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L’attività editoriale di Montecassino per antichità, qualità e quantità è nota a tutti, ma molti ignorano quanto sia stata attiva, nello stesso settore, la sottostante città di Cassino, dove intraprendenti uomini d’ingegno hanno dato vita a svariate iniziative giornalistiche, oltre che letterarie, del tutto indipendenti – anzi talvolta in contrasto – dalla celebre abbazia.
Purtroppo il disastro della seconda guerra mondiale ha spazzato via ogni traccia ed anche il ricordo di tante gloriose testate.
Qualcosa, per fortuna, si è salvato nell’Archivio di Stato di Caserta e in quello di Capua come evidenziò una mostra di vecchi giornali stampati a Cassino, “Il ruolo della stampa nella formazione del senso civico – il Giornale dal 1800 al 1900”, organizzata dalla cooperativa Mediatour, su incarico dell’Archeoclub e dell’assessorato alla cultura di Cassino, e che si tenne, a partire dal 24 marzo 1997, nei locali a piano terra della nuova ala del palazzo comunale. I giovani della cooperativa riuscirono a ritrovare e a riprodurre un gran numero di giornali che venivano pubblicati a Cassino fin dall’unità d’Italia. Il settimanale “L’Inchiesta” ne fece ampio resoconto nei numeri 12-13 e 14 di quell’anno. Tutto il materiale in mostra, fu poi affidato alla la biblioteca comunale di Cassino, ma sembra che non ve ne sia più traccia. E poteva essere diversamente?
Vale comunque la pena scorrere, anche se velocemente, quelle pagine che ci svelano, come in un filmato storico, molti aspetti della vita quotidiana e dell’attività politico-amministrativa del territorio che faceva capo a Cassino.
Ricordo, per inciso, che la città fino al 1927 ha fatto parte del distretto di Sora in provincia di Caserta.
► Una delle più antiche testate del territorio fu L’ELETTORE, settimanale politico amministrativo fondato il 29 agosto del 1885 dall’avvocato Filippo Cinquanta; il “gerente responsabile” fu Giovanni Belmonte; il giornale, che veniva stampato presso l’antica tipografia L. Ciolfi di Cassino, sorse in occasione delle elezioni provinciali di Caserta, alle quali si era giunti in seguito allo scioglimento anticipato del consiglio provinciale. Una curiosità: nel 1885 un chilo di pane bianco costava 26 centesimi, quello “bruno” 20 e quello di granone 14. Dopo le elezioni L’Elettore interruppe la pubblicazione per riprenderla tre anni dopo in occasione di una nuova tornata elettorale amministrativa (provinciale e comunale); nell’aprile del 1888, si legge tra l’altro, riapre le porte la Corte di Assise di Cassino presieduta dal cavaliere Badolisani con procuratore generale il cav. Fiocca.
► Il 21 giugno 1891 Raffaele Fabiano fonda LA BILANCIA “giornale commerciale, politico, amministrativo, letterario”, la tipografia e la redazione sono in via del Foro, n. 67. Anche questo giornale esce in concomitanza di elezioni amministrative ed in previsione dello scioglimento della Camera. Il 5 luglio si vota, tra gli altri comuni, ad Alvito, il 12 ad Arce, Arpino, Esperia, Sora, il 19 a Cassino, Cervaro, Mignano, Roccamomfina, Roccasecca, il 26 ad Atina, Gaeta, Minturno, Pontecorvo. La provincia di Terra di Lavoro è suddivisa in 13 collegi elettorali; credo possa interessare a molti lettori la composizione dei collegi del nostro territorio così come è riportata dal giornale.
Ottavo collegio: Teano, Caianello, Vairano, Patenora, Mignano, Galluccio, Presenzano, Rocca d’Evandro, S. Pietro Infine, Pietramelara, Raia e Latina, Pietravairano, Riardo, Roccamonfina, Conca della Campania, Marzano Appio, Tora e Piccilli.
Nono collegio: Sessa Aurunca, Carinola, Francolise, Mondragone, Minturno, Castelforte, San Cosmo e Damiano, Spigno Saturnio, S. Andrea di Vallefredda, Coreno Ausonio.
Decimo collegio: Gaeta, Castellonorato, Formia, Maranola, Fondi, Campo di Mele, Itri, Lenola, Monte S. Biagio, Sperlonga, Ponza.
