Studi Cassinati, anno 2007, n. 2
di Alessandrina De Rubeis
Nel Monumento ai Caduti, in Piazza Carlo Coletti, in basso a sinistra, Francesco Piselli è iscritto tra i soldati dispersi.
Chi era Francesco Piselli? Era nato a San Donato V.C. il 10 maggio 1924 da Lucio e da Leone Costanza. Primogenito di due figli, ben presto rimase ad essere l’unico, in quanto la sorella morì a soli tre anni per aver contratto il tifo. Il padre, bracciante, era già emigrato in Argentina da dove scriveva alla moglie, chiedendole di raggiungerlo insieme col bambino. Ma i soldi per il viaggio non arrivarono mai e, poco tempo dopo, cessò anche il rapporto epistolare: dall’Argentina non si ebbero più notizie. Madre e figlio abitavano in Via Mevati; poi si trasferirono in Via Palazzo. La donna andò a lavorare nella campagna romana insieme con altri compaesani, portando sempre con sé Francesco. Il ragazzo, malgrado tutto, aveva un carattere allegro, aveva imparato a suonare e si divertiva a fare gli scherzi a quanti gli capitavano a tiro. Uno di questi, però, gli costò caro: avendo slegato dei barili di dosso a un somaro, fu denunciato dal proprietario e dovette scontare alcuni giorni di carcere ad Alvito. Tale esperienza lo segnò profondamente e fu la causa della sua dolorosa e prematura fine.
La chiamata
Richiamato per il servizio militare di leva, fu destinato alla caserma di Alba (Cuneo), nel 43° Fanteria; al paese aveva lasciato il suo cuore: la madre, la fidanzata e la speranza di ritornare. Ma le vicende dell’8 Settembre fecero precipitare la situazione: il pericolo incombente fu palese e quasi tutti i suoi commilitoni fuggirono, abbandonando la caserma di Alba e cercando di mettersi in salvo. Il senso del dovere di Francesco Piselli, memore della punizione subita qualche anno prima, lo fece rimanere al suo posto, ma il 10 settembre 1943 fu catturato e inviato in un Lager di Mantova. Dal treno, che lo trasportava, lanciò un biglietto in direzione di una giovane Crocerossina, che lo raccolse e si premurò di scrivere alla madre. Il 28 ottobre fu trasferito in Germania, nello Stammlager 3/C di Altdrewitz, presso Küstrin e, successivamente, nello Stalag IX G ( Bad Sulza ).
L’epilogo
Il 30 ottobre fu consegnato alle “SS” e imprigionato dal Comando di Dora del campo di concentramento di Buchenwald, dove morì l’11 Marzo 1944, all’età di soli 19 anni, col numero di prigionia 0688.
Francesco Piselli è stato ritenuto disperso fino al 1987 quando, dopo continue richieste da parte della madre a tutti gli Uffici di competenza e persino al Vaticano, giunse un documento della Croce Rossa Italiana, Servizio Affari Internazionali, Ufficio Ricerche, datato Roma 14/10/1987 che, laconicamente, notificava le mostruosità appena descritte.
Del nostro giovane soldato mi hanno detto i signori Attilio Cellucci, Domenico Cardarelli, Natalina Pellegrini, impiegata all’Ufficio Anagrafe, e l’insegnante Angela Leone, figlia di una cugina del padre di Francesco, alla quale si devono le foto e i documenti pubblicati in queste pagine.
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