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Studi Cassinati, anno 2017, n. 3
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di Guido Vettese
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Il 14 febbraio 1948, vigilia della ricorrenza del quarto anno della distruzione dell’Abbazia di Montecassino,era un sabato, giorno di mercato a Cassino. Come negli anni dell’anteguerra, si teneva in Via Arigni in quello che, prima del passaggio della guerra, rappresentava quasi il limite meridionale della città. Nella Cassino prebellica il mercato del sabato rappresentava una importante leva dell’economia locale e così anche negli anni della ricostruzione e successivi. Al sabato si riversavano in città centinaia di persone provenienti dalle zone circostanti, dai paesi del cassinate e oltre, chi per acquistare merci, mercanzie e alimenti, chi per vendere prodotti. In particolare a quest’ultima categoria appartenevano artigiani del posto e, soprattutto, contadini e contadine che portavano a vendere il frutto del loro lavoro nei campi oppure prodotti dei loro animali come carne, uova ecc. Si disponevano fin dalle prime ore del sabato lungo Via Arigni e aspettavano gli acquirenti. Così fece quel 14 febbraio 1948 anche una signora di Caira che aveva portato con sé, per venderle, le uova delle sue galline. Al mercato svolgevano il loro servizio, evidentemente anche annonario, due carabinieri della stazione di Cassino. Nel corso del loro giro di controllo, verso le ore 11.30, si accorsero che la donna, «venditrice ambulante», aveva omesso di esporre al pubblico il cartellino indicante il prezzo delle uova che intendeva vendere con inosservanza dell’art. 22 della legge 22 aprile 1943. Si trattava di un reato penale per cui i due militi redassero un verbale di contravvenzione e lo trasmisero al pretore del mandamento di Cassino. Il 18 febbraio 1948 si aprì il procedimento penale n. 159/48 a carico della donna e il 12 maggio successivo il pretore emanò un decreto con cui la condannava al pagamento di L. 10.000 di ammenda e di L. 140 per tassa di decreto, più le spese del procedimento. Il magistrato ordinò pure la pubblicazione del
decreto, per estratto, sui giornali «Il Rapido» di Cassino e «Il Tempo» di Roma, «con spese a carico della condannata». Quindi il periodico «Il Rapido» pubblicò l’estratto di decreto penale di condanna nel numero di lunedì 26 luglio 1948 (a. IV, n. 11). Una vicenda che fa sorridere, amaramente, per come si è risolta, sì in modo molto veloce, nell’arco di tre mesi, ma con la condanna al pagamento, si può supporre, di una cifra spropositata per il tempo.
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