1885: VOTO PER NON FAR RIMUOVERE DA CASSINO LA STAZIONE FERROVIARIA

 

Studi Cassinati, anno 2006, n. 3     

La stazione ferroviaria di Cassino, per lungo tempo la più importante tra Roma e Napoli, fu costruita alla fine degli anni Quaranta dell’Ottocento grazie ad un rescritto regio del 26 ottobre 1846. La sua ubicazione fu stabilita, inizialmente, in prossimità dell’ingresso della città, che allora si chiamava S. Germano, lungo l’attuale via De Nicola, sul luogo dell’odierno Tribunale1. Fu costruito il grande capannone che doveva ospitarla e furono collocati anche i binari, che erano visibili ancora nel 19292.
Ma subito dopo, a conti fatti, ci si accorse che tale ubicazione, oltre a generare una stretta curva tra monte Trocchio e monte Cassino, comportava ingenti spese per riequilibrarne il livello rispetto a quello di campagna. Per questo motivo nel 1864 si decise di spostare la stazione a circa un chilometro più a valle, dove si trova ancora oggi. Il dismesso edificio fu riadattato per ospitare il teatro Manzoni, gli uffici comunali e le scuole pubbliche.
Un paio di decenni dopo la nuova collocazione si pensò di rettificare il percorso eliminando l’ampia curva che comunque era rimasta dopo il precedente spostamento. Questo avrebbe comportato l’allontanamento dello scalo ferroviario notevolmente rispetto al centro abitato con i disagi per gli utenti che facilmente si possono intuire.
L’opposizione dell’amministrazione comunale a tale progetto fu ferma e decisa; si concretizzò con un iniziale intervento in consiglio comunale, che adottò la deliberazione che qui riportiamo. Il documento è a stampa3, segno che fu fatto circolare per tutto il territorio del Cassinate in modo da provocare l’intervento anche degli altri comuni interessati. La battaglia, come è evidente, fu vinta. Però ancora oggi si riaffaccia il problema dello spostamento verso la linea superveloce, come si dice, per liberare la città di Cassino dalla barriera costituita dalla linea ferrata e consentirne l’ampliamento verso sud. In questo pare siano d’accordo anche gli attuali amministratori. Forse dimenticano che al di là della stazione ferroviaria v’è un’altra barriera ancora più invalicabile, ed è il parco delle fonti varroniane: si sposterà anche quello? e. p.

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VERBALE
DELCONSIGLIO COMUNALE
IN CONGREGA STRAORDINARIA
Autorizzata con provvedimento prefettizio del 2 novembre 1883, N. 6347.
Tornata del 12 novembre 1885, in 1ª adunanza a porte aperte.

Presidenza del Sindaco, Signor Avv. Stanislao Jucci
Per effetto di legale invito, si è riunito il Consiglio Comunale della città di Cassino, in seduta straordinaria, dbitamente autorizzata, e nella solita aula delle sue adunanze.
All’appello nominale rispondono i Consiglieri, Signori:
1 Bruno Carmine 9 di Mambro Pietro
2 Capocci Filippo 10 Mancini Raffaele
3 Cenci Gaetano 11 Mariani Federico
4 Cinquanta Filippo 12 Martini Agostino
5 Cuomo Pasquale 13 Morra Cleto
6 Fiorentini Pietro 14 Notarmarco Gaetano
7 Jucci Stanislao 15 Renna Giuseppe
8 Jucci Giovanni 16 Testa Filippo
In numero legale, coll’assistenza dell’infrascritto Segretario.
Letto il verbale della seduta precedente è approvato.
L’ordine del giorno reca:

