nicola cilento, Pluralismo ed unità del medioevo cassinese (secoli IX-XII), a cura di Faustino Avagliano, Presentazione di Cosimo Damiano Fonseca, Saggio introduttivo di Gerardo Sangermano, Montecassino, 1998, Tipogr. Arti Grafiche Caramanica, Marina di Minturno LT; pagg. 271, f.to cm. 17×24; s. pr. – ISBN 88-8256-504-1.
Nicola Cilento, lo storico della Longobardia meridionale
Di Emilio Pistilli
Il volume ripropone, postumi, alcuni saggi dello storico dell’Italia meridionale longobarda, come è stato definito Nicola Cilento, scomparso il 16 novembre 1988. Si tratta di alcune relazioni lette nei convegni sul Medioevo meridionale organizzati da Montecassino negli anni Ottanta ed in varie altre circostanze. Gli argomenti sono stati collocati nel libro secondo tre percorsi di studio: la Direzione longobarda, la Direzione Capuana, la Direzione ecclesiologica.
Nella prima (pag. 23 – 108) troviamo i seguenti argomenti: Montecassino nell’Italia meridionale longobarda; il convegno cassinese dell’ottobre 1071; rapporti di Montecassino e Salerno longobarda; la penetrazione del movimento di riforma della Chiesa nell’Italia meridionale; S. Vincenzo al Volturno e l’Italia meridionale longobarda e normanna; la struttura del racconto nelle cronache benedettino‑cassinesi della Longobardia meridionale nei secoli IX e X; cultura e storiografia nell’Italia meridionale fra i secoli VIII e X.
Nella seconda (pag. 111 – 167): Capua e Montecassino nel IX secolo; la carta capuana del marzo 960; il principato di Capua e il ducato di Gaeta (secoli IX‑XII; Sant’Angelo in Formis.
Nella terza (pag. 171 – 238): Il rischio islamico; la congregazione cavense e l’opera riformatrice della Chiesa; la politica «meridionale» di Gregorio VII nel contesto della riforma della Chiesa; la riforma gregoriana, Bisanzio e l’Italia meridionale; l’opera di Desiderio abate cassinese e pontefice per il rinnovamento della Chiesa dell’Italia meridionale nell’età gregoriana; in memoria di don Tommaso Leccisotti.
Nicola Cilento ha sempre avuto un legame strettissimo con il monastero cassinese, sia per i suoi interessi storici, sia (forse soprattutto) affettivi, visti gli stretti rapporti di amicizia fraterna con gli ultimi grandi amici del passato, l’abate Martino Matronola, don Tommaso Leccisotti, don Anselmo Lentini, don Angelo Pantoni, e, negli ultimi tempi della sua vita, con don Faustino Avagliano, che ora dà alle stampe questo lavoro certamente mosso anche dal senso della profonda amicizia con lui.
L’impegno costante di Cilento è stato rivolto alla confutazione di quanti nel passato hanno voluto sminuire il ruolo culturale, politico e religioso dei Cassinesi nel medioevo; a tal proposito egli scrive (pag. 111): “… la storia di Montecassino dà l’impressione esatta di collocarsi al centro non solo di vicende locali dell’Italia meridionale ma anche di interventi che la inseriscono con grande efficacia nel più ampio quadro della storia generale del Medio Evo”. Molto valido, tra l’altro, il suo sostegno al concetto di arte “benedettino-cassinese” quale rappresentante di una unitaria realtà ambientale della Longobardia meridionale che, pur a contatto con culture diverse, è inserita “nell’alveo comune della civiltà dell’Europa cristiana e feudale”, rispondendo, in tal modo, a chi definiva quella stessa arte come fenomeno puramente localistico rappresentato da “artisti locali” di gusto e spirito locali.
Il volume è impreziosito da un corposo indice dei nomi, opera della solita instancabile Maria Crescenza Carrocci; da ricordare anche il contributo alle rifiniture del testo dato da Fabio Simonelli.
12.03.2002 PRESENZA Xna
“Ritmo Cassinese per un nuovo Umanesimo”, Antologia letteraria a cura di Francesco De Napoli. Cassino, Centro Culturale “Paideia”, 2000, pag. 160, f.c.
“Ritmo Cassinese per un nuovo Umanesimo” di Gregorio Scalise
Edita dal Sodalizio culturale “Paideia” di Cassino, è uscita la grande antologia letteraria intitolata al celebre documento conservato nell’Abbazia di Montecassino, il Ritmo Cassinese, risalente al XII secolo.
