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Studi Cassinati, anno 2009, n. 3
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di Alberto Mangiante
La grande quantità d’acqua trascinata lungo il vallone di San Silvestro, in seguito alle abbondanti precipitazioni protrattesi nella prima decade di Luglio, hanno portato allo scoperto, sul fondo del vallone (l’attuale canale che si ingrotta in Largo S. Domenico), un manufatto risalente all’ultimo decennio del XIX secolo.
Trattasi di un cunicolo in mattoni, messi di taglio, formanti la calotta superiore e protetta ai due lati, dove la potenza delle acque poteva causare danni, da soglie in pietra locale.
Il canale sostituiva un altro molto più antico risalente probabilmente alla seconda metà del Cinquecento, costruito per alimentare due mulini di proprietà dell’Abbazia di Montecassino; uno, subito dietro il convento dei Domenicani, detto di Porta d’Abruzzo, mentre l’altro, situato alla parte opposta della città, chiamato di Porta Rapido, era ubicato nelle vicinanze dell’attuale piazza Marconi. Entrambi i mulini furono messi all’asta durante le leggi eversive del 1810 e acquistati da Palmerino Monaco possidente di Pignataro, casale di San Germano. Il nuovo canale partiva, biforcandosi dal vecchio, lungo la strada per Caira, presso il muro di cinta del carcere e, per mezzo di un canale costituito da due alti muri in pietra, ancora in parte visibili, dirigendosi verso est, raggiungeva l’attuale largo S. Domenico dove una saracinesca ne bloccava il passaggio, facendo innalzare il livello dell’acqua, che cadeva in un condotto a sifone che, attraversando l’attuale largo san Domenico e il torrente San Silvestro (quello venuto alla luce ultimamente) alimentava le vasche dove, una volta riempite, alimentavano il vecchio mulino sostituito verso la fine del XIX secolo da una centrale elettrica.
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