Studi Cassinati, anno 2003, n. 2
di Benedetto Di Mambro
I santeliani la chiamano comunemente “La Madonnella” oppure “La Cappella di Chiusanova”. Per anni è stata oggetto di profondo culto e devozione. Da diversi anni è invece un semplice punto di riferimento geografico e niente più. La chiesuola è posta, ormai seminterrata, proprio sul margine sinistro della trafficata provinciale che da Cassino conduce a S. Elia, a meno di un chilometro da quest’ ultimo centro abitato ed è, ironia della sorte, talmente sotto gli occhi di tutti da passare quasi inosservata. Eppure la cappella, il cui vero nome è quello di “Madonna degli Angeli”, nelle sue pur piccole dimensioni racchiude un grande e prezioso patrimonio artistico, ai più sconosciuto, che purtroppo è in via di disfacimento, con crepe vistose che stanno erodendo e facendo cadere a pezzi gran parte degli intonaci affrescati della volta e delle pareti laterali, mentre sempre più sfocato è l’ affresco della parete absidale. Con molta probabilità fu costruita nel XV secolo e vi si dispensavano indulgenze, come ci sembra di evincere dai Registri di Giovanni de’ Medici (1475 – 1521), all’ epoca Abate Commendatario di Montecassino e futuro Papa Leone X dal 1513. Il piccolo edificio sacro è largo m. 2,05 e lungo m. 2,85. Il punto più alto della volta, leggermente archiacuta, raggiunge i m. 2,40. Sulla parete absidale vi è un affresco quattrocentesco rappresentante la Madonna in atto di allattare il Bambino fra due angeli inginocchiati. Lo studioso benedettino Angelo Pantoni nel 1966 scriveva sul Bollettino Diocesano che la data del dipinto era graffita alla base dello stesso affresco in lettere romane : 1488. Lo stesso Pantoni, sempre nel 1966, scriveva anche che i bellissimi affreschi della volta erano riferibili al XVI secolo. Raffigurano uno stuolo di angeli tondeggianti che, con strumenti musicali, glorificano la Madonna ed il soave stile pittorico che li caratterizza riecheggia chiaramente quello tipico di Scuola Raffaellesca.
È veramente un brutto effetto vederli cadere a pezzi senza che chi di dovere se ne preoccupi ed intervenga a prevenire l’ irreparabile ! Lo stesso dicasi per gli affreschi absidali, anch’ essi cinquecenteschi, della Cappella della Madonna del Carmine posta sul lato sinistro della strada che da S. Elia conduce a Portella.
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