ’80 era arrivata ad estendersi tanto da essere ascoltata a Roma città!
All’epoca le radio nascevano per impulso spontaneo dei giovani, che spesso ruotavano già intorno a qualche organizzazione. Questo il motivo della proliferazione di molte emittenti politiche o cattoliche, nate nelle sedi di partito o nelle canoniche. Di questa schiera, in Ciociaria ricordiamo ITR di Sora e Radio Omega Top di Arnara, che avevano posto il ripetitore sul campanile del paese. Delle radio ciociare specificamente politiche si ricordano Radio Basso Lazio di Rocca D’Arce, Radio Comunità di Alatri e Radio Cassandra di Isola Liri, tutte marcatamente di sinistra.
Ma vediamo più da vicino come sono andate le cose in quel tempo, dando la parola, è proprio il caso di dirlo, a chi con un giradischi, un microfono, e pochi spiccioli, ha tirato su una radio locale.
Abbiamo incontrato Massimo Marzilli, fondatore di Radio Panda 80 ad Arce. Massimo è uno dei pochi che di quell’esperienza di fine anni ’70 ha fatto tesoro: oggi è ancora nell’ambiente radiofonico, speaker sportivo per Radio Cassino Stereo, dopo aver lavorato per Radio Tele Magia, Radio Gari e Radio Jolly.
Radio Panda 80 nacque ad Arce nel 1979, ad opera di un gruppetto di amici affiatati: oltre Marzilli, Sisto Colantonio, Bernardo Belli e, per la parte tecnica, Luigi Marcoccio. Iniziarono per gioco, ritrovandosi in un garage in pieno centro storico, in via Corte Vecchia. Per l’insonorizzazione bastavano i contenitori di cartone delle uova, mentre la strumentazione venne comprata per corrispondenza dalla Scuola Radio Elettra, e qualche altro pezzo dalla GBC di Cassino, all’epoca l’unico rivenditore della zona in grado di fornire strumentazione di questo genere.
Il ripetitore andarono a piazzarlo essi stessi sul monte di Rocca D’Arce.
Radio Panda cominciò con la tipica programmazione che all’epoca andava per la maggiore, incentrata su temi musicali. Il singolo 45 giri più trasmesso fu Ti amo di Umberto Tozzi. Musica, classifiche di vendita, brani su richiesta e dediche. Perché la caratteristica della radio all’epoca era proprio quella di porsi come punto di riferimento per la popolazione locale, e non solo3. Le sedi delle radio venivano abitualmente frequentate dai giovani del luogo. In un modo o nell’altro tutto il movimento giovanile arcese di quegli anni gravitava intorno allo studio radiofonico di via Corte Vecchia e ai quattro giovani speaker, che suscitavano l’ammirazione e incarnavano le aspirazioni dei coetani.
La radio si teneva in vita grazie alla pubblicità locale. Il primo negozio ad investire in quell’innovativo mezzo di comunicazione fu Boccaccio Mobili, di Arce, che pagò la cifra di 30.000 lire per un mese di pubblicità. Fu allestito anche un azzardato radiogiornale, che però non trattava notizie locali, bensì nazionali, riprese dalle maggiori testate. Molto interessante, e sicuramente precursore rispetto a tanti attuali programmi televisivi, era lo spazio dedicato alle ‘ricette paesane’, riprese direttamente da massaie e casalinghe del paese. Pasta e fagioli, patate in umido e la ‘pigna’ per dessert. E poi a Radio Panda 80 ci furono le prime esperienze di radiocronaca delle partite di calcio! Il commentatore assisteva ad uno spezzone di partita, poi lasciava il campo di calcio e telefonava in radio per raccontare (in leggera differita) quanto appena visto! Radio Panda trasmetteva 24 ore su 24. Durante il giorno c’erano gli speaker, coi loro programmi, a cui facevano da sottofondo le voci delle persone che li venivano a trovare e stazionavano nello studio. Durante la notte, invece, venivano mandate in onda le bobine, preregistrate ma che avevano l’inconveniente di una durata massima di sole quattro ore. Per questo, a rotazione, bisognava fare i turni, la notte, solo per inserire la bobina successiva! Tutto questo finché la tipica intraprendenza dei giovani organizzatori non trovò una soluzione: uno strampalato collegamento tra le due bobine attraverso un comunissimo pezzetto di carta argentata, che metteva in azione la seconda bobina quando la prima finiva!
