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Studi Cassinati, anno 2017, n. 3
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di Adriana Letta*
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La città di Cassino non può e non vuole dimenticare i suoi morti e continua a contare gli anni trascorsi dalla sua terribile storia di guerra, morte e distruzione. La data del 10 settembre – primo inaspettato e crudele bombardamento della città – continua ad essere ricordata e celebrata con la fedeltà e la caparbietà di chi vuole conservare la memoria collettiva e farla conoscere alle nuove generazioni che hanno avuto la fortuna di non conoscere direttamente la guerra. E sono arrivati a contare 74 anni.
Dopo la breve ma significativa cerimonia civile del mattino, in cui il Sindaco della città ha deposto un fascio di fiori al Monumento ai Caduti, vicino al Muro del Martirologio, nel pomeriggio, grazie alla benemerita iniziativa del CDSC (Centro Documentazione e Studi Cassinati), nella chiesa parrocchiale di S. Antonio di Padova anche quest’anno, come ormai è tradizione, una Messa in memoria e in suffragio delle prime vittime di guerra, cadute il 10 settembre 1943, è stata celebrata dal parroco Don Benedetto Minchella. Un momento di raccoglimento con i familiari superstiti e con quanti, memori e consapevoli dell’accaduto, continuano, anno dopo anno, ad unirsi nel ricordo dei caduti, perché, come dice Cicerone in Philippicae IX, 10 (la frase è citata sulla cartellina che viene distribuita ai presenti): «Vita mortuorum in memoriam est posita vivorum» («La vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi»).
Il presidente del CDSC, prof. Gaetano De Angelis-Curtis, ha in modo sobrio e sintetico, rievocato quel 10 settembre 1943, quando «dopo solo due giorni dall’armistizio, la città di Cassino fu colpita dai primi e tragici bombardamenti delle forze anglo-americane. Fu l’inizio del drammatico destino, riservato alla Città e al suo Monastero. In quell’occasione persero la vita oltre cento innocenti cittadini, il cui numero tuttora non è esattamente accertato». «Nel 74° anniversario di quel tragico evento, ha continuato, con la Messa odierna il CDSC – come di consuetudine – intende ricordare tutte le vittime del primo bombardamento della Città di Cassino, nonché le altre innumerevoli, civili e militari, dei successivi mesi di guerra che sono immortalate nel Muro del Martirologio della Città. Proprio in questo 2017 si è celebrato, nel giugno scorso, il 40° della consacrazione della Chiesa Madre legata indissolubilmente da 1200 anni alla città originariamente come chiesa del SS. Salvatore, poi come Perinsigne Collegiata di San Germano Vescovo e con la ricostruzione del secondo dopoguerra, appunto, come Chiesa Madre. Quindi l’8 dicembre prossimo verrà celebrato il 70° anniversario della riapertura al culto di questa chiesa di Sant’Antonio. La solenne cerimonia di riapertura fu officiata, in quel giorno dell’Immacolata, dall’abate Ildefonso Rea accompagnato dai canti polifonici e gregoriani della Schola del Seminario di Montecassino diretta da don Luigi De Sario. L’edificio religioso fu ricostruito con i muri perimetrali esterni incastonati da reperti architettonici della vecchia chiesa, risparmiati dalla furia bellica e riutilizzati. Un suggestivo progetto che avrebbe dovuto essere seguito anche per la ricostruzione della nuova città da edificare in un sito nuovo lasciando i ruderi e le macerie del vecchio abitato a memoria e monito ai posteri delle atrocità belliche, ma così non fu».
Poi Ivonne D’Agostino, sempre del CDSC, ha dato lettura dei nomi di tutte le vittime delle quali si ha notizia, di quel drammatico evento: un elenco in ordine alfabetico che mette i brividi: 67 vite spezzate in giovane e giovanissima età, molti bambini, un bimbo di un giorno, sei, quattro e tre fratelli… e mancano all’appello ancora circa 40 vittime!
Al termine della Messa, il dott. Carmelo Palombo, che ha fatto le veci del Sindaco, ha porto il saluto e il ringraziamento del Sindaco e di tutta l’Amministrazione comunale, oltre che suo personale, al CDSC, alle associazioni combattentistiche e d’arma, al Celebrante e a tutti i cittadini presenti.
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* http://www.diocesisora.it/pdigitale/cassino-ricorda-le-vittime-del-primo-bombardamento/
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