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L’antica città di Aquinum sorgeva nella media valle del Liri, ai piedi del gruppo montuoso dominato dal monte Cairo (m. 1.669) in una vasta area pianeggiante lambita ad est da tre antichi laghi oggi prosciugati e bonificati (Vallone di Aquino), dove scorre un corso d’acqua, affluente di sinistra del Liri, denominato Le Forme d’Aquino.
Tra le attività di ricerca portate avanti dal Laboratorio di Topografia Antica e Fotogrammetria presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento a Lecce, si inserisce il “Progetto Ager Aquinas”, indagine territoriale avviata nel 1998 con le ricerche sul campo, che ha prodotto la restituzione aerofotogrammetrica numerica a scala 1:2000 dell’area urbana e sub-urbana della città antica, finalizzata alla redazione della carta archeologica e alla ricostruzione dell’impianto urbano. Le indagini topografiche, supportate da un meticoloso lavoro di fotointerpretazione delle immagini aeree, dalle prospezioni geofisiche e dall’avvio – a partire dal 2005 – di uno specifico programma di ricognizione aerea del territorio a bassa quota, hanno portato alla ricostruzione dell’impianto urbano dell’antica Aquinum e, nello specifico, all’individuazione di un settore residenziale nell’area centrale della città antica, con edifici isolati allineati lungo gli assi stradali.
Tenendo in considerazione tali premesse, quindi, grazie al contributo e al sostegno del Comune di Castrocielo, a partire dal 2009 ad Aquinum sono state condotte tre campagne di scavo archeologico che hanno consentito di raggiungere importanti risultati. L’interesse delle ricerche quindi si è concentrato in questo settore della città, la cui importanza archeologica è richiamata dal toponimo “San Pietro Vetere”, ma che fino ad oggi non aveva restituito particolari elementi utili per la definizione dell’impianto urbano.
Il programma dei lavori pianificato per la campagne di scavo dal 2009 al 2011, è stato calibrato su quelle che si riteneva potessero essere le potenzialità archeologiche e le prospettive di ricerca offerte dal sito. Punto fondamentale preso in considerazione riguarda le primarie esigenze di ricerca e tutela dell’area, sottoposta ad una graduale ma costante distruzione causata da lavori agricoli e da arature a carattere estensivo.
La programmazione degli interventi esplorativi ha tenuto conto altresì di quelli che sono i risultati dell’elaborazione dei dati e della documentazione relativi alle ricognizioni sistematiche effettuate nel corso di questi ultimi anni da un’equipe di ricercatori dell’Università del Salento.
Allo stato attuale delle conoscenze, infatti, la consistenza dei depositi archeologici presenti, l’abbondanza di materiali ed i notevoli resti messi in evidenza nel corso delle indagini topografiche effettuate e lo stato di conservazione delle stesse testimonianze, costituiscono tutti univoci indicatori di condizioni favorevoli alla programmazione di progetti d’indagine archeologica finalizzata al riscontro e alla verifica di quanto individuato attraverso le immagini aeree.
Nell’ambito del ricostruito assetto urbanistico della città antica che si è venuto a delineare, le ricerche, ormai condotte sul campo da oltre 10 anni, hanno consentito di riconoscere in traccia i resti di edifici pubblici e privati in alcuni settori centrali dell’abitato e di definire, con maggiore precisione, il tracciato di alcuni assi viari, sia all’interno della maglia urbana sia all’esterno della linea delle mura. Questo grazie all’avvio di uno specifico programma di ricognizione aerea del territorio, con rilevamento fotografico a bassa quota e con riprese aeree oblique lungo tutta la valle (fig. 1).
Alcune delle immagini aeree realizzate fanno luce su un settore centrale dell’area urbana (F. 27 e part. 49-50-452 della mappa catastale di Castrocielo), che fino ad oggi non aveva restituito particolari elementi utili per la definizione dell’impianto urbano, settore sul quale si è concentrata l’attenzione dell’iniziativa di ricerca, studio e documentazione qui presentata (fig. 2).
Attraverso le indagini precedenti, sul terreno erano state individuate delle aree con una notevole concentrazione di materiale archeologico; in seguito alle riprese aeree è stato possibile notare come queste aree di concentrazione fossero da mettere in relazione con edifici isolati allineati lungo gli assi stradali e nitidamente visibili in traccia nelle immagini aeree realizzate (fig. 2). È possibile ricostruire, quindi, evidentemente all’interno di un settore residenziale, la presenza di alcuni edifici, forse anche delle domus, con ampi spazi lasciati liberi all’interno degli isolati.
In questo settore quindi, già oggetto di ricognizioni topografiche e di prospezioni geofisiche, si sono concentrate le attività di ricerca, in particolare nella verifica della presenza di alcuni assi stradali e di edifici individuati all’interno degli isolati ricostruiti nel settore a ridosso della via Latina.
Tenendo in considerazione tali fattori quindi, il programma dei lavori per le campagne di scavo 2009-2011 ad Aquinum ha comportato l’apertura di saggi esplorativi nell’ambito di questa area centrale della città individuata grazie alle immagini aeree (fig. 3).
I lavori di scavo archeologico di questi ultimi tre anni si sono svolti nei mesi di giugno e luglio, ed hanno previsto l’allestimento delle opere provvisorie di cantiere (base operativo/logistica costituita da baracca di cantiere ed area tecnica ombreggiata) e di tutti gli accorgimenti utili alla migliore operatività logistica del cantiere di scavo.