Undecimo collegio: Pontecorvo, Roccasecca, Aquino, Colle S. Magno, Castrocielo, Esperia, Ausonia, Castelnuovo Parano, S. Apollinare, S. Giorgio a Liri, Arce, Fontana Liri, Rocca d’Arce, Pico, Pastena, S. Giovanni Incarico.
Duodecimo collegio: Cassino, Piedimonte S. Germano, Pignataro Interamna, S. Elia Fiume Rapido, Terelle, Villa S. Lucia, Atina, Belmonte Castello, Casalattico, Picinisco, Villa Latina, Cervaro, S. Ambrogio sul Garigliano, S. Biagio Saracinisco, S. Vittore del Lazio, Vallerotonda, Viticuso, Acquafondata, Casalvieri.
Tredicesimo collegio: Sora, Brocco, Campoli Appennino, Castelliri, Isola del Liri, Pescosolido, Arpino, Fontechiari, Santopadre, Alvito, S. Donato Val di Comino, Settefrati, Vicalvi.
Curiosità: nel 1891 il pane bianco costava 37 centesimi il chilo, mentre quello bruno 31 e quello di granone 22; un chilo di “ragù e polpa” costava £. 1,90, il filetto 1,45.
► Anche la chiesa cattolica esce con un proprio giornale il 26 gennaio 1895, LA CAMPANIA, “periodico regionale religioso-politico-sociale”, fondato da don Filippo Pimpinella di Gaeta, detto Pippo Buono; la redazione era in via Riccardo, 34, a Cassino. Il giornale sarà destinato ad affrontare aspre battaglie con la stampa marxista dell’epoca, tra cui l’Avanti!…, del quale sto per dire.
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Nel numero 2 dell’Avanti!… un certo Spartaco scrive: “Noi siamo il popolo più povero, più sfruttato, più succhiato di tutta Europa, e quanto più siamo poveri, sfruttati, miserabili di tanto siamo lontani da ogni probabilità di resurrezione economica e morale. E questo per la nostra nazione, ma quale, quanta differenza fra le brillanti ed industriose regioni settentrionali della nostra povera Italia, con le povere, affamate e dimenticate regioni meridionali”; il signor Spartaco, naturalmente, sta parlando dell’Italia di cento anni fa, anche se le sue parole sono ancora di drammatica e sconfortante attualità.
Si noti che nello stesso anno L. Bissolati a Roma fondò il quotidiano socialista l’Avanti!: la concomitanza non è casuale.
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Il Veltro segue con molto interesse le vicende politiche dell’on. Achille Visocchi: riferisce della consegna al parlamentare del diploma della cittadinanza onoraria di Cassino, del contributo di diciannovemila lire, favorito da lui a favore del comune di Cassino, per la costruzione delle vie Corso-Fontana Livia, S. Michele, S. Antonino, Pescarola, Antridonato. Il dialogo con i lettori è intenso e spigliato: ecco una lettera alla rubrica di Cirano di Bergerac: “Colendissimo protaquanquero, Io non vengo a sottoporre la mia panza a te, ma vengo a protestare contro il tradimento scelleratissimo di quel pietroeppaoloparzanese di Raffaele Valente il quale mi accompagnò nella cantina di Stefano Gargiulo con la scusa di fare una visita al figlio Mario il quale mentre io mi trovavo dentro fece intramezzare la porta con un carico carico di botti conciossiacosacché Valente che è secco potette uscire ed io che sono chiatto restai a fare la posta per due ore sino alla partenza del carro. Tanto per la mia dignità di ex garibaldino, dicché ringraziando mi professo,
simpatico Don Michele Vigilante”.
Non manca, Il Veltro, di denunciare all’opinione pubblica il malcostume dei pubblici amministratori, come nel caso della Banca Popolare di Cassino (che non ha nulla a che vedere con l’attuale omonima banca) che presta del danaro, con relativi interessi, all’amministrazione comunale, il che non è una irregolarità, ma “quello che è grave si è che il Sindaco e gli Assessori sono proprio gli stessi amministratori della Banca”; infatti la giunta comunale è composta da A. Martire, sindaco, e da P. de Cerbo, C. F. Pinchera, S. Delicato, A. de Vivo, assessori, mentre il consiglio di amministrazione della banca è composto da A. Martire, presidente, e da P. de Carlo, C. F. Pinchera, S. Delicato e A. de Vivo, consiglieri.
