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Studi Cassinati, anno 2008, n. 1
dell’Associazione Latium Adiectum Seconda e terza fase ad Atina e Alatri, tra archeologia romana e arte medievale
Dopo la prima fase, ospitata ad Anagni, i Cenacoli di Storia dell’Arte, ideati e curati dall’Associazione Latium Adiectum, si sono spostati ad Atina, dove la dott.ssa Maria Giudici, archeologa ed epigrafista, ha tenuto due interventi.
Il primo (9 febbraio 2008), dal titolo “Forme di sepoltura nel Lazio meridionale. Classi di monumenti decorati con fregio dorico”, si è occupato delle sopravvivenze di alcuni monumenti funerari, databili tra II-I secolo a.C., situate nella Valle di Comino e nel Sorano ed ha visto, al fianco della relatrice, la partecipazione della dott.ssa Alessandra Tanzilli, Direttore scientifico del Museo della media valle del Liri di Sora, che ha approfondito alcuni aspetti concernenti i sistemi funerari attestati nel territorio sorano, con un intervento dal titolo “Sparsa ac disiecta membra. Aree e monumenti funerari nel territorio sorano”.
Il secondo (16 febbraio 2008), “Mars sive Numiternus. Divinità italiche e divinità romane tra continuità e novità”, ha preso spunto dalla nota iscrizione atinate per poi identificare e indagare le divinità venerate nell’antico Latium adiectum che, nate in età preromana, continuarono ad esistere nelle epoche successive. All’esposizione della Giudici, e in connessione con essa, è seguito un intervento del dott. Dario Pietrafesa, Direttore del Museo Archeologico Comunale di Frosinone, dal titolo “Roma Caput Mundi? Forme di culto ed aspetti economici nell’Italia centrale interna: il caso di Aletrium”: una lettura unitaria di alcuni reperti archeologici alatrensi di ambito cultuale, mirata ad individuare un’ulteriore chiave interpretativa degli aspetti non solo religiosi ma anche socio-economici, che caratterizzarono già in età romana repubblicana il centro italico di Aletrium.
Il 1 marzo, i “Cenacoli di storia dell’arte” si sono spostati ad Alatri, per la terza ed ultima fase.
La prof.ssa Manuela Gianandrea, docente di Storia dell’arte medievale presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha affrontato due temi, scaturiti dalla sua pluriennale attività di ricerca scientifica, dedicata all’arredo liturgico medievale del basso Lazio.
Il primo, dal titolo “Maestri dottissimi laziali? Ipotesi sull’autonomia artistica dei marmorari del Lazio meridionale”, si è aperto con una breve premessa tesa a definire gli elementi fondamentali di un arredo liturgico in età medievale, per poi evidenziare come proprio il pulpito del duomo di Alatri, di cui sopravvivono alcuni frammenti e che le fonti datano al 1222, possa essere considerato la prima – almeno tra quelle sopravvissute – espressione di maestranze locali, formatesi tra stilemi romani e stilemi campani – questi ultimi mediati dall’abbazia di Montecassino – ma con caratteristiche proprie. Al termine di questo primo intervento, il Gruppo “Vocale Cameristico” di Alatri, diretto da Cristina Tarquini, ha eseguito un repertorio di brani sacri e profani, scelti con grande sensibilità, in tema con gli argomenti della conferenza. Nel suo secondo intervento, dal titolo “Tra peccato e redenzione. Giona e l’uomo col serpente nella decorazione di pulpiti e amboni”, la Gianandrea ha affrontato la lettura iconografica e iconologica di queste due raffigurazioni ricorrenti nella decorazione di pulpiti e amboni del Lazio meridionale. Giona, ingoiato e dopo tre giorni rigettato dalla balena, è prefigurazione di Cristo, morto e dopo tre giorni risorto; l’uomo, avvinto tra le spire del serpente ma artigliato per i capelli dall’aquila, è il simbolo della perenne lotta tra bene e male che ha, come oggetto del contendere, proprio l’essere umano, continuamente tentato dal demonio (il serpente), a cui però puó sfuggire lasciandosi innalzare, e dunque salvare, dalla parola di Dio (l’aquila).
