La “Lapide di Tosti”

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Studi Cassinati, anno 2009, n. 2
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Una iscrizione poco nota sulla vecchia strada per Montecassino
La via selciata (‘silicata’) che, spaziosa, attraverso la costa rivolta a oriente, conduceva da San Germano a Montecassino era segnata da edicole o oratori, santuari, che, attraverso i secoli e per diversi motivi, erano stati innalzati ai suoi margini; Santa Scolastica, San Mauro, San Placido, Santa Croce, detto ‘le tre Cappelle’, San Severo, la croce del ginocchio, poco più su, all’incrocio con la strada statale, l’Immacolata, edicola in mosaico, opera di don Eusebio Grossetti, innalzata su una colonna di granito grigio la tarda primavera del 1943, presenti all’inaugurazione l’abate Diamare, quasi tutta la Comunità monastica, i giovani del Noviziato, l’Alunnato monastico. Infine, la croce del ‘Belvedere’ – così la chiamavano – e Sant’Agata.
Poco prima dell’oratorio di San Severo, sulla destra, c’era, e c’è ancora, in parte scheggiata e priva della croce di ferro che la sormontava, la “Lapide del Tosti”.
La “Lapide del Tosti” consiste in un masso di calcare sporgente dal suolo fortemente inclinato, alto oltre un metro, colpito dalle schegge di granate nella parte sinistra e sulla sommità, dove è saltata la croce di ferro piantatavi quando venne scolpita la frase-preghiera, che si puó ricostruire per intero. La frase dice: “[Padre] nostro / che [s]ei nei cieli / [affratell]a a noi l’Inghilterr[a] / nell’unità della fede”. Che sia voluta da Luigi Tosti è tradizione unanime e costante.
Il motivo? C’è chi dice che negli anni Ottanta dell’Ottocento fu ospite della Comunità monastica uno studioso inglese di religione anglicana. Nelle pause della ricerca nella Biblioteca, si parlava anche di religione: anglicanesimo e cattolicesimo-romano. Terminati i lavori di ricerca, l’abate Luigi Tosti accompagnò l’ospite, nella discesa a piedi, alla stazione ferroviaria. E si parlava ancora di questioni religiose. Nella località San Severo, proprio all’altezza di quella roccia sporgente, l’anglicano ebbe uno scatto: “Padre, fermo!”. “Cosa c’e?”. “Io da questo momento sono cattolico romano: mi avete convinto!”.
L’altra versione, pare più recente, vuole che la ‘Lapide’ in questione sia stata dettata dal Tosti nel contesto di una corrente alquanto diffusa tra i cattolici e gli anglicani nel corso dell’Ottocento e sviluppatasi particolarmente durante il pontificato di Leone XIII (1878-1903), che auspicava il riavvicinamento degli anglicani alla Chiesa romana. Le menti elette dell’epoca non furono insensibili a questo progetto, ardente desiderio dello stesso Gesù espresso nella sua preghiera sacerdotale dell’ultima Cena: “Ut unum sint”. Qualunque sia la versione giusta, il masso fu scolpito prima della data della morte del Tosti, che avvenne nell’anno 1897.

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