Dalle stesse pagine abbiamo notizia di un progetto, a firma dell’ing. Tonso, per una ferrovia Cassino-Formia, quale prolungamento della già progettata Cassino-Sora, con possibilità di diramazione per Pontecorvo: per discutere il progetto si sono riuniti “i rappresentanti dei comuni di Formia, Cassino, Minturno, S. Giorgio, Castellonorato, nonché i consiglieri provinciali on. Grossi, cav. Nicoletti, Mazzenchi, Tibaldi, cav. Paone e Rubino”. Ma tale progetto viene osteggiato – è sempre Il Veltro che c’informa – da quello alternativo Roccasecca-Formia, caldeggiato dall’on. Cantarano, a favore di Pontecorvo, e dall’ing. Coppola, direttore della ferrovia Napoli-Nola-Baiano, il quale ha chiesto addirittura un finanziamento quale “sussidio chilometrico” di £. 750 al consiglio provinciale di Caserta.
Spigolando ulteriormente troviamo le cinque serate (dal 27 al 31 ottobre 1906) della compagnia Scarpetta al teatro Manzoni di Cassino con l’esibizione di Eduardo e suo figlio Vincenzo, oppure la rivolta degli avvocati del foro di Cassino, capeggiati dagli avvocati Giuseppe Grossi e Gaetano Colella contro il progetto di riforma e di tagli del ministro Gallo – corsi e ricorsi della storia! –, o la protesta dei cittadini di Arpino per le licenziosità e relative evasioni fiscali che si verificano in una casa di appuntamento in via Marco Agrippa: si chiede Il Veltro: “Non è forse ancora giunta l’ora di provvedere a che le più notevoli sozzure della nostra via scompaiano? E che l’ufficio dazio s’interessasse, inviando gli agenti per far sorprendere coloro che lo minchionano abusando della legge?”
Il Veltro ha anche una storia precedente, non connessa con quella dell’edizione del 1906.
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Nel 1913 La Provincia si qualifica come “Corriere dei comuni di Terra di Lavoro”.
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Garbata, infine, l’ironia con cui Il Corriere tratta la nota famiglia Petrarcone di Cassino – gli antenati dell’attuale sindaco – in occasione del colera del 1910: la rubrica è Varietà, il titolo “Peppino in Puglia”:
“Ieri sera i fratelli Golini-Petrarcone si radunarono in Assemblea di famiglia per deliberare su una grave circostanza, l’invito cioè fatto a Peppino dalla Croce Rossa per un arruolamento di volontari contro il colera.
Primo di tutti fu interpellato Silvestro, il quale, dal punto di vista della scienza, esortò il fratello a declinare l’onore di una spedizione contro i microbi.
Interloquì subito l’ottimo Filippo il quale sentenziò, per la gloria della famiglia, doversi aderire all’invito.
Fra il sì e il no pencolava Peppino in cui gli impeti guerrieri erano contrastati dai malumori caratteristici del basso ventre.
Che fare?
A buon punto entrò in Sala Don Vincenzino, il simpaticissimo e caro babbo dei nostri amici, il quale, informato del fatto, conciliò le due opposte tendenze e disse a Peppino:
– A rispondere di sì non ci si rimette nulla, quindi è bene che tu aderisci all’invito; in quanto poi a partire attendiamo che esca il Corriere della Campania e apprenderemo notizie in proposito. Vedrai che molto probabilmente non si tratta che di un semplice tentativo per sperimentare il coraggio e l’abnegazione dei giovanotti.
Un sospiro unico e grande impressionò la sala, mentre Goffredo Pennacchini e Papele De Luca, transitando per via Varrone, fischiarono la ciccuzzella!” (vd. oltre).