Il 15 marzo, a chiusura del calendario alatrense e di tutta la programmazione dei “Cenacoli di storia dell’arte 2007-2008, I Edizione: Anagni, Atina, Alatri”, la dott.ssa Francesca Romana Moretti ha tenuto l’ultimo intervento, dal titolo “Draco ille magnus, serpens antiquus, qui vocatur diabolus et Satanas. Sconfitta di demoni e culto di santi: le più antiche pitture medievali nelle chiese di San Silvestro e di San Michele Arcangelo ad Alatri”. La Moretti, ricercatrice presso il Dipartimento di Filologia e Storia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Cassino, ha presentato i primi risultati di uno studio ancora in corso, intrapreso nell’ambito del progetto di ricerca e redazione del “Corpus della pittura medievale nel Lazio meridionale: il territorio settentrionale e costiero”. Analizzando le pitture più antiche delle chiese alatrensi di S. Silvestro e S. Michele Arcangelo, ha sottolineato l’affinità di ruolo dei due santi titolari, in qualità di paladini cristiani contro il demonio. Una delle scene affrescate nella chiesa di San Silvestro raffigura infatti il “Miracolo di san Silvestro e il drago”. L’episodio, alludente al ruolo del pontefice come difensore del popolo cristiano dalle insidie del demonio, è tratto dagli Acta Silvestri in cui si narra di come il papa rese innocuo un dragone rintanatosi in una grotta sotto l’antico foro di Roma, da cui appestava gli abitanti del luogo. La vicenda ha un evidente parallelismo con la vittoria apocalittica dell’arcangelo Michele sul drago (Ap. 12,7-9), simbolo del male per antonomasia e di un paganesimo ormai definitivamente sconfitto. All’arcangelo è dedicata ad Alatri una chiesa eretta nel punto in cui si trovava già un nucleo rupestre di età romana, denominato impropriamente ‘cripta’, consacrato in epoca cristiana al culto micaelico e poi inglobato nel più tardo corpo basilicale (prima metà del XIII secolo), che ha mantenuto la medesima intitolazione.
In chiusura, la dott.ssa Cinzia Mastroianni, Presidente dell’Associazione Latium adiectum, ha ringraziato gli Enti patrocinanti (gli Assessorati alla Cultura della Regione Lazio, della Provincia di Frosinone e dei Comuni di Anagni, Atina e Alatri, l’APT di Frosinone), gli sponsors (BancAnagni, L’Associazione “Le Cannardizie” di Atina e Ipermercato Panorama di Alatri), i media e tutti coloro che hanno supportato, collaborato e in varia misura contribuito al successo del progetto, di cui è già in corso di programmazione la seconda edizione.
La Mastroianni ha voluto congedare gli ospiti ricordando il motto cavalcaselliano “conoscere per conservare”, con cui i Cenacoli furono inaugurati ad Anagni il 24 novembre 2007: “La conoscenza del patrimonio culturale è il primo e ineludibile passo verso la tutela, conservazione, valorizzazione e promozione dello stesso. Quando poi si riesce a coniugare l’incontro tra la ricerca scientifica e il territorio, la cooperazione delle risorse umane nella loro eterogeneità ma complementarità (studiosi e ricercatori, artisti, musicisti, attori di teatro), la socializzazione nel nome della cultura, tutte le forze che hanno collaborato al perseguimento di un così complesso ed alto obiettivo possono ben dire di aver dato un contributo importante all’umanità, termine questo che esprime, prima di ogni altra cosa, l’identità spirituale e intellettuale dell’essere umano. Grazie dunque a tutti coloro che, partecipando e collaborando ad una piccola iniziativa, hanno contribuito al perseguimento di un grande obiettivo”.
I Dossier e i Reportage dei “Cenacoli di storia dell’arte 2007-2008. I Edizione: Anagni, Atina, Alatri” sono liberamente consultabili sul portale web dell’Associazione Latium adiectum (www.latiumadiectum.it).
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