NOTIZIARIO CDSC

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Studi Cassinati, anno 2003, n. 4

12 ottobre 2003: visita guidata ai ruderi della vecchia San Pietro Infine.
Un gruppo del CDSC, sotto la guida eccezionale dell’arch. Maurizio Zambardi, membro del nostro Direttivo e presidente dell’associazione culturale “Ad Flexum”, ha trascorso una piacevole ed interessante mattinata tra le rovine del vecchio centro abitato di San Pietro Infine, distrutto dalla guerra ed abbandonato per essere ricostruito più a valle.
Il luogo, non a torto, è stato definito “la Pompei moderna”, avendo conservato intatto l’antico impianto urbano nonostante i gravi danni procurati dai bombardamenti anglo americani prima e tedeschi poi, e nonostante anche l’opera quasi sistematica di demolizioni delle parti pericolanti operato dagli alleati subito dopo il conflitto mondiale.
La vecchia San Pietro Infine meriterebbe di essere inserita nei circuiti turistici e culturali del centro-sud d’Italia, magari a proseguimento della visita all’abbazia di Montecassino: il visitatore ne trarrebbe certamente grande appagamento.
Le origini del borgo medioevale di San Pietro Infine si fanno risalire al X – XI sec. d. C. allorché, sconfitti i Sanniti ad opera dei Romani e distrutto in seguito anche il pagus romano (identificato con il toponimo Ad Flexum), situato in pianura lungo la Via Latina, il paese si arroccò su uno sperone roccioso alle pendici di Monte Sambùcaro. II borgo veniva così difeso da valloni e strapiombi naturali, cui si aggiungevano le mura di cinta, intervallate da torri quadrangolari, che cingevano la struttura urbana. Nel corso dei secoli il paese ha subito terremoti, incendi e devastazioni senza rimanerne cancellato. Nel dicembre del 1943, invece, una inerme San Pietro Infine fu letteralmente annullata dalla furia devastante della guerra e mai più ricostruita, se non a valle, dove l’abitato odierno si distende circondato da rigogliosi oliveti. Ironia della sorte, oggi San Pietro Infine è conosciuto proprio a causa di questa distruzione. Sostanzialmente i motivi che lo hanno reso noto sono due. II primo è che la sua distruzione è stata immortalata dalle cineprese del famoso regista americano John Huston, che ha documentato le varie fasi della conquista del paese da parte degli alleati, direttamente sul campo di battaglia. II secondo motivo è che il paese, a differenza di quanto è avvenuto agli altri centri distrutti dalla guerra, non è stato più ricostruito. Un cumulo di macerie mai rimosse resta oggi a muto testimone di tanta efferatezza e a monito perpetuo per tutte le guerre.*
Il paese subì una distruzione del 98 % ed una perdita di circa 150 civili. Per questo sacrificio gli è stata conferita la medaglia d’oro al merito civile, consegnata dal Capo dello Stato l’8 dicembre scorso.
*Da “Itinerari sampietresi – Il vecchio Centro di San Pietro Infine Medaglia d’Oro al Merito Civile”, guida turistica e culturale, Associazione Culturale “Ad Felxum”, Itinerario 2. Grafica Isernina 2003.
15 ottobre 2003: Petizione del Presidente Pistilli al Presidente del Consiglio Comunale di Cassino, al Sindaco del Comune di Cassino e al Presidente del Comitato per le celebrazioni della “Battaglia di Montecassino”:
