Studi Cassinati, anno 2011, n. 3
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Puntuale l’appuntamento con l’ottavo convegno epigrafico cominese che si è svolto ad Atina il 28 e 29 maggio 2011 nel salone di rappresentanza del Palazzo Ducale dei Cantelmo. L’incontro, organizzato dall’Associazione “Genesi” di S. Donato V. C. con il patrocinio della Regione Lazio e dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone e in collaborazione con il Centro Documentazione e Studi Cassinati, ha visto avvicendarsi nelle relazioni studiosi di fama nazionale e internazionale a cominciare dalla dott.ssa Giovanna Rita Bellini per concludere con il prof. Heikki Solin del Dipartimento di filologia latina dell’Università di Helsinki. Dopo i saluti dell’Assessore alla Cultura prof. Fortunato di Paolo e del Vicesindaco avv. Michelangelo Montesano Cancellara, delegato al patrimonio artistico e culturale della città di Atina, i relatori hanno trattato le recenti scoperte archeologiche relative al territorio del Lazio Meridionale, della Valle di Comino, dell’area abruzzese e molisana. La dott.ssa Bellini della Soprintendenza Archeologica del Lazio ha relazionato su alcune iscrizioni rinvenute in scavi archeologici aperti nel territorio aquinate, coinvolgendo nella relazione due giovanissimi studiosi che seguono gli scavi. Il dott. Massimo Lauria, direttore del museo archeologico di Atina e Val di Comino, ha esposto alcune sue ipotesi sulla cisterna di epoca romana venuta alla luce nel 2006 in piazza Garibaldi ad Atina. Lo studioso ritiene che il manufatto fosse una cisterna con funzioni di piscina limaria dell’acquedotto augusteo per la decantazione dell’acqua prima di essere immessa nel vero e proprio castellum aquae che le fonti storiografiche locali hanno collocato nella zona. Tra i numerosi reperti restituiti dagli strati di riempimento della cisterna (manufatti ceramici, vitrei, metallici e addirittura in materiale organico come il cuoio) risaltano quattro iscrizioni oggetto di un recente restauro presso il Museo Archeologico di Atina e della Val di Comino. Si tratta di due frustuli lapidei e due epigrafi di instrumentum: notevole, tra queste ultime, un punzone fittile relativo presumibilmente al commercio del costoso olio nardinum da parte di una non meglio dettagliabile Marcellina: l’epigrafe, abbastanza rara nel suo genere, potrebbe rappresentare la testimonianza di una produzione locale della preziosa essenza durante l’epoca imperiale.
La dott.ssa Maria Romana Picuti, direttrice del Museo archeologico di Casamari ha commentato un’iscrizione graffita su di un frammento di intonaco riportato alla luce nello scavo di un edificio romano dell’antica Cereatae Marianae, la città su cui insiste l’Abbazia cistercense. Il frammento, che sulla base della paleografia è databile tra il I e II secolo d.C., presenta al primo rigo le lettere C e Ma, è probabile che la C si riferisca all’abbreviazione del praenomen Caius e che le lettere che seguono siano pertinenti ad un gentilizio che inizi per Ma[—-] e molto probabilmente da rapportare a C. Mario. La dott.ssa Paola Caruso dell’Università Federico II di Napoli ha discusso su un’epigrafe medievale inscritta sull’architrave della porta di S. Michele nell’antico feudo di Terraloggia a Pago Veiano. La studiosa ha precisato che dall’analisi paleografica dell’iscrizione medievale è emerso che si tratta di scrittura protobeneventana, come dimostrano i nessi delle lettere e le abbreviazioni presenti. La lettura dell’iscrizione, sia pure non totale, rivela che reca l’intitolazione della chiesa, nella dicitura Beati Mik(e)lis Ark(an)g(e)li.
Nella seconda giornata del convegno il prof. Gianluca Tagliamonte dell’Università del Salento di Lecce ha relazionato sui ”Santuari e luoghi di culto della Media Valle del Volturno in età preromana”. Mentre la dott.ssa Manuela Manfrè, studiosa di topografia antica, ha indicato i centri fortificati d’altura di epoca preromana nella Valle Roveto ed in alcune località del Lazio meridionale, fra le quali San Vittore del Lazio. Un intervento di particolare rilievo è stato fatto dal dott. Marco Buonocore dell’Archivio Vaticano, presidente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, che ha ripercorso gli studi umanistici di epigrafia relativi al Latium Adiectum nel 1400. Il prof. Cesare Letta, ordinario di Storia romana all’Università di Pisa ha interpretato una controversa epigrafe rinvenuta ad Alba Fucens e ancora poco nota. Infine il prof. Heikki Solin ha fatto una panoramica dei nuovi rinvenimenti epigrafici nel territorio ciociaro.
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