Esperia 1923: cittadinanza onoraria a Benito Mussolini

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di Emilio Pistilli
Non so quanti cittadini di Esperia oggi sappiano di avere avuto un concittadino illustre del calibro del “Duce”. Era l’anno 1923 quando la cittadina ciociara era sede del mandamento del Circondario di Gaeta, in provincia di Caserta; nella seduta del Consiglio comunale del 3 giugno, atto consiliare n. 4, il civico consesso cittadino decretò all’unanimità di conferire la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini.
Questa la delibera:
copia delverbale del consiglio comunale
Sessione straordinaria
Seduta pubblica in prima convocazione
Regnando s. m. vittorio  emanuele  iii per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia
foto-05.jpgL’anno millenovecentoventitré addì Tre del mese di Giugno alle ore 10 in Esperia e nella consueta sala delle adunanze consigliari, in questa Civica Residenza.
Convocatosi il Consiglio per determinazione della Giunta ed a norma degli Art. 124 e 125 della Legge Comunale e Provinciale (testo unico) 4 Febbraio 1915, N. 148, si è il medesimo ivi riunito in sessione straordinaria ed in seduta pubblica di prima convocazione.
Procedutosi all’appello nominale risultarono:
intervenutl
Venturini Avv. Cav. Alfonso
Bevilacqua Giovanni
Perrotta Salvatore
Palombo Giacinto
Roselli Avv. Vincenzo
Winkler Enrico
Colozzi Giovannantonio
De Angelis Michele
Belcuore Antonio
Aceto Lucio
Maselli Luigi
Grossi Benedetto
Moretta Gerardo
Moretta Saldatore
non intervenuti
Moretta Luigi
Di Traglia Ambrogio
Moretta Giovanni
Caprarelli Antonio
{De Santis Andrea – Palazzo Giuseppe}
Dimissionari
Trovatosi che il numero dei presenti è legale,giusta il prescritto dell’Art. 127 della Legge suddetta, il Sig. Venturini Avv. Cav. Alfonso nella sua qualifica di Sindaco ha assunto la presidenza, ed assistito dall’infrascritto Segretario Notar Giovanni Trombetta, ha dichiarato aperta la seduta.
il consiglio comunale
convocato straordinariamente nel giorno sacro alla libertà della Patria.
Ritenuto che dopo l’immane sacrificio di denaro e di sangue per la nostra redenzione; quando più triste, avvilita e dolente per la pochezza e viltà di pochi, piangeva l’Italia sulla tomba del Milite Ignoto, l’attuale Presidente del Consiglio apparve come l’astro d’un nuovo risorgimento.
Ritenuto che questo grande cittadino; che sente potentemente in se l’afflato divino di Dante e Macchiavelli, salito, per forza d’ingegno e dirittura d’animo, ai supremi fastigi del potere, riaccesa la  fiaccola di Roma immortale all’ara dei martiri santi, avvia l’Italia caramente diletta a nuove glorie, a nuovi trionfi.
delibera a voti unanimi
di conferire la Cittadinanza Onoraria a S. E. Benito Mussolini in omaggio di perenne riconoscenza per quanto ha fatto e farà per la prosperità e grandezza della patria.
Del che si è redatto il presente verbale, che previa lettura e conferma venne firmato dal Presidente, dal Membro Anziano e da me sottoscritto Segretario, in conformità dell’art. 300 della ricordata Legge.
il presidente
venturini
Il Membro Anziano         Il Segretario Comunale
gerardo moretti    g. trombetta
Per copia conforme ad uso amministrativo
Esperia, 14 giugno 1923.sotto prefettura di formia
N. 4459 – Div. Amministrativa
Visto: Formia, 19 giugno 1923.
il sottoprefetto
itri
A dire il vero furono molte le città che vollero conferire la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Per tutte basterà ricordare Napoli, con delibera consiliare del 31 luglio 1923; Firenze, 19 giugno 1923; Varese, 20 maggio 1924; Avezzano, 18 maggio 1924; Ancona, 11 maggio 1924.
Esperia fu tra i primi Comuni a fare tale gesto, ma la gran parte degli altri comuni lo fece all’indomani della schiacciante vittoria elettorale del Partito Nazional Fascista (PNF) di Mussolini del 6 aprile 19241. In seguito a tale affermazione il re Vittorio Emanuele III gli conferì l’incarico di formare il nuovo governo. Subito dopo molte amministrazioni comunali furono commissariate con nomine di Commissari prefettizi di sicura fede fascista. Spesso furono proprio gli stessi commissari a promuovere le iniziadive di conferimento della cittadinanza onoraria.
Sono passati molti decenni ormai, ma non pochi Comuni si stanno dando da fare per revocare quella scomoda cittadinanza: lo ha già fatto il comune di Firenze, lo stanno facendo quello di Varese e molti altri. Quasi sempre l’iniziativa è presa da consiglieri del PD, con l’opposizione di quelli del PDL, i quali osservano che non ha senso revocare la cittadinanza a persona deceduta. Ma le proposte e le deliberazioni sono prese sempre dalle maggioranze di turno, le quali di volta in volta decidono per la damnatio memoriae o per la sua salvaguardia: nel 2000, per esempio, il consiglio cittadino di Budapest votò contro la cancellazione di Iosif Vissarjonovich Dzjugasvili, detto Stalin, dalla lista dei cittadini onorari. Da noi, per contro, in vari Comuni della Penisola si chiede di mutare denominazione alle vie intitolate a esponenti del comunismo nazionale e internazionale.
Si distingue, in questo gioco di negazione e salvaguardia della memoria, la città di Roma, che, nonostante il susseguirsi di amministrazioni di marcata fede antifascista, conserva ancora in molti suoi palazzi pubblici i simboli del fascismo.

1 Nonostante la legge elettorale “Acerbo” prevedesse l’assegnazione dei 2/3 dei seggi parlamentari alla lista che avesse conquistato il 25% dei voti, la coalizione elettorale creata dal PNF con la confluenza di altri gruppi politici, cioè la «Lista Nazionale» polemicamente definita dalle opposizioni come il «listone», raccolse il 60,1% dei voti eleggendo tutti i 356 candidati. Ad essi si andarono a sommare 19 deputati eletti nell’altra lista fascista fiancheggiatrice, detta comunemente «Lista nazionale bis», per complessi 375 deputati (di cui 275 iscritti al PNF) su 536 seggi della Camera.

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