« Con le prossime solenni celebrazioni del sessantesimo anniversario della battaglia di Cassino a molti Comuni della battaglia sarà conferita la medaglia d’argento al merito civile su iniziativa del Comitato delle Celebrazioni della “Battaglia di Montecassino”. Quei Comuni andranno ad aggiungersi alla nutrita schiera dei Comuni già decorati a partire dalla fine del conflitto mondiale: in tal modo si eliminerà l’odiosa discriminazione tra città decorate e non (come se il sacrificio non fosse stato identico per tutto il Cassinate). Va rilevato che alcuni dei comuni decorati hanno avuto la medaglia d’oro al merito civile: Mignano Montelungo, Minturno, Castelforte, SS. Cosma e Damiano; va aggiunto che Mignano ha anche la medaglia d’oro al valor militare e Pontecorvo quella di bronzo al valor militare. La città di Cassino è medaglia d’oro al valor militare per le note vicende del fronte che ha avuto come teatro la città ed il superiore monastero; per le stesse vicende è portatrice del titolo di “Città Martire per la Pace”. La motivazione ricorrente per i Comuni decorati al merito civile, oltre quella dei danni al patrimonio edilizio, è il sacrificio subito dai cittadini in termini di perdite umane.
Senza nulla togliere alla legittimità sacrosanta di quelle decorazioni c’è da chiedersi: Cassino non ha avuto anch’essa perdite di patrimonio ed umane?
Il CDSC, lo scorso anno ha pubblicato il Martirologio di Cassino per conto della Presidenza del consiglio: con esso ha documentato la morte di circa 2.200 civili e 194 militari; la città, inoltre, ha subito la distruzione totale insieme alla sua abbazia; non è sufficiente tale sacrificio per avere il riconoscimento che hanno avuto Comuni minori – per numero di abitanti e di vittime – come Mignano, Minturno, Castelforte, SS. Cosma e Damiano? Dunque un appello agli amministratori della Città e al Comitato per le celebrazioni: non si faccia che il prossimo anno, magari alla presenza del Capo dello Stato, a molti gonfaloni sarà conferita la benemerenza (sicuramente meritata) mentre quello di Cassino resterà a guardare.
Non si tratta di mera richiesta campanilistica, ma di dare il giusto e doveroso riconoscimento al sacrificio che la Città Martire ha dovuto incolpevolmente subire; lo stesso riconoscimento, in fondo, lo ha avuto Mignano Montelungo, titolare di medaglie d’oro al valor militare ed al merito civile».
1 dicembre 2003: il Consiglio Comunale di Cassino delibera sulla richiesta di concessione di medaglia d’argento al merito civile.
La relazione del Presidente Mignanelli:
«Da parte del presidente del Centro Documentazione e Studi Cassinati, Emilio Pistilli, ci è pervenuto un appello affinché la Città di Cassino faccia richiesta per la concessione di una medaglia d’oro al merito civile, in aggiunta alla medaglia d’oro al valor militare già concessa.
In effetti, se si considera cha già altri comuni del Cassinate hanno avuto la doppia onorificenza per i tragici fatti di guerra del 1943/44, con un sacrificio di vite umane per nulla paragonabile a quello della Città Martire, mi sembra quanto meno doveroso dar seguito, come Consiglio Comunale, all’appello dell’associazione.
Con le prossime solenni celebrazioni del sessantesimo anniversario della battaglia di Cassino a molti Comuni della battaglia sarà conferita la medaglia d’argento al merito civile su iniziativa del Comitato delle Celebrazioni della “Battaglia di Montecassino”. Quei Comuni andranno ad aggiungersi alla nutrita schiera dei quelli già decorati a partire dalla fine del conflitto mondiale.
Per essere più precisi e a titolo di esempio, comuni come Mignano Montelungo, Minturno, Castelforte, SS. Cosma e Damiano, S. Pietro Infine, hanno avuto la medaglia d’oro al merito civile. Mignano, inoltre, ha la duplice decorazione: medaglia d’oro al valor militare e medaglia d’oro al merito civile; si puó aggiungere che perfino Pontecorvo ha la duplice decorazione: argento al merito civile e bronzo al valor militare.