Dopo aver definito la localizzazione e l’estensione delle aree di scavo, si è proceduto alla loro recinzione ed alla predisposizione di un percorso sicuro di avvicinamento per gli operatori e per gli eventuali visitatori. È stata predisposta una superficie destinata all’accumulo provvisorio dei materiali di risulta delle operazioni di scavo; questi materiali dopo esser stati setacciati, sono stati utilizzati, al termine della campagna di scavo, per la copertura totale o parziale dell’area indagata e delle emergenze archeologiche individuate.
Locali messi a disposizione da parte del Comune di Castrocielo hanno costituito la base operativa del gruppo di ricerca, che ha potuto disporre anche di un ambiente ad accesso controllato per l’immagazzinamento dei materiali archeologici dello scavo. Nello stesso edificio è stato allestito un piccolo laboratorio in cui effettuare i primi interventi di quantificazione e documentazione dei materiali archeologici rinvenuti.
Ai lavori hanno preso parte docenti del Dipartimento di Beni Culturali, dottorati, dottorandi, laureati e laureandi della Facoltà di Beni Culturali dell’Università del Salento.
Lo Scavo Archeologico
Il settore oggetto della ricerca, di proprietà del Comune di Castrocielo, è localizzato a nord del tracciato dell’Autostrada del Sole “A1” e disposto su una superficie pianeggiante estesa per 6 ettari circa. Ricadente all’interno del perimetro urbano della città romana, è collocato subito a nord dell’antica Via Latina e ad est del teatro e del c.d. edificio absidato, dai quali dista non più di 150/200 metri e dai quali, in antico, era separato dal Cardo Maximus che grossomodo aveva l’andamento dell’attuale Via Vicinale Civita Vetere.
Il programma dei lavori per le recenti campagne di scavo prevedeva l’apertura di saggi la cui localizzazione, come già accennato, è stata effettuata con l’ausilio di immagini aeree, di ricognizioni topografiche e di prospezioni geofisiche.
Nel dettaglio era necessario verificare sia la preesistenza degli assi stradali e la destinazione d’uso, in antico, delle aree occupate dagli isolati da essi delimitati, sia il potenziale documentario e la consistenza del deposito stratigrafico.
Lo scavo del livello superficiale di terreno umificato, effettuato con mezzo meccanico, ha subito permesso di evidenziare le creste di numerose strutture murarie sepolte e rasate a circa 30 centimetri di profondità rispetto all’attuale piano di campagna.
Nel primo saggio, indagato per una superficie di 70 mq (fig. 4), è stata portata in luce una struttura muraria in opera reticolata orientata E-O, interessata da interventi di spoliazione cominciati in età tardo-antica e protrattisi fino ad epoca medievale. Nella zona del saggio a sud del muro sono inoltre venuti in luce elementi lapidei della crepidine o del marciapiede pertinente ad un asse viario con medesimo orientamento.
Nel secondo saggio esplorativo, realizzato a nord-est rispetto al primo e che interessa uno spazio di circa 500 mq. (figg. 5-6), sono state riportate in luce strutture murarie pertinenti a diversi ambienti riconducibili ad un imponente edificio termale a carattere pubblico. Al momento sono stati riconosciuti diversi ambienti. In particolare uno di questi era pavimentato con mosaici a bicromia bianconera, che accanto al ricorrente e corsivo motivo del fiore a quattro petali, reiterato a cadenza di 10 centimetri, proponeva, in alcuni punti della cornice esterna, figurazioni più complesse che rappresentavano, all’interno di specchiature regolari, esseri marini mitologici (fig. 7). Questo vano del complesso doveva essere verosimilmente la stanza principale e pertanto si ipotizza sia l’area prospiciente l’ingresso principale dell’edificio e riconosciuta come frigidarium. Da segnalare, sempre all’interno del grande ambiente, la presenza di un’iscrizione musiva collocata all’interno di una tabula ansata con l’attestazione di due personaggi (fig. 8): Plotius Albanus e Mevius Festus.
Entrambi devono esser legati all’ambiente/edificio connesso al mosaico. Forse promotori o restauratori di un ambiente. Il mosaico, dal punto di vista tipologico, è inquadrabile nel I sec. d. C.
Nell’ambito del complesso termale finora scavato, è stato individuato al momento un unico ingresso alla struttura collocato nel settore nord e prospiciente una monumentale strada basolata, ben conservata e parallela alla via latina che doveva delimitare il lato settentrionale dell’isolato che si sta portando alla luce (fig. 9).
In relazione a quanto sopra riportato, notevoli sono i risultati raggiunti grazie alle campagne di scavo archeologico condotte all’interno dell’area urbana dell’antica città romana di Aquinum. Risultati fondamentali sono stati conseguiti per la conoscenza di un settore centrale dell’abitato, caratterizzato da edifici pubblici già noti (teatro, edificio absidato) e di nuova acquisizione al patrimonio culturale (terme pubbliche). A questo va aggiunto l’enorme valore storico di alcuni dei manufatti portati alla luce, in particolar modo si fa riferimento alla monumentale iscrizione musiva individuata all’interno di uno degli ambienti dell’edificio termale. Il tutto costituirà da volano per una migliore attività di tutela del sito anche in previsione di una futura valorizzazione strategica dell’area, da effettuare in coordinamento con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, la Provincia di Frosinone ed il Comune di Castrocielo.
* Università del Salento, Dipartimento di Beni Culturali – Laboratorio di Topografia antica e Fotogrammetria.
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