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Il Rapido ha svolto senza dubbio un ruolo molto importante nel settore dell’informazione e della cultura in quel periodo in cui l’Europa si avviava verso la Grande Guerra. Sono numerosissime le date e le notizie che si possono trarre da quelle pagine: scorrendo a caso scopriamo che il telefono pubblico a Cassino fu inaugurato il 12 febbraio 1909: “il Direttore Compartimentale di Napoli telefonò di persona i suoi saluti alla Stampa locale, che rispose ringraziando e ricambiando i saluti”; inoltre nella stessa data si viene a sapere che sono iniziate le trattative per arricchire la stazione ferroviaria di globi di luce elettrica, mentre sono a buon punto i lavori per la pensilina. A metà maggio del 1910 da Roma viene comunicato che “il sussidio del Governo per la ferrovia Cassino-Atina-Sora da 5600 lire a km. è stato portato a 8500 a chilometro”: questa tratta doveva essere collegata, secondo i progetti dell’epoca, a quella da Cassino al mare; nessuna delle due è mai stata realizzata. Il nuovo ospedale di Sora fu inaugurato tra il 27 e 29 maggio 1912. Nella primavera del 1912 fu inaugurato il nuovo acquedotto di Cassino con il completamento delle fognature; queste ultime sostituirono, finalmente, le “botti” che servivano le scuole pubbliche e le latrine.
Il Rapido del 19 maggio 1912 ci fa sapere che il consiglio comunale di Cassino, nella seduta di venerdì 17, “ha approvato all’unanimità l’istituzione di un Liceo, che funzionerà con l’impianto della prima classe” e successivamente con gli altri corsi. Nello stesso numero troviamo la pubblicità dell’ACQUA FLAVIA “in Sant’Elia Fiume Rapido (Caserta)”; ne fu autorizzata la vendita con decreto prefettizio del 1° giugno 1910; l’Istituto di Igiene Sperimentale dell’Università di Roma l’aveva definita acqua bicarbonata – calcica – magnesiaca – ottima per tavola; “La sorgente dell’acqua – si legge nella pubblicità – è distante da S. Elia centro 500 metri circa con strada quasi rotabile. L’acqua è di sapore gradevole, limpida e di una leggerezza tale, che, a berne una bottiglia di un fiato, nessuno si accorge della sua presenza nello stomaco. Utilissima all’atonia gastrica e specialmente nelle affezioni catarrali-gastro-intestinali. L’esame dettagliato dell’acqua è visibile a chi ne abbia interesse, presso il proprietario, Sig. Flavio Di Cicco, il quale sarebbe disposto a cedere anche in fitto od in società la sorgente”.
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Di particolare importanza il n. 12 del 26 marzo 1916 che fu sequestrato (ma che fu posto in mostra a Cassino) per il durissimo attacco al sottosegretario di Stato Achille Visocchi ed al Consiglio Provinciale di Caserta per “il sacrificio del Mandamento di Cassino, con l’esodo dei più anziani e più degni delle cariche amministrative della provincia, e col tradimento più illogico perpetrato da Visocchi a danno dei suoi colleghi d’Amministrazione unicamente per ottenere sul proprio nome anche i suffragi dei propri avversari”; ecco la stessa accusa con altre espressioni: “A noi duole soffermarci sul nome di colui che è l’esponente della rappresentanza politica in Terra di Lavoro, ma il visocchismo, diciamolo con franchezza, è un fenomeno ormai preoccupante, a tutto scapito degli uomini intelligenti ed onesti i quali si devono trarre in disparte per lasciare il passo ad una turba di malviventi che non hanno altro merito se non quello di indossare una livrea”.
Altrettanto dura fu la protesta de Il Volturno nel numero successivo: “… purtroppo oggi, tra i tanti articoli contenuti nel numero scorso non siamo riusciti ad apprendere, dalla Censura, per quale di essi il sequestro fu ordinato. In quanto poi al modo come il sequestro fu compiuto non possiamo che rimpiangere il tempo dei Borboni; e tutto ciò, santo Dio, mentre i Bersaglieri d’Italia gridano l’ultimo urràh contro le orde austriache.
Ahi, Patria, quanti delitti si commettono in tuo nome!
IL VOLTURNO”.
Oltre le polemiche di grosso respiro, Il Volturno, si compiace di esporre, con ironia, piccoli inconvenienti cittadini: “Ora se ne vede un’altra bellina!
A Cassino v’è una stazione ippica con un cavallo che, a valer poco, vale oltre 20.000 lire; ebbene tutti avranno visto l’uso che se ne fa.
Il buttero che lo governa nel pomeriggio monta in sella e fa la sua passeggiata in barba al Governo che gli passa un puro sangue. Il peggio è che la via preferita dal cavallerizzo è il corso V. E. [Vittorio Emanuele II, n.d.r.] in alcuni punti angustissimo; se il puro sangue, che, per professione, deve essere molto amante delle cose belle, è preso da folli amori, povero chi ci capita!