VOTO PER NON FAR RIMUOVERE DA CASSINO LA STAZIONE FERROVIARIA

Il Sindaco, ricordando all’adunanza le fasi dei diversi tracciati finora proposti per la direttissinia Roma – Napoli, nota i danni che derivano alla città di Cascomuni che fanno capo alla sua stazione, dall’ ultimo tracciato che s’intende attuare dal Governo, pel quale, pare, la nostra stazione rimanesse lontana di più chilometri da Cassino.
Per la qualcosa, è di avviso ricorrere ai provvedimenti che sono reputati necessari, per scongiurare i lamentati inconvenienti, anche col concorso degli altri comuni interessati; ed all’uopo presenta analogo ordine del giorno.
Premesse alcune osservazioni dei signori Cinquanta e Mancini il Consiglio ha considerato:
Che la stazione di Cassino è fra le più importanti lungo la linea Roma – Napoli, sia pel significante movimento di merci, sia per l’industria agricola e per quella di animali d’ingrasso, sia per le materie prime, occorrenti agli opifici di carta e filande esistenti ad Atina, a Picinisco ed a S. Elia, e per i prodotti delle stesse diretti per Napoli e per Roma;
Che l’anzidetta stazione offre un importante movimento di passeggieri che ad essa fanno capo da ben ventidue comuni
Rappresentanti una popolazione di circa 76 mila abitanti;
Che questa nostra città, cui natura fu provvida di ogni genere di benefizi, industriali ed agricoli, è posta topograficamente, nel centro di ricche ed estese contrade, ed è sede del Tribunale civile e correzionale dei circondari di Sora e di Gaeta, risedendovi inoltre un circolo ordinario di corte di assisie, l’archivio notarile dei circondari medesimi, ed altre amministrazioni diverse;
Che ad un’ora da Cassino, sul monte, si trova il monumento nazionale di Montecassino, gloria italiana, dove grande è il concorso di esteri e nazionali, e dove fioriscono, numerosi, un seminario ed un convitto, il quale accoglie alunni da Roma, Napoli, e da buona parte delle provincie meridionali;
Che a prescindere la maggiore importanza etnografica acquistata da Cassino col nuovo ordine di cose, la sua topografia fu anche prima riconosciuta interessante dall’ex Re di Napoli, il quale, con Sovrano rescritto ‘26 ottobre 1846, nel concedere la costruzione del tratto di ferrovia da Capua al confine potitificio, designò Sangermano (ora Cassino) per stazione principale della linea, manifestando, anche personalmente, la volontà che la stazione stessa fosse costruita contiguamente all’abitato, come di fatti avvenne, e che poi nel 1864 fu trasportata dalla Società delle romane alla distanza di circa un chilometro dalla città, ove di presente trovasi;
Per tali molteplici ragioni, il Consiglio, adottando unanime l’ordine del giorno presentato dal Sindaco, delibera farsi voti vivissimi al Governo del Re, perché, nella nuova rettifica della ferrovia direttissima Napoli-Roma, la stazione ferroviaria non venga allontanata dalla città, ed invita gli Onorevoli quattro Deputati della circoscrizione ad appoggiare tal voto, dando incarico al Sindaco di recarsi, al più presto, insieme coi detti Onorevoli presso S. E. il presidente dei ministri, e. S. E. il ministro dei lavori pubblici, affine di presentare questo voto del Consiglio.
Inoltre invita i comuni cointeressati di Atina, S. Elia, Piedimonte, Pignataro, Villa S. Lucia, Picinisco, Alvito, S. Donato, Settefrati, Casalvieri, Villa Latina, Terelle, Cervaro, Vallerotonda, Viticuso, S. Apollinare, Esperia, S. Giorgio a Liri, Belmonte Castello, Ausonia e Castelnuovo Parano a volere sollecitamente fare adesione alla presente deliberazione, e mandare, se crederanno, un rappresentante, il quale si unisca alla commissione di Cassino, per recarsi a Roma nel giorno che verra d’accordo determinato.
In fine dichiara d’urgenza la presente deliberazione, e come tale immediatamente esecutoria, demandando alla Giunta l’approvazione del verbale.
Il presente verbale, letto alla Giunta nella seduta del 14 novembre 1885, approvato, si è sottoscritto.
Firmati all’originale – Il Sindaco – Stanislao Jucci = Il membro anziano – Pietro Fiorentini = Il Segretario del Municipio – Giustino de Simone.
Pubblicata la presente deliberazione per copia all’albo pretorio il 15 novembre 1885, come giorno di domenica, senza opposizione.
Cassino, li 16 novembre 1885.– G. De Simone, Segretario
Per copia conforme in ordine all’art. 130 della legge Comunale.

Il Segretario del Municipio
G. De Simone

visto
Il Sindaco
S. JUCCI

 

1 L’ingresso della città era, allora, sull’incrocio tra via De Nicola e via Marconi; l’attuale chiesa di S. Antonio era in aperta campagna.
2 T. Vizzaccaro, Cassino dall’Ottocento al Novecento, S.E.L., Roma 1977, pag. 20. Lo stesso Vizzaccaro a pag. 18-19 riporta parte del verbale che segue, ma lo attribuisce, erroneamente, allo spostamento della stazione ferroviaria in fondo a Viale Dante nel 1864, trovandosi poi in contraddizione con quanto afferma subito dopo.
3 Messoci a disposizione dal nostro socio Claudio Maddalena.

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