Studi Cassinati, anno 2005, n. 1
Nel dicembre 1955, nella valletta di Vallevona, sulle pendici di Monte Maggiore, lo scrivente raccoglieva in superficie, all’attacco del sentiero che si diparte dalla rotabile Mignano-Rocca d’Evandro, diretto a quota 513 del monte, frammenti di embrici e di tegole, cocci informi di vaso tra pietre quadrangolari rozzamente squadrate con tracce di malta, di presumibile età romana.
Ad una ventina di metri a sud est, si colloca un lacerto di muro cementato e frammenti di embrici in superficie.
Il materiale fittile è stato depositato presso il Municipio di Rocca d’Evandro e ne è stata data notizia alla Soprintendenza di Caserta.
bibliografia
a – Istituto geografico Militare, Venafro, Caserta al 50.000, Firenze, 1909
b – G. Dal Piaz, Lezioni di Paleontologia, vol. I, ed. Cedam, Padova 1959, pp. 179-181
c – E. Anati, I monumenti megalitici. La Palestina prima degli Ebrei, vol. II, Milano 1963, ed. Il Saggiatore, pp. 319-323, tav. 59
d – D. Caiazza, Archeologia e storia antica del Mandamento di Pietramelara e di Monte Maggiore, Atti Convegno Studi, S. Angelo d’Alife, 1987, pp. 46-70
e – U. Furlani, Monte Lungo, Mignano, Caserta, Rivista di Scienze preistoriche, Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Notiziario, Campagna, Neolitico e metalli, Firenze LI – 2000-2001, a pg. 512
* Archeologo di Gorizia, già ispettore onorario delle Soprintendenze delle Venezie di Padova e Trieste, socio collaboratore dell’Istituto di Preistoria e Protostoria di Firenze, ha partecipato a numerose campagne di scavo in Italia e all’estero. Nell’autunno del 1943, bersagliere, ha combattuto su Montelungo di Mignano con il I Raggruppamento Motorizzato Italiano; dopo oltre 40 anni è tornato sui luoghi della battaglia come archeologo.
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