Di Emilio Pistilli, Cassino, 2001.
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PREMESSA
All’inizio del sec. XX il castello di Cassino, la rocca Janula, rischiò di essere abbattuto a causa del suo stato di precario abbandono. in tal senso, infatti, si era pronunciato il Ministero delle finanze tramite l’ufficio tecnico di Caserta; motivo: rischiava, con il suo crollo, di danneggiare la sottostante città (“uno strano desiderio di abbatterla, si fece strada nelle menti, non
sempre sagge, di chi dirige le sorti degli edifici storici demaniali”1). Ma fu proprio questa motivazione che consentì agli amministratori comunali – sindaco Antonio Martire – di presentare istanza per interventi di recupero dello storico monumento. Fortunatamente il Ministero della pubblica istruzione rispose all’appello dei Cassinati e, nel 1906, fece redigere un progetto di consolidamento partecipando alla spesa per due terzi dell’importo. L’incarico della progettazione fu affidato all’ing. leonardo paterna Baldizzi.
Gli attuali interventi di consolidamento, che riporteranno a nuova vita la rocca Janula, sollecitano a riscoprire il passato di questo insigne castello. La riedizione dei due studi di leonardo paterna Baldizzi e gianfilippo Carettoni consente di mettere a fronte due fasi diverse e relativamente recenti dell’antico monumento e, nel contempo, di averne un quadro abbastanza completo circa le vicende storiche ed architettoniche.
Mentre il lavoro dell’ing. leonardo paterna Baldizzi – pub blicato nel 1912 ma divenuto presto rarissimo, tanto che ora lo si puó avere solo in copia fotostatica – oltre alla ricostruzione storica offre lo stato di fatto precedente al restauro, avvenuto tra il 1911 ed il 1912; quello dell’archeologo gianfilippo Carettoni documenta le condizioni in cui i bombardamenti della seconda guerra mondiale ridussero la rocca cassinate. Entrambi, poi, fanno da necessaria premessa all’attuale intervento di restauro, illustrandone le motivazioni e giustifi can done le scelte. Fin dalla sua costruzione nel nono secolo, voluta dall’abate cassinese Aligerno (ab. 949-985) sulla fortezza cassinate si sono registrate annotazioni di archivisti e di storici che ci hanno consentito di delinearne le vicende storiche in maniera abbastanza dettagliata. Tra le principali fonti vanno segnalate le notizie riportate dagli autori della Cronaca del monastero di Montecassino, leone Marsicano, detto ostiense, e il suo continuatore pietro diacono nei secc. X e XI; nel sec. XIII la cronaca del notaio cassinese riccardo da S. Germano; nel sec. XIX l’abate Luigi Tosti, che ha attinto molto dall’archivio monastico. Dopo i nostri due autori già ricordati – paterna Baldizzi e Carettoni – ne ha fatto una ricostruzione storica Torquato Vizzaccaro nel volume Montecassino e Cassino – Storia, monumenti ed arte, pubblicato nel 1966; ma quest’ultimo lavoro ben poco aggiunge a quanto scritto dai due studiosi (anche se il Vizzaccaro definisce la ricerca di paterna Baldizzi “farraginosa e lacunosa”). va anche segnalata la tesi di laurea presso l’università di Cassino della dott.ssa Pierangela
d’Alessandro, La Rocca Janula – Profilo storico-architettonico, del 1979. Non va dimenticato lo studio del tedesco Edoardo Sthamer, del 1929, che ricostruisce le vicende della rocca sotto il profilo giuridico. Infine un numero speciale del mensile Lazio sud (VI, 1987, n. 1) interamente dedicato al castello di Cassino, con la riproposizione dei lavori di paterna Baldizzi (un sommario), Carettoni e Sthamer. Va tuttavia rimarcato che il saggio di Leonardo paterna Baldizzi contiene varie imprecisioni, sia sulle date riferite, sia sulla trascrizione dei nomi di alcuni personaggi; inoltre qualche riferimento storico circa gli avvenimenti narrati va rettificato: ma il Baldizzi, si sa, fu un ingegnere, non uno storico. Detto questo, va comunque affermata la validità della sua opera, non solo sul piano dell’esame strutturale ed architettonico, ma anche, perché no, storico. La monografia di gianfilippo Carettoni invece, strettamente tecnica, non presenta necessità di correzioni avendo egli condotto le sue osservazioni con lo scrupolo e la precisione che hanno sempre contraddistinto la sua opera. In apertura l’autore si occupa anche delle fortificazioni medioevali della zona dell’antica Casinum: questa parte, pur non essendo strettamente connessa con la rocca Janula, viene riportata ugualmente per consentirne la conoscenza, dal momento che questo saggio non ha avuto un larga diffusione: oggi lo si puó consultare solo in qualche biblioteca a Montecassino o a roma. La nota conclusiva dell’architetto Carlo Scappaticci, responsabile del Centro operativo di Cassino della soprintendenza ai Beni Ambientali e Archi – tettonici del lazio, nonché progettista e direttore dei lavori di consolidamento della rocca, fornisce un quadro esaustivo dell’insieme degli interventi previsti ed eseguiti illustrando i principi ispiratori e le tecniche adottate per il restauro: non poteva esservi modo più appropriato per chiudere questo lavoro.
SOMMARIO
INTRODUZIONE – pag. 3
PREMESSA – pag. 3
LA ROCCA JANULA IN SINTESI – pag. 6
IL NOME – pag. 10
COME SI SALIVA ALLA ROCCA – pag. 12
LA CHIESETTA DELL’ANNUNZIATA – pag. 15
LA FESTA DELLA ROCCA – pag. 17
LEONARDO PATERNA BALDIZZI – pag.35
ROCCA JANULA NELL’ARTE E NELLA STORIA – pag. 39
GIANFILIPPO CARETTONI – pag. 137
LE FOTRIFICAZIONI MEDIEVALI DI CASSINO – pag. 139
IL RESTAURO -pag. 157
INTRODUZIONE ALRECUPERO – pag. 157
IL RESTAUTO E LE SUE FASI – pag. 158
BIBLIOGRAFIA – pag. 175
INDICE DEI NOMI PROPRI – pag. 183
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