Il Miliare XCV di Massenzio lungo la Via Latina

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Studi Cassinati, anno 2008, n. 1

di Maurizio Zambardi

In località Santa Maria del Piano, nel territorio di San Pietro Infine, ai margini di un terreno a est di un viottolo di campagna1, a seguito di una profonda aratura effettuata con mezzi meccanici è venuto recentemente alla luce un blocco calcareo di forma cilindrica spezzato alle due estremità, riconducibile ad un cippo miliare2. Il frammento di miliare ha un diametro di 50 cm. ed un’altezza media pari a 40 cm. Nel lato basso fratturato è evidente una piccola cavità emisferica che si raccorda alla superficie esterna del cippo tramite una cavità della grandezza di una mano. Il tutto sembra realizzato per assolvere ad una funzione ben specifica. È ipotizzabile infatti che il miliare sia stato riutilizzato come thesaurus. Nella cavità emisferica sono anche evidenti i resti di una malta biancastra contenenti piccoli frammenti di laterizio, che inducono ad ipotizzare un ulteriore riutilizzo, forse come blocco da costruzione. Nella parte esterna del cilindro, su una superficie pari a 32×60 cm., compare la scritta:
L’altezza delle lettere è variabile anche nell’ambito della stessa riga, ma tutte sono comprese tra un minimo di 4 cm. ed un massimo di 8 cm. Del sesto rigo rimangono solo il terzo superiore di due lettere che sembrerebbero far parte della lettera V ed S, e probabilmente fanno parte della parola [INVICT]VS.
Per cui si puó proporre di sciogliere l’epigrafe del miliare nel seguente modo:

xcv
Imp(erator) Caesa[r]
M(arcus) Aur(elius) Val(erianus)
Maxentius
Pius Felix
(Invict)us.

Si puó ritenere dunque che il cippo possa farsi risalire al miliare 95° della Via Latina, realizzato in epoca di Massenzio e quindi riferibile ad una sistemazione della Via agli inizi del IV sec. d. C.3.
Il 95° miliare trova corrispondenza, a circa un chilometro e mezzo, con il successivo miliare XCVI di C. Calvisius Sabinus, (con successiva dedica a Vespasiano)4, rinvenuto alla fine del 1800 sul passo di Colle Altare5, noto anche come passo di Monte Elce o Monte Leuci6.
Il miliare XCV di Massenzio avvalora ancor piú l’ipotesi (che va sempre piú consolidandosi), che il “flesso” (o curva) della via Latina di “Ad Flexum” non si trovasse a San Cataldo, come sostenuto per anni da autorevoli studiosi, ma a 700 m. piú ad est, in località Santa Maria del Piano7, proprio dove è stato rinvenuto il miliare.

1 Ad una ottantina di metri dai ruderi del Torrione e ad un centinaio di metri dalla strada comunale “Le Mura”.
2 Nella stessa area si ha notizia della presenza di altri miliari. Si apprende dal Mommsen (C.I.L., X, 6900) che il Federici (Cfr. Federici, Cod. Cas. 848, p. 33) riferisce (come pure risulta da: “inde omnino Berrillo in actis Casertanis 1879, p. 52») di aver osservato «nel piano di S. Pietro in fine presso le reliquie della via Latina” un miliare con la scritta:
Come pure il Pistilli (Cfr. F. Pistilli, Descrizione storico filologica delle antiche e moderne città e castelli esistenti accosto de’ fiumi Liri e Fibreno, Napoli 1824, p. 180) riporta la notizia che le mura “della chiesa di Santa Maria del Pianto” (leggi “Santa Maria del Piano”), i cui ruderi oggi sono denominati “Torrione”, accoglieva un miliare di Traiano, definito falso dal Mommsen (C.I.L., X, 1038) ed anche dal Caiazza: “accoglieva [Santa Maria del Piano] un miliare di Traiano cui sarebbe pertinente una iscrizione falsa o quantomeno riportata in modo scorretto” (Cfr. D. Caiazza, Archeologia e storia antica del mandamento di Pietramelara e del Montemaggiore, II, Italia 1995, p. 21).
3 Cfr. M. Zambardi: “Il territorio di Ad Flexum e le mura in opera poligonale di Monte Sambúcaro” (Tesi di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali. Relatore Prof.ssa S. Gigli Quilici, Correlatore Prof. F. Piccarreta), Seconda Università di Napoli, 2006; M. Zambardi, “La Via Latina nel territorio di Ad Flexum”, in Spigolature Aquinati, Studi storico-archeologici su Aquino e il suo territorio, (Atti della giornata di Studio, Aquino, 19 maggio 2007), pp. 117-118.
4 L’epigrafe recita:

XC[VI]
IMP. CAESAR
VESPASIANVS AVG
PONTIF. MAX
TRIBUNIC. P OTEST. VIII
IMP. XVIII P. P
CENSOR COS. VIII.

Alla fine del XIX sec., a seguito dello spostamento del miliare, veniva integrata la trascrizione della prima epigrafe, premettendo alla stessa il numero delle miglia XCVI, e pubblicando il testo di quella piú antica:

C. CALVISIUS C. F.
SABINUS COS
IMP
XCVI.

Altro miliare simile, quello relativo al miglio LXXIX, fu rinvenuto ad Aquinum; G. Ceraudo, “Via Latina da Frabateria Nova a Casinum”, in Ager Aquinas, Marina di Minturno (LT), 2004, pp. 29-36; G. Ceraudo, “La via Latina tra Fabrateria Nova e Casinum: Precisazioni topografiche e nuovi spunti metodologici”, in Archeologia Aerea, I, Roma 2004, pp. 155-181.
5 Cfr. Atti della Commissione di Terra di Lavoro 1870-1896; D. Caiazza: op. cit., pp. 29-31.
6 Sulla salita di Colle Altare, provenendo da San Pietro, sono ancora visibili, semisommersi da una fitta vegetazione, i basoli della strada romana, recanti in alcuni punti le incavature provocate dalle ruote dei carri.
7 Cfr. M. Zambardi: “Il territorio di Ad Flexum…” op. cit., pp. 93-119. Nel capitolo inerente la storia degli studi e delle ricerche su “Ad Flexum” è ampiamente trattato il posizionamento esatto della statio.

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