La richiesta della nostra città per una nuova onorificenza non ha lo scopo di equipararsi ai comuni minori per numero di abitanti e per sacrificio umano: sarebbe una stupida gara di emulazione. Ha, invece, la sacrosanta motivazione del rispetto e della conservazione della memoria del sacrificio sostenuto dai nostri concittadini in quei terribili nove mesi tra il 10 settembre 1943 ed il 18 maggio 1944, e anche oltre, se si pensa alle vere e proprie stragi operate dalla malaria perniciosa e dalle innumerevoli esplosioni di residuati bellici.
Secondo il Martirologio di Cassino, ricerca pubblicata dallo stesso Centro Documentazione e Studi Cassinati e pubblicato a nome del Consiglio Comunale, le vittime civili cassinati furono circa 2.200, ad esse vanno aggiunti i 194 militari caduti in varie parti del mondo. E allora abbiamo la reale misura del martirio della nostra città!
Né va dimenticato il calvario della nostra gloriosa abbazia: un vero misfatto nei confronti dell’intera umanità.
Ma v’è un’ulteriore e non meno importante ragione per chiedere l’alta onorificenza di una medaglia al merito civile: l’eroismo dei sopravvissuti, che dal mare di macerie hanno saputo, con sacrifici inenarrabili, far rinascere la città, questa città che molti ci invidiano. La ricostruzione di Cassino e di Montecassino fu presa dalla Stato italiano, a simbolo della rinascita nazionale.
A questo punto è lecito chiedersi, non se sia giusto o meno avanzare la richiesta, ma perché non ci si è pensato prima. È, dunque, con piena condivisione e convinzione che propongo di accogliere e dare corso all’appello del CDSC onlus.
Vorremmo che il prossimo anno, in occasione delle celebrazioni solenni, il Presidente della Repubblica, dopo aver appuntato le medaglie d’argento sui gonfaloni dei comuni che ne hanno fatto richiesta, appunti una lucente e altamente significativa medaglia d’oro sul nostro glorioso Gonfalone, accanto a quella al valor militare, di cui andiamo da sempre orgogliosi».
Delibera del Consiglio comunale:
«Premesso che:
– il territorio e la popolazione del comune di Cassino hanno subito, dal settembre 1943 al maggio 1944, danni ingenti alle persone ed ai beni nella sanguinosa lunghissima ed aspra battaglia;
– la popolazione subì in tale periodo rastrellamenti, deportazioni di uomini ed altre indicibili sofferenze;
– i cannoneggiamenti incessanti, i bombardamenti spaventosi, lo scoppio di mine causarono numerose vittime civili, feriti, invalidi, orfani e vedove;
– a seguito di questi tristissimi eventi, il martirologio comunale registra ben 2.190 vittime civili, decedute tragicamente nelle quotidiane azioni belliche verificatesi e nello scoppio di mine disseminate sul territorio dalle truppe tedesche per ritardare l’avanzata dell’esercito alleato;
– la popolazione, oltre ad ever subito la distruzione totale delle proprie abitazioni, dovette piegarsi allo sfollamento e al conseguente trasferimento nei diversi paesi della penisola;
CONSIDERATO, pertanto, il copioso tributo di sangue e delle immani distruzioni e rovine verificatesi nel lungo tragico periodo del martirio;
RILEVATO altresì, che il Comune di Cassino è insignito, con D.P.R. del 23 febbraio 1949, di Medaglia d’Oro al Valor Militare;
VISTO il D.P.R. 23 ottobre 1957 “Regolamento di esecuzione della legge 20 giugno 1936 n. 658 che ha istituito una ricompensa aò merito civile;
VISTA l’allegata documentazione e bibliografia:
DELIBERA
di inoltrare, pertanto, istanza per la concessione della Medaglia d’Oro al Merito Civile al Comune di Cassino al Ministro dell’Interno.
La deliberazione è approvata all’unanimità».
Errata corrige
