Cassino: un miracolo del 10 settembre 1943

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Studi Cassinati, anno 2010, n. 4
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La prof.ssa Adriana Letta, Direttore del mensile della Diocesi di Montecassino, “Presenza Xna”, ci gira la lettera che molto volentieri riportiamo. Sul numero di settembre dello stesso mensile fu pubblicato un servizio sulla messa del 10 settembre voluta da noi in suffragio delle vittime del primo bombardamenti di Cassino, avvenuto proprio il 10 settembre 1943.
Carissima Adriana,
ho letto con molto interesse nell’ultimo numero di “Presenza cristiana”, a pag. 23, l’articolo “La Città non dimentica – Le vittime del 10 settembre 1943“.
Mi permetto di segnalarti in merito una esperienza personale.
Tra i colpiti da quel tragico bombardamento vi è anche la Signorina Immacolata Bianchi, sorella di un monaco benedettino della Badia della Santissima Trinità di Cava de’ Tirreni, Dom Pietro Bianchi, nativo di Cassino, scomparso alcuni anni fa, che aveva seguito a Cava, ivi divenendo monaco, l’Abate Rea (Abate di Cava – Badia di cui l’anno prossimo ricorre il millennio dalla fondazione –, prima di divenire Abate di Montecassino). La Signorina Immacolata rimase a lungo imprigionata sotto le macerie della propria abitazione e fu salvata da uno zio che, scavando con le proprie mani, riuscì a trascinarla fuori. Curata per circa un anno all’ospedale Celio, Immacolata fu ricoverata, gravemente e permanentemente disabile nel fisico, dal fratello, grazie anche all’intervento dell’Abate Vannucci, presso l’Opera femminile Don Guanella, ove ancora oggi vive nell’Istituto San Pio X, a Piazza San Pancrazio in Roma, amorevolmente assistita dalle Suore Guanelliane Figlie di Santa Maria della Provvidenza.
Immacolata passa le sue giornate pregando, soprattutto per i monaci benedettini e per le due Badie di Montecassino (ove da giovane si recava abitualmente a piedi con la madre a partecipare alle funzioni) e di Cava (ove il fratello fu monaco per più di sessant’anni), costretta ormai da molti anni in una sedia a rotelle, ma ancora lucida e memore del passato. Il 29 novembre compirà ottantanove anni. Una vita di sofferenze estreme, ma sempre vissuta sorridendo protetta, come ama ripetere, da San Benedetto e dal Beato Luigi Guanella. Dom Pietro chiamava telefonicamente la sorella ogni domenica alle 9 e nei rarissimi momenti di congedo dalle cure della Badia (mi ripeteva spesso che una volta l’Abate ad una sua richiesta di allontanarsi per pochi giorni dopo cinque anni di ininterrotto servizio in Badia, ebbe a dirgli: “Dov’è scritto nella Regola che i monaci vanno in ferie?”…) andava a trovarla, dormendo presso la Badia di San Paolo. Morto Dom Pietro, mia guida spirituale, ho preso l’abitudine di recarmi la domenica mattina a trovare la Signorina Immacolata.
L’articolo della tua rivista mi ha dunque dato l’occasione di questa testimonianza.
Sarebbe assai bello se un monaco di Montecassino trovasse il modo di andare a render visita ad Immacolata. Qualche anno fa fu anche prospettata dal Sindaco di Cassino l’idea di una targa, ma poi non ne ho saputo più nulla. – Un abbraccio. Guido L.
Per la cronaca l’abate di Montecassino D. Pietro Vittorelli ha fatto visita ad Immacolata lo scorso 22 dicembre.

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