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Studi Cassinati, anno 2010, n. 2
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di Ferdinando Corradini
Nel pomeriggio di domenica 16 maggio 2010, presso la sala consiliare del Comune di Monte San Giovanni Campano, è stato presentato al pubblico l’ultimo scritto di Fulgido Velocci, relativo ai toponimi del suo paese. La manifestazione ha assunto un significato del tutto particolare e si è tinta di una nota di profonda mestizia: proprio nei giorni in cui il frutto della sua ultima fatica stava vedendo la luce, infatti, l’autore è venuto prematuramente a mancare all’affetto dei suoi cari e di quanti avevano avuto modo di apprezzarne le doti di uomo e di studioso.
Ci eravamo conosciuti in occasione di un convegno itinerante organizzato dal comitato di Frosinone dell’istituto per la storia del Risorgimento, tenutosi nel dicembre 1993 – gennaio 1994, cui partecipammo entrambi quali relatori. Le nostre esposizioni erano contraddistinte da un certo contenuto “revisionista”, che creò qualche imbarazzo al compianto prof. Vincenzo Zarrelli, organizzatore del convegno nella sua veste di presidente del detto comitato. In particolare, in quella di Fulgido, era evidenziato come durante la Repubblica romana del 1849, gli abitanti di Monte San Giovanni si erano mantenuti sostanzialmente fedeli al Papa Pio IX.
Ciò fece nascere in noi un reciproco sentimento di simpatia e amicizia. In occasione delle nostre conversazioni apprendemmo di venire entrambi da comuni esperienze ideologiche, che proprio in quegli anni (eravamo nel periodo di Tangentopoli e di post-caduta del muro di Berlino) erano entrate in crisi. Scoprimmo, inoltre, di aver vissuto una comune esperienza nel post-’68: nel primo pomeriggio del 2 febbraio 1971, in occasione di disordini avvenuti nell’università di Roma, nei quali ci eravamo trovati coinvolti, fummo, insieme con un altro paio di centinaia di studenti, fermati dalla polizia – reparto “Celere” – che aveva fatto irruzione nella Casa dello Studente; venimmo caricati su un cellulare, che era un furgone dotato di grate in ferro ai finestrini, e che faceva la spola fra via De Lollis e la Questura; qui fummo identificati e poi rilasciati alle undici di sera. Durante le operazioni di identificazione, così come avevamo visto fare da altri studenti in un film dell’epoca (Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto) non facemmo altro che cantare canzoni “alternative”, attingendo in primo luogo al repertorio di Fabrizio De André.
La vicenda fu ricondotta nei suoi giusti limiti dal magistrato Ferdinando Imposimato, Giudice Istruttore del tribunale di Roma, che ci prosciolse tutti senza rinviarci a giudizio. La stessa, tuttavia, segnò profondamente tutti coloro che l’avevano vissuta. Ricordo di un mio amico che, a seguito di essa, abbandonò gli studi e, da fervente democristiano qual era, divenne attivo militante comunista. Più semplicemente, con Fulgido, allorché ricordavamo l’episodio, eravamo soliti dire che la nostra amicizia era profonda e radicata perché “eravamo stati in galera insieme”.
Il grande vuoto che Fulgido ha lasciato è solo parzialmente colmato dai suoi scritti:
1 – Le vicende storiche di Monte San Giovanni nel 1849, in “Il 1848-49 nel territorio dell’attuale provincia di Frosinone. Atti del Convegno di Studio tenuto ad Arpino, Sora, Monte San Giovanni Campano e Veroli dal 17 dicembre 1993 al 29 gennaio 1994”, a cura di E. M. Beranger e A. Viscogliosi, Sora 2003, pp. 186-191;
2 – Colli. Frazione di Monte San Giovanni Campano, scritto con Pio Valeriani, M.S.G.C. 1998, pp. 157;
3 – Monte San Giovanni. Tradizioni, costumi ed usanze scomparse, con Pio Valeriani, M.S.G.C. 2001, pp. 227;
4 – Io so’ Bartholomeo, altrimente Catena, del Monte San Giovanni. La vita di Bartolomeo Vallante, detto Catena, da Monte San Giovanni, bandito del XVI secolo, M.S.G.C. 2004, pp. 231;
5 – Glie canale. Storia di una fontana, M.S.G.C. 2003;
6 – Porte e portali. Laboratorio di Educazione Ambientale, con Franca Battista, M.S.G.C. 2004, pp. 64;
7 – Pronta risposta e buone notizie. Lettere di soldati dell’Archivio Storico Comunale di Monte San Giovanni Campano. Diario di guerra di Nazzareno Raponi, con Anna Maria Raponi, M.S.G.C. 2006, pp. 115;
8 – La gran Madre celeste. Maria SS.ma del Suffragio nel centenario della Sua Incoronazione e nel 375° della Sua venuta, M.S.G.C. 2007, pp. 256;
9 – Le uìne nostre: slogan dialettali, Centro di promozione socio-culturale “Insieme 2000”, Anitrella 2009, pp. 37;
10 – I toponimi di Monte San Giovanni Campano. Origine e significato, M.S.G.C. 2010, pp. 224.
Essendo stato uno dei più fecondi autori del gruppo de “La Cantina” (così denominato perché era solito riunirsi in un’osteria di Pontecorvo), negli anni 1997-2003, ha pubblicato una quarantina di articoli relativi a Monte San Giovanni, il cui contenuto è tratto da documenti dell’archivio comunale e di quello di Stato di Frosinone. Gli stessi sono comparsi su L’Inchiesta, Corriere del Sud Lazio, Sud Lazio, settimanali che si pubblicavano a Cassino, e sul quotidiano La Provincia, edito a Frosinone. In particolare, il 20 maggio del 2000 dette alle stampe: È scomparso Pio Valeriani, il decano degli storici del Lazio meridionale. In questo modo rese pubblicamente omaggio a quello che riteneva essere il suo maestro.
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