Tanta giovane creatività, insomma, tanto buon umore e nessuna lungimiranza. Erano ancora lontani a venire i tempi in cui un’emittente radiofonica poteva essere un potente strumento di comunicazione, capace di veicolare messaggi in grado di intervenire sull’opinione pubblica. E le frequenze non costavano certo 400 mila euro, come ora.
Il gruppo di Radio Panda 80 fu anche convocato dai carabinieri, non perché ci fosse un qualche sospetto di sovversività, come invece accadeva per altre emittenti più politicizzate, ma solo perché in qualche caso, ceduto il microfono a qualche voce meno professionale e più improvvisata, era scappata qualche parolaccia. Chissà chi fu a presentare le proprie lamentale ai carabinieri o se furono proprio i carabinieri ad accorgersi del fatto ascoltando Radio Panda, che non era affatto malvista dalla popolazione, ma anzi guardata con curiosità e rispetto. Certo, i genitori dell’epoca non vedevano di buon occhio che le figlie andassero in studio o si scambiassero dediche per radio con chicchessia. Se però da un lato la radio si configurava come un pericoloso mezzo di emancipazione per tutti, era tutto sommato positivo il fatto che ci fosse un punto di ritrovo fisso dove si potevano rintracciare i propri figli. Una sorta di secondo salotto di casa propria.
Questo il ruolo sociale di Radio Panda ad Arce, che però non ebbe poi modo di svilupparsi perché l’esperienza finì improvvisamente, nel 1981. Le cause, possiamo dire, sono da ricercarsi negli stessi motivi che hanno dato origine a questa esperienza: la spontaneità, l’improvvisazione. Radio Panda 80 non si era evoluta, perché nessuno all’epoca riconosceva o poteva prevedere quale importante ruolo l’esperienza avrebbe potuto rivestire successivamente. Non si investiva in programmazione diversificata, non si acquistavano nuovi ponti radio, si finì anche con il non pagare più le bollette e, in parte, esaurita la carica emozionale della novità, i giovani organizzatori andavano perdendo entusiasmo.
Nel 1981, dopo quasi tre anni di programmazione, e dopo essersi trasferiti in uno studio più professionale, dietro la chiesa di Arce, i giovani decisero di chiudere quell’esperienza. Pochi anni dopo vendettero le frequenze, per pochi spiccioli, a Radio Tele Magia di Frosinone. Era l’alba di quella famosa e controversa “Legge Craxi” che, fotografando lo stato del momento delle frequenze radio-televisive, lasciava la concessione a chi l’aveva e non permetteva nuove emissioni. Si regolamentava così il settore e si metteva definitivamente la parola fine a quel territorio un po’ selvaggio che si era inaspettatamente aperto e che aveva dato spazio alla creatività di centinaia di giovani ciociari.
Diversa esperienza fu quella di Radio Boomerang Stereo, di Piedimonte San Germano, dove si è registrata anche una delle rare, almeno per la Ciociaria di quegli anni, esperienze di voci radiofoniche femminili. La radiofonia ciociara è stata caratterizzata da una presenza quasi monopolistica di speaker uomini, nonostante la pulsione emancipatrice delle donne del tempo. La Ciociaria rimaneva infatti un po’ ai margini delle lotte e delle rivendicazioni femministe che animavano l’Italia in quegli anni.
Nei rari casi in cui però una voce femminile riusciva a ritagliarsi uno spazio in un’emittente radiofonica, allora la ragazza dietro il microfono diveniva una sorta di star dell’etere, in grado di colpire a fondo l’immaginario dei tanti radioascoltatori.