Il volume, ideato e realizzato da Francesco De Napoli, si apre con una dotta, ma necessaria, Prefazione, in cui il Curatore illustra in maniera approfondita le complesse problematiche culturali dell’Età di Mezzo:
“Sono secoli carichi d’un tumultuoso dinamismo linguistico che i grammatici e la scuola risultano incapaci di contrastare: vedi i patetici sforzi del maestro antibarbarus nella famosa Appendix Probi. Mutamenti tali che persino l’approccio di tipo sociolinguistico messo a punto dal Ferguson (col famoso concetto di diglossia) stenta a chiarire.”
De Napoli passa quindi ad esaminare il basilare studio di W. Jaeger dedicato al Cristianesimo primitivo e alla paideia greca, al fine di individuare quali caratteri della cultura pagana fossero penetrati nel Cristianesimo delle origini:
“Come la paideia greca consisteva nell’intero corpus della letteratura greca, così la paideia cristiana è la Bibbia. Letteratura è paideia, in quanto contiene le norme più elevate del vivere umano che in essa hanno preso forma durevole e fortemente persuasiva. E’ il quadro ideale dell’uomo, il grande paradigma.”
Queste corrispondenze fra cultura greca e cultura cristiana spiegano i motivi per i quali nel Cenobio benedettino, nei secoli più bui del Medioevo, per volontà di Benedetto da Norcia il motto “ora et labora” consistesse non solo nella preghiera e nei piccoli lavori quotidiani, ma anche e soprattutto nello studio e nella trascrizione, ad opera degli amanuensi, dei classici letterari latini e greci. Dobbiamo al silenzioso lavoro dei monaci se tante opere di Cicerone, Tacito, Apuleio, ecc., si sono salvate dalla distruzione.
In un siffatto clima di laboriosa operosità si crearono le premesse perché proprio a Montecassino nascesse uno dei primi componimenti poetici in un volgare italiano, il Ritmo Cassinese. Un testo assolutamente rivoluzionario non solo per la forma in volgare, ma anche per quanto riguarda i contenuti. “Nel Ritmo vengono messi di fronte in un dialogo serrato – nota De Napoli – un ascetico orientale e un ben più concreto e realista uomo d’Occidente”. Un dialogo fino a quel momento ritenuto inammissibile e inconcepibile, per lo meno sul piano letterario. E’ per questo che i maggiori studiosi concordano nel ritenere il Ritmo Cassinese un’opera che anticipa i caratteri propri dell’Umanesimo.
Fatta questa netta Premessa, Francesco De Napoli auspica anche per la nostra tormentata epoca l’avvento, appunto, d’un nuovo Umanesimo, che rechi l’impronta luminosa e nitida della cultura e della poesia:
“In questo nostro tempo segnato da forti tensioni sociali e da mai sopiti rancori fra etnie e culture diverse, noi crediamo che un ruolo decisivo possa essere svolto ancora una volta proprio dalla poesia, in grado di parlare con amore e umiltà direttamente al cuore e alla mente dell’uomo.”
Nella Sezione successiva dell’Antologia, arricchita da belle illustrazioni che riproducono, accanto al testo del Ritmo Cassinese, alcuni antichissimi documenti conservati a Montecassino, vengono presentati ai lettori testi poetici di autori contemporanei in linea con l’impegnativo discorso di cui sopra.
Ecco i nomi degli autori, soci del Sodalizio cassinate e impegnati in prima persona nella battaglia culturale ingaggiata da Paideia: Brandisio Andolfi, Ferdinando Banchini, Paolo Broussard, Francesco De Napoli, Enrica Di Giorgi Lombardo, Piero Ferrari, Carmine Gaeta, Tullia Galasso, Paolo Gazerro, Paolo Iarossi, Elvio Mancinelli, Rosalba Masone Beltrame, Angelo Musilli, Giuseppe Orlando, Orietta Palma Notari, Liberato Quaglieri, Maria Rosaria Rozera, Laura Zanoletti.
Testi particolarmente validi e significativi, che testimoniano l’eterna vitalità e validità della parola poetica.
MICHELA CIGOLA, Le cartiere storiche del basso Lazio: censimento e catalogazione degli apparati grafici e cartografici, Cassino, 2001, Litotipografia Francesco Ciolfi; pagg. 142 illustr. B/n e colori, f.to cm 21 x 29,7;
Le cartiere del basso Lazio
Il volume costituisce un primo rapporto di ricerca sul censimento e la catalogazione degli opifici dislocati nella media valle del Liri e rientra tra le attività svolte da qualche tempo nella Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cassino, presso il Laboratorio di Rilievo, Analisi e Documentazione del Territorio (RADeT) del Dipartimento di Meccanica, Strutture, Ambiente e Territorio.
