La quarta campagna di scavi al sito di Fabrateria Nova

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Studi Cassinati, anno 2010, n. 3
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di Stefania Patriarca


La città di Fabrateria Nova venne fondata dai Romani nel 124 a.C., l’anno seguente alla distruzione della colonia latina di Fregellae, probabilmente con lo scopo di riorganizzare il territorio già appartenuto alla vecchia città in un periodo storico animato da sconvolgimenti economici, sociali e politici. Il sito dell’antico abitato è localizzato in località La Civita nel comune di San Giovanni Incarico (FR) a ridosso dell’omonimo lago, ad appena un paio di chilometri a sud di quello di Fregellae, in un punto in cui la Via Latina attraversava il fiume Liri.
A partire dall’anno 2007 il sito de La Civita è oggetto di ricerche topografiche e scavi archeologici orientati a chiarire gli aspetti urbanistici e cronologici dell’antica città. I precedenti interventi occasionali nel sito avevano permesso di individuare una strada basolata orientata est-ovest e un piccolo anfiteatro in posizione centrale. Nell’ambito della prima campagna di ricerche del “Progetto Fabrateria Nova”, a luglio del 2007, sono stati eseguiti tre saggi di scavo nel settore centro-orientale dell’abitato soprattutto in corrispondenza di alcuni resti murari affioranti. I saggi su questi resti sono stati denominati con le corrispondenti lettere risultanti nella carta delle emergenze archeologiche pubblicata nel 1977 da Angelo Nicosia. A luglio del 2008 si è svolta la seconda campagna di ricerche con la ripresa e l’estensione dello scavo dei precedenti saggi, con l’avvio di un nuovo saggio, il Saggio “E“, e con l’apertura di nuove trincee lungo il tratto della citata strada basolata. A luglio del 2009, con la terza campagna di ricerche, oltre ad estendere gli scavi dei precedenti saggi è stato aperto un nuovo saggio, denominato “EE“, subito ad ovest del Saggio “E“ ed in stretta correlazione con esso.
A luglio di questo anno, per la quarta campagna di scavi, si è avviata l’indagine con il nome di Saggio “E1“ per approfondire alcuni aspetti relativi al grande tempio su podio, già oggetto di ricerca del precedente Saggio “E“. In particolare risultavano mancanti i dati necessari a capire la posizione della rampa di salita al podio e lo stile architettonico del tempio stesso. Questa quarta campagna è stata condotta solo dal Museo della Città di Aquino, mentre gli altri partners del progetto (Istituto Archeologico Germanico e le università di Cassino e del Salento) sono stati impegnati nello studio dei materiali rinvenuti nelle precedenti tre campagne di ricerca.
I risultati sono stati anche più soddisfacenti delle aspettative. All’interno del podio e davanti alla cella del tempio sono stati trovati in posizione centrale due basamenti delle colonne attinenti al portico la cui esistenza era prevedibile. Col procedere delle indagini, sempre all’esterno della cella, sono state rinvenute, lungo il perimetro interno del podio, le tracce di altri basamenti di colonne. Ciò ha permesso di capire che il tempio era circondato su tre lati dallo stesso porticato e che nella parte frontale, davanti alla cella, vi erano quattro ordini di colonne su due file. Si tratta quindi di un esempio di edificio definito “periptero tetrastilo sine portico”, vale a dire che il porticato era assente solo sul lato posteriore dove infatti il muro della cella coincide con il muro dello stesso podio. L’aver definito la tipologia stilistica del tempio appariva già di per sé un importante risultato. L’estensione dello scavo all’esterno e al di sotto del podio ha permesso di ritrovare sul versante sud-ovest due grandi rocchi di colonna scanalata che in parte conservavano ancora tracce dell’intonaco originario. Tali reperti mostrano una dimensione veramente considerevole con un diametro che supera i 90 centimetri e vanno indubbiamente messi in relazione con il già menzionato porticato lasciando intuire la maestosità del complesso templare. Durante lo scavo sono stati recuperati anche diversi altri elementi architettonici, lo studio dei quali consentirà in seguito di conoscere anche altri particolari decorativi dell’edificio religioso. Inoltre i numerosi fittili e i vari frammenti di ceramiche post-romane venuti alla luce dalle trincee di scavo hanno confermato la trasformazione e il riuso dell’edificio in epoca successiva in chiesa cristiana. Lo scavo è stato diretto da Angelo Nicosia, direttore del Museo di Aquino, e hanno partecipato studenti di diverse università italiane e straniere. Il responsabile dell’intero progetto “Fabrateria Nova” è Alessandro Betori, ispettore della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio.

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