Questo è quanto accadde alla fine degli anni ’70 anche a Giovanna Sabatini, giovane di origini Pedemontane ma che viveva a Roma. Proprio la sua provenienza rendeva Giovanna più emancipata rispetto alle sue coetanee ciociare. Approdò a Radio Boomerang (RBS) divenendo presto la beniamina di molti radioascoltatori maschi, in particolare degli operai della Fiat e anche dei Vigili del Fuoco in servizio presso lo stabilimento. Fenomeno d’eccezione nello scenario ciociaro dell’epoca, e piacevole alternativa alle proposte delle altre stazioni radiofoniche, Giovanna fu contattata anche da Radio Gari, la più ambiziosa fra le emittenti della provincia. Dovette però rinunciare ad ogni offerta a causa dell’eccessivo impegno che la distanza fra Cassino e Roma, sua città di residenza, le avrebbe imposto.
Radio Boomerang si distinse anche per una diversa impostazione, più professionale, rispetto alle altre realtà radiofoniche ciociare dell’epoca.
L’emittente trasmetteva da un appartamento di via Risorgimento, al numero 27, sopra l’attuale Banca della Ciociaria, con un’antenna di sei metri e un impianto di 100 watt di potenza, prima, e un ripetitore a Vallemaio di 400 watt, poi. Intorno a questa sede si riunirono molti giovani locali, invitati a lanciarsi nell’avventura dal pittore pedemontano Nicola Gentile, che sostenne tutte le spese dell’impresa.
Oltre ad offrire la tipica programmazione giovanile (anche qui il 45 giri più trasmesso fu Ti Amo di Umberto Tozzi, insieme a Thriller di Micheal Jackson), RBS investì sull’informazione, prevedendo un giornale-radio nazionale e uno locale, con notizie prese dai quotidiani Il Tempo e Il Messaggero, a quel tempo uniche testate che trattassero anche la cronaca della provincia di Frosinone. Nel tempo, RBS divenne un punto di riferimento locale, non solo per i giovani, ma anche per l’assessorato al turismo del Comune, col quale furono realizzate delle trasmissioni invitando i vari personaggi noti che visitavano la zona. Anche i commercianti cominciarono ad affidarsi a questo nuovo mezzo di comunicazione locale e ad investire in pubblicità.
Radio Boomerang durò dal 1977 al 1981. Dopodiché i suoi fondatori, Nicola Gentile insieme al figlio Antonio, e gli altri giovani, circa una decina, che vi lavoravano, furono presi da altri impegni e il loro tempo da dedicare alla Radio diminuì. Fu così che venne creato un network locale, assieme a Radio Sirio di Ceprano e Radio Cassandra di Isola Liri. Finì in questo modo l’esperienza di Radio Boomerang, confluita in un network anche questo destinato a non decollare e ad essere successivamente acquisito da Radio Tele Magia di Frosinone, emittente con chiare mire espansionistiche. Resta però nella storia ciociara come uno dei primi tentativi di unire le forze per resistere sul mercato radiofonico.
Era proprio il clima culturale della realtà ciociara dell’epoca che quelle stazioni radiofoniche sembravano andare a contestare e ad intaccare. Quasi un mezzo a disposizione per rompere finalmente quell’emarginazione culturale a cui erano destinati i giovani del luogo. Una possente spinta innovativa, fatta di pura energia giovanile ma, come tale, destinata a spegnersi subito, se non fosse intervenuto qualche evento a rendere permanente le iniziative un po’ improvvisate.
Ciò che permise ad alcune radio di distinguersi da altre, e dunque resistere nel tempo, fu lo spirito imprenditoriale, come quello che caratterizzò Radio Gari, oggi purtroppo scomparsa dal panorama radiofonico4. Nata a Cassino nel 1978 su iniziativa di Freddy Geraci, si racconta che a fine anni ’80 sia riuscita ad essere ascoltata finanche nella città di Roma. La potenza commerciale dell’emittente, che in quegli anni raggiungeva 7 province e vantava di essere la più ascoltata dell’intero territorio interprovinciale, era data essenzialmente dagli investimenti economici del patron, che spese molto anche in termini di professionalità, scegliendo i migliori speaker, e acquistando format radiofonici di importanza nazionale. A quel periodo risale la collaborazione con Foxy John, speaker di fama nazionale, o anche con Michele Plastino, noto giornalista sportivo romano.