Lo studio, come precisa l’Autrice nei capitoli introduttivi, deriva da uno dei principali filoni di ricerca che si svolgono nel Laboratorio RADeT e che hanno come fulcro centrale l’analisi dell’evoluzione storico-urbanistica del territorio delineato dai confini dell’antica “Terra di S. Benedetto” sotto il governo dell’abbazia benedettina di Montecassino.
L’interesse specifico per le cartiere nasce proprio dagli stretti legami che alcuni di questi opifici avevano già dal Sedicesimo secolo con l’abbazia benedettina.
Il censimento, pur focalizzando l’attenzione al territorio cassinate, si dirama lungo i principali corsi d’acqua della valle del Liri, risalendo le rive del Melfa, del Rapido ecc. Pertanto uno dei principali riscontri che emergono dallo studio è come i corsi d’acqua abbiano caratterizzato fin dall’antichità l’aspetto e la struttura del territorio. Il fiume, fonte di energia, diviene elemento unificante dell’articolata organizzazione produttiva e chiave di lettura dei vari legami intercorrenti tra le mutazioni morfologiche ed insediative del suo bacino di pertinenza.
Lo studio, pur configurandosi -come detto- secondo lo schema di un primo rapporto di ricerca e quindi non esaustivo di tutti gli aspetti interconnessi allo sviluppo produttivo del settore analizzato, in particolare nei secoli XVIII e XIX, contiene un ricco corredo di informazioni, raccolte in agevoli schede a formare un multiforme repertorio. Multiforme in quanto le singole schede, suddivise seguendo un duplice criterio, risultano articolate secondo molteplici apparati informativi: una parte della scheda oltre alla localizzazione degli opifici e alle informazioni di carattere tecnico-amministrativo, sulla proprietà e sull’epoca di costruzione, riporta utili riferimenti alle fonti di archivio e bibliografiche che riguardano direttamente il bene censito corredati da una ricca documentazione fotografica; la seconda contiene un agevole regesto storico che segnala i momenti fondamentali della vita dell’opificio, legandolo cronologicamente anche al contesto degli eventi che più a larga scala hanno influenzato lo sviluppo dell’intero territorio in esame. Significative a tal proposito sono le note sulla gestione e regolamentazione delle acque nel corso del XIX secolo analizzate attraverso la documentazione d’archivio.
Interessante, infine, è la schedatura del notevole materiale documentario più propriamente cartografico che l’Autrice analizza anche sotto l’aspetto dei codici e delle convenzioni grafiche, proponendo da un lato un approfondimento sul valore simbolico del linguaggio cartografico e delle sue modificazioni, in particolare a cavallo del XVIII e XIX secolo, dall’altro una verifica sulle modificazioni intervenute nel territorio e riscontrabili nella documentazione analizzata.
Il lavoro, pur se in fase ancora preliminare, come specifica l’Autrice nel capitolo introduttivo del volume, rivela tutta la ricchezza del patrimonio grafico e documentario che ancora esiste, grazie al quale sarà possibile conoscere e comprendere meglio le complesse vicende che hanno accompagnato e modificato l’evoluzione del nostro territorio, per meglio apprezzare e valorizzare le straordinarie testimonianze storiche che ci circondano.
Arturo Gallozzi
Benedetto Di Mambro
Sant’Elia Fiumerapido ed il Cassinate,
Antologia storica-archeologica-epigrafica.
Comune di S.Elia Fiumerapido.
Associazione Pro Loco S.Elia Fiumerapido, disegni di Gino Alonzi.
Tipolitogr. Pontone, Cassino:
pagg.128 illustr. b./n. e col.
f.to cm 17×24; s. pr.
Costantino Jadecola San Tommaso d’Aquino,
sintesi della vita,a cura della Basilica Cattedrale
S.Costanzo e S.Tommaso,
Aquino 2002.
Tipogr. Arte Stampa, Roccasecca:
pagg. 56 illustr. b./n. e col.
f.to cm. 18×15; s. pr.
Parco Archeologico “Casinum”Breve guida a cura di
Silvano Tanzilli:
pagg. 12 illustrato a colori,
f.to cm.