“… Portam Aquinatis” in un’epigrafe di Casinum? Forse il vero nome della cosiddetta “Porta romana” della città

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Studi Cassinati, anno 2009, n. 2
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di Gaetano Lena

Si tratta dell’epigrafe CIL, X, 5175, che così viene riportata nella prima stesura del Corpus Inscriptionum Latinarum:

Titivs pvblii[—]
[—]m avrelivs sev[—]
Pivs felix av[—]
Pontif maximvs trib
Potest bis cos ter
Macerias clivi sv[—]
Svpra portvm aqvinatis
A solo facivndas sva pecvn
Institvit consvmma
Vitqve

Essa fu rinvenuta “in agro Casinati in diruta ecclesia S. Luciae nel campo de’ Sig. Brocchi rep. a. 1746 MASC. trovata nel distretto di Casino MAZ.”, per la precisione, nell’attuale borgo di Santa Lucia, ai piedi sud-orientali di Monte Trocchio.
Il primo rigo è stato controverso fin dal suo rinvenimento e il Mommsen riporta anche le varie interpretazioni del Mascioli I, del Mazochi e del Mascioli II.
Detto rigo è oggi interpretato come segue:

[—-] filius divi[—-]

Purtroppo questa epigrafe è andata perduta1, ma nonostante l’impossibilità oggi di un’ulteriore analisi del testo, al settimo rigo H. Solin è del parere di leggere: “supra portam Aquinatis” invece di “supra portum Aquinatis”2, per cui l’iscrizione così è letta:

[—-] filius divi [—-]
[—-] M(arcus) Aurelius Seve[rus Alexander]
Pius Felix Au[gu(stus)]
pontif(ex) maximus trib(unicia)
potest(ate) II(?) co(n)s(ul) p(ater)(?) p(atriae)(?)
macerias clivi su[-]
supra portam Aquinatis
a solo faciundas sua pecun(ia)
instituit comsum[m]a
vitque3

È un’epigrafe datata agli anni 222-235 d. C.
Non si vuole entrare nel merito dell’intero testo epigrafico, ma prendere in considerazione soltanto il settimo rigo. Non più portum, bensì portam. Poiché è certo che l’epigrafe in parola si riferisce a Casinum, in quanto rinvenuta in agro Casinati, verremmo quindi a conoscere il nome della seconda importante Porta della città, quella rivolta verso sud e che Carettoni chiama, ma senza prova documentata, Porta Romana, perché, giustamente, rivolta verso Roma4. L’altra Porta, venuta alla luce durante gli scavi del 1988, era la Porta Campana5.
Verrebbe quindi a cadere l’ipotesi che Aquinum avesse avuto un porto6, documentato dalla prima lettura dell’epigrafe in questione. Inoltre, per quale motivo un’opera riguardante Aquinum sarebbe stata menzionata in un’iscrizione rinvenuta in territorio di Casinum, e ben oltre la città?
Si deve anche tener conto che nei pressi dell’attuale borgo di S. Lucia passava la Via Latina Nova, e che in quei paraggi doveva sorgere un vicus di Casinum, in quanto tra la vicina ferrovia e la strada che da Cassino porta a Fontana Rosa sono stati rinvenuti, tra le zolle, moltissimi frammenti fittili di epoca romana7.

note
1 A. Giannetti, Ricognizione epigrafica compiuta nel territorio di Casinum, Interamna Lirenas ed Aquinum, in “Rendiconti dell’Accademia dei Lincei”, Serie VIII, vol. XXIV, fasc. 1-2 – Gennaio-Febbraio 1969, pag. 53.
2 “L’année Epigraphique” 2002, pag. 119, Nr. 303.
3 CIL, X, 5175 (Epigraphische Datenbank Heidelberg).
4 G. F. Carettoni, Casinum (presso Cassino), Roma 1940, pag. 68.
5 G. Ghini – M. Valenti, Museo e area archeologica – Cassino, Serie “Itinerari”, Roma 1995, pagg. 90-91; CIL, X, 5204.
6 G. Alföldy, Zu kaiserlichen Bauinschriften aus Italien, in “Epigraphica” 64, 2002, pagg. 115-116, Nr. 3.
7 G. Lena, Scoperte archeologiche nel Cassinate – Note di topografia antica, Cassino 1980, pag. 14

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