Professionalità, che molto spesso mancava alle emittenti più improvvisate, e investimenti sono state dunque le chiavi di volta che hanno permesso ad emittenti tra le quali anche Radio Tele Magia di Frosinone di ritagliarsi il proprio spazio tra le frequenze ormai totalmente sature dei network nazionali. Radio Tele Magia nasceva nel 1980 come Radio Ciociaria e solo successivamente assunse un’impostazione più lungimirante. Cambiò nome e portò la sede al grattacielo di Frosinone, da dove hanno trasmesso speaker che poi hanno raggiunto notorietà nazionale: Fabrizio Casinelli, oggi dirigente generale dell’ufficio stampa di Palazzo Chigi, Francesco Maria Vercillo, ora alla Rai, Giampiero Di Sora, oggi voce di Radio Dimensione Suono, Clelia Bendandi, poi passata a Rai Stereo 2.
Tra le radio che ‘ce l’hanno fatta’, nel senso che hanno superato la barriera degli anni 80, e che oggi trasmettono e in qualche modo contendono gli ascolti ai grandi network, non si può dimenticare Radio Cassino Stereo. È la prima emittente radiofonica nata in provincia di Frosinone, nel 1975, ad opera di quel controverso personaggio che fu Michele Giordano. Abbiamo incontrato Enzo Pagano, oggi responsabile della Radio, che ci ha spiegato quanto Radio Cassino abbia investito prima di tutto in personalità. Michele Giordano non era una persona facoltosa, ma aveva la passione giornalistica che servì a distinguere Radio Cassino dalle altre emittenti. La radio era uno degli strumenti giornalistici che componevano la società Astra di Michele Giordano, insieme al giornale Il Gazzettino del Lazio e l’emittente televisiva Tele Cassino, poi divenuta Tele Ciociaria.
L’identità giornalistica ha dunque permesso a Radio Cassino di distinguersi e di sopravvivere alla inarrestabile moria delle emittenti in Italia. Successivamente, l’avvento di Enzo Pagano, che ha rilevato l’impresa nel 1989, ha trasformato la radio sulla base di obiettivi più lungimiranti e, anche qui, più imprenditoriali.
Oggi Radio Cassino Stereo è la radio più ascoltata della provincia di Frosinone, e puó vantare un bacino di ascolto che va dal sud della provincia di Roma fino all’alto casertano, includendo la zona di Sora e di Isernia. Produce autonomamente un giornale radio con le notizie locali, ha anche uno spazio di approfondimento di tematiche locali5, e rappresenta dunque un punto di riferimento giornalistico territoriale.
Le prospettive future sono quelle del consolidamento del successo che sta ottenendo nel territorio servito, e di aprirsi ad internet. La trasmissione in streaming sul web è la nuova frontiera della radiofonia.
Ecco un elenco, forse non completo, delle emittenti radiofoniche presenti nella provincia di Frosinone.