Ci scusiamo con i nostri lettori, specialmente quelli di Terelle, per imperdonabili errori apparsi sul numero precedente (3\2003) di STUDI CASSINATI causati da problemi redazionali. Purtroppo tali errori possono compromettere il buon nome del nostro Bollettino, che, tuttavia, si sforza di procedere con la massima serietà e la più scrupolosa attenzione.
N. 3 (luglio-settembre) 2003
Errata corrige
Pag. 163 (titolo) “28 agosto 2003” leggasi: 22 agosto 2003
“ 164, rigo 8 “28 agosto” ” 22 agosto
“ 166, righi 9-11 eliminare le tre righe e sostituirle con il seguente testo:
“Dopo 20 giorni Peppino rientrò in paese e raccontò d’essere stato processato, condannato a 12 anni di lavori forzati e rinchiuso insieme ad altri civili in un palazzo a Frosinone da dove fuggì durante un bombardamento aereo”.
1 novembre 2003: presentazione de “Il martirologio di San Giovanni Incarico”.
Presso la palestra di San Giovanni Incarico sabato 1 novembre scorso è stato presentato il libro “Il martirologio di San Giovanni Incarico” del socio Marco Sbardella, edito a cura del CDSC, già segnalato nel precedente numero di STUDI CASSINATI (pag. 223).
Alla presenza di un folto ed interessato pubblico sono intervenuti: il sindaco di San giovanni Incarico Giuseppe Petrucci, il presidente CDSC Emilio Pistilli, l’assessore alla Cultura Giampiero Rampini, il presidente dell’Unione di Comuni “Antica Terra di Lavoro” Antonio Salvati, il presidente delle associazioni combattentistiche Salvatore Andreoli. La relazione è stata tenuta da Eugenio Maria Beranger, storico dell’Alta Terra di Lavoro. Ha chiuso l’incontro l’intervento dell’Autore.
12 dicembre 2003: Intitolato a Gianfilippo Carettoni il Museo Archeologico Nazionale di Cassino
Dopo un travagliato iter burocratico durato due anni è finalmente giunta a conclusione la pratica di intitolazione del Museo Archeologico Nazionale di Cassino. I nostri lettori ricorderanno che l’iniziativa di perpetuare la memoria dell’archeologo Carettoni con il prestigioso riconoscimento partì dal CDSC, cui si associò, poi, il comune di Cassino.
Per i meriti scientifici dell’insigne studioso e per le sue benemerenze nei confronti della città di Cassino rinviamo al numero speciale di STUDI CASSINATI a lui dedicato (n. 3 del 2001).
Alla cerimonia, tenutasi nel pomeriggio di venerdì 12 dicembre presso il Museo, erano presenti i familiari di Gianfilippo Carettoni: la moglie Laura Fabbrini, già Soprintendente per l’archeologia dell’Umbria e dell’Etruria meridionale, i figli Ettore ed Alessandro con le rispettive consorti; attorno ad essi si è stretto affettuosamente uno scelto pubblico e numerosi soci del CDSC.
Il Direttore del Museo, arch. Silvano Tanzilli, ha rievocato la figura di Carettoni ed ha letto la richiesta inoltrata a suo tempo dal nostro presidente Emilio Pistilli, il parere favorevole espresso dal Soprintendente dott. Anna Maria Reggiani e l’autorizzazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Hanno preso poi la parola il Sindaco di Cassino, dott. Bruno Scittarelli, il Magnifico Rettore dell’Università di Cassino, prof. Paolo Vigo, e la Soprintendente per i Beni Archeologici, dott.ssa Anna Maria Reggiani.
Al termine della cerimonia c’è stata l’inaugurazione della mostra “La Donna, la Morte e il suo Specchio”.
Per il successo dell’iniziativa dobbiamo essere grati all’arch. Tanzilli, alla Soprintendente Reggiani, all’ispettrice Veloccia ed alla dott.ssa Recchia del Ministero, che hanno seguito la pratica anche quando sembrava essersi perduta tra i meandri burocratici del Ministero.
Ministero per i Beni e le Attività Culturali / Soprintendenza Archeologica per il Lazio / Prot. N. 4202
18 MAR. 2002

