Studi Cassinati, anno 2006, n. 4
di Maurizio Zambardi
Il capitano Herman Chanowitz, simpatico e dinamico a dispetto dei suoi 91 anni, mi disse un giorno per telefono con quel suo italiano impregnato di accento americano: «Maurizio, non riesco a capire perché un ente culturale pubblico come l’Università di Napoli, non voglia accettare in dono molti dei miei libri di Fisica, Matematica e altre discipline scientifiche, su cui ho studiato nei miei giovani anni universitari. Eppure i miei libri sono abbastanza ricercati e ancora attuali. È forse a causa della burocrazia italiana?». La voce di Herman tradiva, oltre a incredulità, tanta amarezza. Ad un certo punto mi chiese se potevo interessarmi per riproporre il tutto all’Università di Cassino. Stupito anch’io per un rifiuto del genere (chissà io cosa avrei fatto per avere quei libri nella mia biblioteca privata), decisi di impegnarmi affinché Herman potesse realizzare il suo desiderio e vedere cosí i suoi libri collocati in una dimora stabile e che, soprattutto, potessero servire ancora. Dissi quindi ad Herman che lo avrei ricontattato dopo qualche giorno. Cosí grazie all’aiuto e alle conoscenze del mio amico l’ingegnere Vincenzo Delli Colli di Castrocielo presso l’Università di Cassino, riuscii a far portare la richiesta all’attenzione del Preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Cassino, il prof. Giovanni Betta. E grazie proprio alla sua lungimiranza e sensibilità, dopo qualche mese di lavoro per adempiere alle varie pratiche burocratiche finalmente furono trasportati i volumi, piú di centocinquanta, presso l’università di Cassino e sistemati in uno scaffale dedicato proprio ad Herman. La cerimonia di ringraziamento, a cui purtroppo non ho potuto partecipare perché ero fuori sede per lavoro, si è svolta il 27 ottobre. Ma qualche giorno dopo è stato lo stesso Herman a riferirmi compiaciuto e con un certo orgoglio dell’ottima accoglienza riservatagli dai docenti universitari.
Conobbi Herman nel febbraio del 1998, quando, insieme al Colonnello Ernesto Mosca e a Howard Koonz vennero, per la prima volta, a San Pietro Infine per visitare le rovine del Vecchio Centro. Fin dalle prime battute mi risultò immediatamente simpatico: un energico personaggio che sembrava uscito dai cartoni di Walt Disney. Sembrava infatti somigliare al pimpante avvocato degli “Aristogatti”. Nonostante l’età, aveva un’energia, una prontezza di riflessi e una lucidità da far invidia a molti giovani. Dopo un’interessante visita al vecchio centro di San Pietro Infine, proseguimmo per Esperia, seguendo quella che era stata la linea di avanzamento delle truppe francesi. Da allora Herman e Howard sono tornati sempre piú spesso e hanno fatto da tramite con la Nato per alcune importanti manifestazioni con parate militare. Ad Herman è stata conferita anche la cittadinanza onoraria a San Pietro Infine.
Ma vediamo chi è Herman Chanowitz. È nato il 13 aprile 1915 a Chicago, Illinois, da Anna e Max Chanowitz. Piú grande di due figli maschi, Herman frequentò le scuole a Chicago e conseguí il diploma all’Istituto Tecnico Industriale nel 1933 (i ragazzi frequentavano solo scuole tecniche). Dopo la scuola si iscrisse al Collegio dello stesso Istituto e poi all’Università del Michigan dove conseguí la laurea in Scienze Applicate nel 1939 e il Master in Geofisica nel 1940. Dopo la laurea lavorò per una Compagnia di Geofisica in California, di qui a Detroit e Michigan per la Compagnia Americana Brake Block. Nel 1942 ricevette una lettera dallo “zio Sam” che gentilmente lo invitava ad arruolarsi come volontario nell’Esercito (lui scelse dove voleva lavorare) per evitare il rischio dell’arruolamento forzato e le conseguenti decisioni dell’Esercito. Nella primavera del 1942 l’Esercito lo inviò alla Scuola di Comunicazione di Scottfield, Illinois. Essendo laureato, fu nominato Ufficiale alle comunicazioni per lo Squadrone di supporto di Tattica aerea, Oklahoma, Will Rogers Field. Entro la fine di novembre alla sua unità fu ordinato di preparare lo schieramento d’oltremare. La sua unità si imbarcò nel New Jersey e viaggiò in nave fino a Oran, Algeria. Arrivò il giorno di Natale. Nel febbraio 1943 visse la sua prima azione di combattimento a supporto della battaglia per il Passo Kaserine. La sua unità inviò lui e due squadre di supporto a uno squadrone aereo e corazzato. Ritornò ad Oran nell’aprile del 1943 dopo la fine della Campagna del Nord Africa e iniziò a prepararsi per l’invasione della Sicilia. Nel luglio 1943 sbarcò a Gela, lungo la costa siciliana con la 45esima Divisione di Fanteria. Il suo gruppo consentí comunicazioni di terra tra la Divisione del Comando Generale dell’Esercito e il Comando Generale di Supporto Aereo fino all’agosto 1943 anno in cui la Battaglia di Sicilia terminò.
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