Alatri Radio Comunità Anagni Radio Hernica Radio Mia Radio Monti Lepini Aquino Radio Vega Arce Radio Panda 80 Arnara Radio Omega Top Arpino Radio Arpino 1 Radio Idea Stereo Ausonia Radio Ausonia 2000 Cassino Radio 102 Radio Gari Radio Cassino (Stereo) RGM 1 Radio Jolly Radio Panda Castrocielo Radio Universo Sound Ceccano Radio Venere Ceccano Sirio Tele Radio Interpolitan Tele Radio Ceprano CR1 – Radio Ceprano 1 Cervaro Radio Diffusione FM Colfelice Radio Linea 78 Ferentino Radio Fermentino |
Fiuggi Tele Radio City Radio Spazio Verde CTR – Contemporanea Tele Radio Radio Centro Fiuggi Radio SmileFontana Liri Radio Fontana Radioattività Frosinone Radio musica 6 Radio Ciociaria Canale 1 Radio Tele Magia Radio Frosinone Superadio Voa Europe Radio Day Isola Liri Radio Cassandra Radio Isola Uno Radio Dimensione Isola Piedimonte S.Germano Radio Boomerang Stereo Pontecorvo Radio Elle Radio Eva Rocca d’Arce Radio Basso Lazio Roccasecca Radio Sirio Radio Gioventù Sora Radio Gamma Sora Nuova Rete Radio Tele Sora ITR – International Tele Radio Radio Sora Movemania Radio Lazio Supino Radio Gemma |
Abbiamo svolto questa ricerca cercando di dar voce a quelle realtà radiofoniche la cui apparizione è stata breve come una meteora ma che, in chi l’ha vissuta, ha comunque lasciato il segno. Oggi, probabilmente, i giovani non hanno la stessa libertà di esprimere la propria creatività. In ambito radiofonico, si sa, gli spazi liberi non esistono più, dai tempi della famigerata legge Craxi. L’ultimo colpo alla radiofonia libera è stato dato da una legge del 1990 che ha imposto garanzie fidejussorie alle emittenti tali da rendere difficilissima la sopravvivenza delle radio di piccole dimensioni6.
Il panorama radiofonico attuale presenta una situazione in cui i grossi network nazionali hanno acquistato le frequenze e trasmettono secondo standardizzazioni mirate: musica da centro commerciale al mattino e al pomeriggio, italiana all’ora di pranzo, giovanile alla sera e tranquilla, ma che non faccia dormire, durante la notte. Oppure le talk radio che trasmettono ore di dialogo, ma con lo stesso fine di vendere i propri spazi commerciali. Si differenziano un po’ le radio a carattere religioso o politico, ma in fondo sembra di vedere poco spazio per la creatività. Per questo l’esperienza delle radio libere è stata importante, tanto a livello nazionale quanto in Ciociaria7.
Gli strumenti attuali sembrano già pre-impostati, gli spazi ridotti, e la creatività controllata. Oggi, pur volendo, non si riuscirebbe a far giungere la propria voce anche a chi magari sta passando sull’autostrada e casualmente si sintonizza su quella stazione radiofonica. È vero, c’è internet, grande strumento. Ma qualcosa mi dice che non sia poi facile farsi ascoltare in un mondo così ampio, così poco locale.
Quanta differenza con quel tempo così poco tecnologizzato, dove le dediche erano fatte trovare sotto la porta della radio, o venivano mandate attraverso i bambini dell’epoca! Oggi chiunque puó metter su un sito internet, che puó essere visitato in tutto il mondo. Ma proprio questa ampiezza implica un contatto poco diretto, poco concentrato, poco localizzato, e quindi poco adatto ad incontrarsi con il pubblico locale.
Questa sembra essere la profonda differenza. Una differenza di identità, che porta ad una differenza di personalità. Un carattere innovativo di fondo, ma un terreno espressivo molto diverso. Quello era un terreno su cui venivano coltivate piante autoctone, veraci, rispondenti alle caratteristiche territoriali, questo è un terreno a colture intensive, dove in nome della commercializzazione si selezionano solo alcune qualità, a scapito della diversificazione e della localizzazione.
Il terreno selvaggio e inesplorato di quegli anni a cavallo tra i ’70 e gli ’80 è ormai finito, completamente conquistato dalla generalizzazione. Resta però nella storia quell’esperienza fondamentale per i giovani dell’epoca. Un po’ come la conquista del West per la storia americana.
Non resta dunque che ricordare con piacere quei momenti e ringraziare quei ragazzi di allora, oggi ormai cinquantenni, che si sono resi artefici di quell’irripetibile esperienza.
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