È questa una indecenza che deve continuare?”.
Curiosità: nel 1916 un chilo di pane costava £. 0,45, mentre un “ragù senz’osso” di carne vaccina £. 3,40 al chilo, lo stesso ragù, ma di annecchia, £. 3,50; un chilo di “quarto di dietro” di capretto £. 2,00, il “quarto d’avanti” £. 1,70; un quintale di patate £. 6,00-6,50.
► IL GIORNALE DELLA CAMPANIA, “settimanale politico amministrativo di Terra di Lavoro” fu fondato nel 1919 da Attilio Vallerotonda, direttore responsabile, e veniva stampato presso la Tipografia L. Ciolfi di Cassino. Nel numero dell’8 agosto 1920 riporta in grande evidenza “Il monito non sospetto di un alto prelato”: “Il Cardinale Arcivescovo di Genova ha rivolto alle Chiese dell’Archidiocesi una Pastorale, con la quale critica vivamente il sorgere del Partito Popolare Italiano, affermando che esso non puó chiamarsi in alcun modo Partito Cattolico.
Venendo, poi, a parlare dell’azione svolta dal Partito Popolare, il Cardinale dice, che il Partito non è né l’esponente, né il rappresentante dell’azione cattolica. Gli è quindi, perciò, negato qualsiasi mandato di lavorare alla formazione delle coscienze e per la restaurazione della Società.
La Pastorale termina sconsigliando i cattolici dall’iscriversi nel Partito Popolare”.
► Va ancora segnalato un settimanale che si stampava a Caserta, il GIORNALE DI CASERTA, “organo del Partito Provinciale”, per i numeri speciali dedicati ai decessi dei Visocchi di Atina. Fu fondato nel 1897; ne fu amministratore Eduardo De Leonardis e gerente responsabile Ciro Vitalone; veniva stampato presso il Premiato Stabilimento Tipografico Sociale di Caserta. I numeri del 23 febbraio, del 1° marzo e dell’8 marzo 1908 furono tutti dedicati alla morte di Francescantonio Visocchi (17.02.1908), presidente della Provincia di Caserta; il numero del successivo 3 aprile dovette celebrare le figure di Pasquale Visocchi, insigne agronomo di Atina, e sua moglie Elisabetta Tutinelli, deceduti a distanza di poche ore l’uno dall’altra; infine il numero del 16 aprile dell’anno successivo fu dedicato alla scomparsa del senatore Alfonso Visocchi avvenuta il 16 marzo 1909.
► Dei Visocchi si occupò ancora un intero numero del settimanale TERRA DI LAVORO, per la morte del “barone” (così veniva chiamato) Giacinto Visocchi (13.07.1914), fratello di Francescantonio. Terra di Lavoro fu fondato nel 1897 a Caserta da Raffaele Valente, che ne fu direttore responsabile per i primi tempi; poi la direzione passò a Eduardo De Leonardis; gerente responsabile fu Emilio Gallini; veniva stampato nella tipografia A. Natale di Caserta.
► Da segnalare, infine, IL BOLLETTINO pel Clero della Diocesi di Montecassino e Prepositura di Atina, uscito per la prima volta il 1° maggio 1911, fondato dall’abate Gregorio Diamare, redattore responsabile Rev. Eugenio Manzi; stampato presso la Società Tipografica Editrice Meridionale STEM di Cassino.
Presso la Biblioteca del Museo di Capua è possibile consultare:
– FORO CASSINATE, del 1881;
– IL NUOVO GIORNALE DI TERRA DI LAVORO, del 1909;
– IL PICCOLO DELLA CAMPANIA, del 1919;
– IL FARO, mensile del 1915.
“C’è da auspicare che il patrimonio di giornali – che è anche patrimonio di storia e cultura – raccolto nella mostra non vada disperso; anzi, vorrei appellarmi al Sindaco Petrarcone perché utilizzi tutta la sua sensibilità affinché si dia incarico a qualcuno di reperire ed acquisire (anche in fotocopia) tutto quanto si trova ancora negli archivi pubblici e privati per farne una raccolta ordinata da conservare gelosamente ad uso degli studiosi e per decoro e lustro della città”. Appello caduto nel vuoto, naturalmente!
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