San Pietro Infine – La storia per immagini. 15 anni di calendari dell’Associazione culturale “Ad-Flexum”

 

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PREFAZIONE

Con vivo piacere il Cdsc-Onlus ha accolto l’idea dell’Associazione Ad Flexum e SPI-CALENDARIdel suo presidente Maurizio Zambardi di offrire il proprio patrocinio per la stampa di un volume di raccolta dei Calendari pubblicati con cadenza annuale in quest’ultimo quindicennio.

            Nel panorama culturale di questo territorio l’Associazione Ad Flexum è una delle più attive e vivaci organizzazioni culturali operanti localmente (e uno schematico sunto delle numerose, varie e significative attività svolte con alacrità, vivacità e fervore intellettuale dalla dirigenza e dai soci in quindici anni è riportato nell’Introduzione del presidente Zambardi).

            I rapporti intessuti tra le due associazioni, Cdsc-Onlus e Ad Flexum, sono stati proficui fin dagli esordi e nel corso degli anni si sono fatti sempre più stretti e intensi coinvolgendo anche legami e rapporti di tipo interpersonale e di stima reciproca. Non a caso, ad esempio, fra le pubblicazioni di cui il Cdsc-Onlus ha fatto da editore si annoverano ben tre volumi di Maurizio Zambardi: Memorie di guerra (2003), San Vittore del Lazio a sessant’anni dalla guerra (2005), e Le Società di Mutuo Soccorso a San Pietro Infine tra ‘800 e ‘900 (la cui presentazione si svolse il 29 maggio 2013), nella cui Introduzione scrivevo che il lavoro di scavo fatto «nelle pieghe della memoria», associato alla «certosina ricostruzione» di fatti e questioni avevano consentito di «riportare alla luce un importante aspetto di vita sociale della S. Pietro dell’età liberale oltretutto poco noto, se non addirittura misconosciuto, che rischiava di essere completamente dimenticato», un concetto che può ben essere esteso a tutta l’attività svolta con spirito di sacrificio, non da ultimo economico, da soci e dirigenti dell’Associazione Ad Flexum. Non a caso su «Studi Cassinati», la nostra rivista trimestrale  di studi storici, sono numerosi gli articoli di storia, cultura, arte, archeologia sampietrese a firma di Maurizio Zambardi e ben tre le copertine dedicate a San Pietro Infine: Le case della Petriera (a. III, n. 3, luglio-settembre 2003); «Il Battesimo di Gesù», affresco di Giovanni Bizzoni nella chiesa di San Nicola (a. XV, n. 1, gennaio-marzo 2015); le chiese di San Sebastiano e San Michele Arcangelo (a. XVI, n. 4, ottobre-dicembre 2016); e due retro di copertine: Collare da schiavo in rame di età romana (a. XII, n. 4, ottobre-dicembre 2012); Ipotesi ricostruttiva della fortezza delle «Tre Torri», disegno di M. Zambardi (a. XIII, n. 3, luglio-settembre 2013); oltre alla copertina su Un nuraghe a S. Vittore del Lazio (a. II, nn. 3-4, settembre-dicembre 2002) e su Le mura sannitiche di Venafro (a. VI, n. 4, ottobre-dicembre 2006).

            Personalmente ho avuto modo di essere coinvolto in molteplici attività organizzate a San Pietro Infine (fra gli altri, il convegno tenutosi l’8 ottobre 2011 su Uomini e storie dell’Unità d’Italia a San Pietro Infine con pubblicazione degli Atti, la già citata presentazione dell’opera sulle Società di Mutuo Soccorso, la presentazione del volume di Eugenio Maria Beranger Curiosus Terrae Laboris svoltasi il 5 marzo 2016, la presentazione degli Atti del convegno sul Medico Anselmo Barone tenutasi il 23 aprile 2016). Soprattutto, però, per rimanere in tema, mi piace ricordare che ero presente, assieme all’allora presidente del Cdsc-Onlus Emilio Pistilli, nella lunga giornata di domenica 21 dicembre 2003 dedicata al ricordo del «60° anniversario della distruzione di San Pietro Infine» quando venne inaugurata la mostra fotografica, con lo speciale annullo postale, e furono presentati il volume Memorie di guerra, le Guide turistiche e il Calendario 2004 – “La vecchia San Pietro Infine: un museo all’aperto”, il secondo di questa lunga serie di quindici che, dopo aver riproposto i tratti più suggestivi dell’abitato, con i suoi panorami, i suoi scorci, i suoi tramonti, con le persone, la «gente sampietrese», uomini, donne e bambini fotografati nelle più disparate occasioni (nei cruenti e difficili momenti della distruzione, negli atti devozionali processionali, nelle attività agricole e artigianali, in ambiti associativi, in occasioni di svago e ludiche ecc.), ora, per il calendario 2017, si avvale delle più moderne tecnologie offerte dalla ricognizione da drone la quale regala delle riprese aeree ancor più suggestive e affascinanti.

 

                                                                                  Gaetano de Angelis-Curtis

 

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