Mario Alberigo, Cassino, 2012.
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PRESENTAZIONE
Non è l’ennesima storia della battaglia di cassino; non è neppure una delle tante narrazione di vicende familiari nel periodo della guerra, né un diario personale vero e proprio. Forse è anche un po’ di tutto questo; ma in realtà è, e vuole essere, solo una serie di appunti della memoria, raccolti a beneficio dei figli e dei nipoti. Qualcosa di molto personale, dunque, da conservare e leggere nel seno della famiglia a ricordo del nonno Mario. Tuttavia quei flash, o squarci, come preferisce l’autore, hanno anche valenza pubblica: non solo perché da essi riemergono figure e personaggi, nonché vicende vissute da altri sfortunati concittadini (ricordati per nome e cognome), ma anche perché ci portano alla luce situazioni e casi umani, mai emersi dai racconti offerti dall’editoria locale, che si riferiscono a gente del luogo e a singoli combattenti, di varie nazionalità, con i quali si è avuto contatto nelle campagne di Cassino. Stralci di varia umanità, col sapore della solidarietà, della generosità, dell’arguzia talvolta, della nostalgia, della sofferenza per ciò che si è perduto o ciò che si è lasciato lontano: fiorellini di campo nel pantano dello sfacelo abissale di quella assurda e spietata guerra. Mario riporta alla mente, così come affiorano, senza alcun ordine significativo, episodi e gesti di quelle giornate tormentate dall’angoscia, dalla fame, dalle privazioni di ogni genere, dalterrore, dalla morte sempre vicina; però i suoi ricordi vengono spogliati dai sentimenti, dalle passioni personali legati a quei frangenti e, come da una nebbia, li fa riemergere colorati e sostenuti solo dalla bonomia – e talvolta anche dall’ilarità – che di solito accompagna i nostri ricordi di un passato lontano e che ormai sono parte indelebile di noi stessi. non vuole raccontare delle storie il nostro, convinto com’è che fatti così personali non facciano la storia; suo unico desiderio è lasciare traccia ai suoi cari di quelle dure esperienze legate ad un breve tratto del suo lungo passato, ma che hanno forgiato il carattere e la personalità consentendogli, poi, di affrontare il bene ed il male che la vita è solita offrire ad ognuno di noi con lo spirito e la forza necessari per non arrendersi mai e, anzi, per progredire nell’acquisizione di un senso umano sempre più maturo e consapevole: dunque è un messaggio di vita questo lavoro e come tale è da comunicare ai suoi familiari, agli amici, ma anche, aggiungo io, a chiunque avrà tra le mani questo libro. Tuttavia non è detto che piccole storie personali non contribuiscano a ricostruire la grande storia: pochi mattoni ai piedi di un vecchio palazzo possono apparire insignificanti, però se li ricollochiamo al posto giusto ci rendiamo conto che essi sono indispensabili alla completezza di quel palazzo. e infatti, quando si parla di guerre, battaglie, distruzioni, morti, non possiamo comprendere appieno cosa in realtà sia accaduto e quali conseguenze vi siano state da quegli eventi se non inseriamo quei piccoli mattoni che sono le storie personali, le vicende individuali, le sofferenze, gli strazi, le deprivazioni affettive; così pure la narrazione delle “grandi storie” diventa nozionismo, materia da addetti ai lavori se non viene umanizzata da quelle “piccole storie” che ne sono alla base. una cannonata che distrugge una abitazione puó essere un fatto di cronaca se inserito in uncontesto più vasto del quadro storico del momento; però diventa ben altra cosa se si riferisce del dramma o tragedia che ha colpito gli abitanti di quella casa. allo stesso modo l’investimento di un pedone da parte di un’auto arricchisce la cronaca nera di un giornale o telegiornale, ma se si va a considerare la storia personale di quel pedone allora viene fuori tutta la gravità dell’episodio. E così la bomba su casa Pinchera, la barba fatta ad un soldato americano, o l’aver suonato la chitarra per i soldati in trincea, il bagno nel cratere di una bomba, l’assunzione di atebrina per combattere la malaria, la generosa ospitalità della gente di campagna, tutto questo – ed altro – raccontato da Mario Alberigo sono preziose pennellate di quel quadro di umanità sofferente e travagliata, ma vogliosa di vivere, che fu il popolo cassinate nei nove mesi del fronte sulla linea Gustav: e allora questa è storia. Come è storia la narrazione dei primi impieghi nella Cassino che rinasce, della riattazione di fortuna delle case martoriate daibombardamenti, l’utilizzo delle carte annonarie, la fila per procurarsi abiti americani fatti pervenire dalla solidarietà internazionale, le prime botteghe nelle baracche di corso della Repubblica, la voglia di riprendere gli studi, l’emigrazione verso paesi più fortunati: è questa la storia di Cassino, che il nostro ha solo accennato, ma che sarebbe tutta da scrivere. Questa, per i cassinati, è la “Grande storia”. Peccato che Mario abbia deciso solo dopo molto tempo di affidare alla penna queste sue memorie: se lo avesse fatto prima avremmo certamente potuto apprendere molto di più della nostra storia recente.
Emilio Pistilli
SOMMARIO
Presentazione – pag. 5
Premessa – pag. 9
10 settembre 1943 – le prime bombe su cassino. L’inizio della tragedia – pag. 16
Ho visto distruggere l’abbazia di Montecassino e Cassino. – pag. 18
Il delitto di s. Antonino. Due militari tedeschi trovati senza vita. I colpevoli evanescenti. La bella antonietta mi salvò la vita – pag. 20
Ho suonato la chitarra per i soldati americani accampati in zona. Un po’ di sollievo per me e per loro – pag. 22
Un provvidenziale forno di battaglia – pag. 24
Avanguardie americane sula collina di s. Michele. Ho fatto la barba, con rasoio e pennello di papà, ad un soldato americano – pag. 26
Continuano le mie peregrinazioni. A s. Pasquale un colpo di mortaio cade su casa Pinchera – pag. 28
1943 – 1944 – alcune foto storiche – pag. 30
Un bagno in un cratere, creato da una bomba, pieno di acqua piovana: la nostra ”piscina”. Un bagno con l’amico raffaele alla “Pescarola” – pag. 36
Un viaggio avventuroso a Fiuggi presso la Prefettura con Raffaele Varlese; tristissimo fu il rientro a casa – pag. 41
1945. Il mio primo impiego nella Casa Comunale occasionale a s. Antonino. La delibera comunale di nomina – pag. 44
Un’iniziativa straordinaria per quei tempi: la scuola di chiusavecchia per ragazzi sfollati a s. Pasquale – pag. 49
All’ufficio di collocamento. Un’esperienza umana di grosso spessore sociale – pag. 51
Un’ondata di emigrazione parte dalla terra di s. Benedetto. Gli italiani all’estero tra passato e presente – pag. 55
A Cassino distribuiscono panni americani: la gioia di Franca e la mia – pag. 57
Franca non è più tra noi – pag. 64
A Roma Termini. Un chiosco per rivendita di giornali, espone delle foto della mia città distrutta. La scritta “la vita ricomincia a Cassino”. Una puntata all’università – pag. 65
Una grande figura storica da ricordare: ”ildefonso rea abate ricostruttore. Egli fu realmente l’uomo giusto al momento giusto perché la divina Provvidenza lo chiamò a Montecassino quando ogni cosa era in frantumi – pag. 70
Ma Cassino è proprio una bella città? Permeati di critica cronica restiamo stupiti quando i visitatori esterni e nostrani ci dicono che cassino è una bella città – pag. 73
E per finire – pag. 75
Mario Alberigo – pag. 76
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