Al MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI / Direzione Generale per i Beni
Archeologici / Via di S. Michele, 22 – 00153 ROMA

OGGETTO: Proposta di intitolazione del Museo Archeologico di Cassino a Gianfilippo Carettoni.

Le sollecitazioni provenienti da diversi settori della società civile di Cassino hanno trovato una sintesi concreta nella proposta formulata dal “Centro Documentazione e Studi Cassinati /Onlus” con la quale, di concerto con il Comune di Cassino, si chiede di intitolare il Museo archeologico nazionale all’archeologo Gianfilippo Carettoni già Soprintendente archeologo di Roma.
L’opera svolta dall’insigne studioso nel territorio di Cassino, finalizzata alla conoscenza topografica antica, alla configurazione urbanistica di Casinum e allo studio diretto sui monumenti romani, è generalmente riconosciuta essenziale per tutti gli studi e le ricerche archeologiche eseguite e tutt’ora in corso.
Il lavoro del Carettoni, iniziato negli anni ‘30 con lo scavo del teatro romano e proseguito con una rigorosa indagine su tutto il territorio, ha creato i presupposti per la politica dei Beni Culturali di Cassino che, a partire dagli anni ‘80, ha costantemente interessato il recupero del patrimonio storico e artistico.
Le recenti scoperte archeologiche sul teatro romano, che concludono l’analisi costruttiva dell’intero monumento riportando alla luce l’area dei portici, che l’archeologo non riuscì all’epoca ad indagare, sarebbero state impensabili senza l’infaticabile opera di analisi dettagliata trascritta nei testi da lui pubblicati. Il museo stesso, sia nella sala preromana sia nelle due sale del periodo classico e nel Lapidarium di recente allestimento, custodisce prevalentemente reperti riconducibili alle ricerche e agli scavi del Carrettoni.
Questa Soprintendenza, pertanto, esprime parere favorevole alla proposta avanzata, di intitolare il museo di Cassino all’illustre archeologo e di legare il suo nome al luogo a lui più caro.
Nell’auspicare esito favorevole, porgo distinti saluti.
Il Soprintendente (Dott. A.M. Reggiani)

***
Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Generale per i Beni Archeologici / Servizio II
Prot. N. 0019338 – 08.01.00 / 11 – Roma, 09 DIC. 2003
Alla Soprintendenza Archeologica del Lazio – Via Pompeo Magno, 2, ROMA

OGGETTO: Intitolazione del Museo Archeologico di Cassino a Gianfilippo Carettoni.

Con riferimento alla proposta di codesta Soprintendenza per l’intitolazione in oggetto, considerato anche il parere favorevole dell’Ispettore archeologo dott. Maria Luisa Veloccia, espresso con nota informale trasmessa il 2 dicembre c.a., si autorizza l’intitolazione del Museo archeologico di Cassino (FR) a Gianfilippo Carettoni, Archeologo di prestigio che, con impegno personale, scientifico e anche materiale, è stato il primo a valorizzare l’antica Casinum e la sua area archeologica, soprattutto per quanto riguarda il teatro.
Il Direttore Generale (Giuseppe Proietti)

21 dicembre: presentazione del libro Memorie di guerra, di Maurizio Zambardi
Nei locali della scuola media di San Pietro Infine è stato presentato il libro del nostro socio, membro del Direttivo, arch. Maurizio Zambardi, Memorie di guerra – Il calvario dei civili di San Pietro Infine durante il secondo conflitto mondiale.
Dopo i saluti del sindaco, Fabio Vecchiarino, del presidente CDSC, Emilio Pistilli, e dell’editore, Amerigo Iannacone, hanno tenuto le relazioni illustrative del libro Gaetano De Angelis Curtis, dell’Università di Cassino, e Aldo Cervo, presidente dell’Associazione Storica del Caiatino.
Ha coordinato i lavori Antonietta Perrone. Il commosso intervento dell’Autore ha concluso la serata. In mattinata nella stessa sala è stata aperta una mostra fotografica dasl tema “Sessant’anni fa la guerra a San Pietro Infine”.

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